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C’era una volta un Nido…

asilo nido
asilo nido

Tante volte penso che stare con i bambini non sia proprio una passeggiata e quell’immagine idealizzata di bambino svanirebbe per chiunque passasse una giornata  o forse anche solo qualche ora in un Nido d’infanzia.

La cosa che mi  ha colpito nel corso degli anni  è vedere come un bambino che arriva anche a pochi mesi in un Nido è già lui, con la sua personalità, il suo carattere… è già una persona a tutti gli effetti. Sembrerà ovvia questa osservazione, ma per me è stata una scoperta. Sei in relazione con un essere umano e le caratteristiche che vedi a pochi mesi saranno le stesse che ritroverai  quando il bambino avrà 3 anni, se hai la fortuna di accompagnarlo con continuità per i tre anni di Nido.  Sei in relazione con un essere umano che pur non sapendo ancora parlare ti capisce in ogni tua espressione verbale e non verbale, e anzi sembra sussurrarti: “trattami,  parlami come  se io ti  capissi” e infatti, nel tempo, ti accorgi che hai fatto bene a parlargli perché, benché così piccolo, lui impara proprio perché tu ‘facevi finta’ che ti capisse.

Sei in relazione con un essere umano che  come tutti avrà i lati che ti piacciono tanto: “quanto  sono  teneri  i bimbi piccoli”….ma quando piangono per 4 ore? Quando  hanno un carattere difficile? Quando  non sai come gestirli? Sei  in relazione con un essere umano verso  cui  potresti  sentire disagio,  impotenza, impazienza.  Inutile idealizzare la figura del bambino  e non occorre scandalizzarsi  di provare questi  sentimenti, perché  tutto ciò fa parte del nostro lavoro. Il compito di noi educatrici, infatti, consiste nella cura  globale del bambino, dai lati meravigliosi  a quelli più pesanti, quasi insopportabili. Senza prendersi cura  di tutti gli aspetti che quel bambino presenta, il processo educativo si fermerà a metà, perché la bellezza del nostro lavoro non sarebbe bellezza senza la fatica che comporta, così come raggiungere una vetta non è cosa facile, ma quando arrivi in cima capisci che senza aver sudato non potresti goderti la bellezza del panorama.

La fascia di età 0-3 è molto delicata, perché il bambino per quanto abbia già un sua personalità, subisce in modo più permeabile gli influssi dell’ambiente che  lo circonda. E l’immagine di sé che inizia via via a costruirsi dipenderà anche dalle cure che ha ricevuto in questa fase, da come è stato accudito e guardato.

Quanto  è importante guardare  i  bambini!  Penso che nello sguardo di  una educatrice un bambino possa sentirsi voluto e divenire così parte attiva del processo  educativo. E tale  processo altro non è che essere in relazione. La mia principale preoccupazione, quando lavoro, non dovrebbe essere: oggi cosa faccio fare? Ma: oggi voglio stare con questi  bambini?  Voglio guardarli? Se parto da questo  poi capirò anche cosa sia bello fare, ma  fare CON loro,  senza  che quello sguardo venga sospeso. 

D’altra parte anche i bambini così  piccoli sono dei grandi osservatori…non smettono di  guardarci, scrutano come ci comportiamo e anche per questo la nostra responsabilità aumenta. Non si tratta solo di dare un buon esempio: loro capiscono benissimo se sei felice di prenderti cura di loro, se sei felice di stare con loro, se il tuo lavoro, insomma ti piace… L’aiuto più grande che possiamo offrire loro è quello di poter comunicare questo messaggio: ecco anche oggi  sono felice di  ritrovarti! La fiducia che si instaurerà e la conseguente possibilità  di educare partono da questo.

Non è mia intenzione passare in rassegna le fasi di sviluppo da 0 a 3 anni, ma voglio dire due parole  su cosa mi ha colpito come educatrice nelle tre sezioni (piccoli, medi, grandi) che comunemente si trovano in un Nido d’infanzia.

La sezione piccoli accoglie bambini all’incirca tra i 4 e i 12 mesi: qui è bello  vedere  i  passaggi  che fanno  i bambini…iniziano a parlare, a camminare, imparano a mangiare. Quanta soddisfazione vederli crescere davanti ai tuoi occhi! Dal punto di vista fisico e psicologico è una sezione molto pesante: hanno bisogno del contatto fisico, di essere contenuti,  vanno tenuti spesso in braccio e occorre prepararsi al fatto che potrebbero piangere per i primi 3 mesi… ma  quando l’anno successivo li accompagni in sezione medi ti sembra di vivere di rendita.

In sezione medi i bimbi (tra i 12 e i 24 mesi) acquisiscono  pian  piano le prime regole anche sociali,  in direzione di una autonomia sempre  maggiore: rafforzano la capacità di camminare, scoprono la bellezza del correre, di muoversi  senza sosta… e così il contenimento che ha caratterizzato la sezione lattanti prosegue in un altro senso. Forse è la sezione in cui occorre più fermezza, senza  tralasciare la  dolcezza. La combinazione di  fermezza e dolcezza penso che sia il grande segreto di un buon educatore.

Avviati verso la sezione grandi (tra i 24 e i 36 mesi), i bambini diventano sempre  più autonomi  ma dobbiamo sempre pensarli come bambini che hanno solo 2 anni di vita. L’obiettivo dell’autonomia  è sicuramente importante al Nido, ma non deve venir mai meno la relazione forte che  si  instaura con un bimbo piccolo: essa deve rimanere priorità assoluta.

Non dobbiamo crescere degli automi, ma delle persone che sappiano fidarsi per poi andare con le loro gambe – certamente – infondendo  loro  la  certezza che nella vita da soli  si  combina ben  poco  e il  bisogno  degli  altri  non  è un male o una sorta  di immaturità  affettiva, ma la strada per camminare e diventare davvero adulti.  Inoltre, nella sezione  grandi mi  piace vedere come sia importante responsabilizzare i bambini che in questa fase, infatti, hanno bisogno di  sentirsi utili, bravi, e, come ogni essere umano, di essere riconosciuti.

In questo senso di grande interesse sono le sezioni miste, o i poli dell’infanzia dove grandi e piccini giocano quotidianamente insieme. Mi è capitato di  vedere con stupore,  come un bimbo di 2 anni  si  prenda a cuore un bimbo di 1 anno, di come il grande diventi modello e stimolo per il piccolo e di come ciò contribuisca alla crescita di entrambi e sia fonte di arricchimento nelle relazioni

Infine con i bambini più grandi  ho sperimentato la bellezza dell’ascoltare i loro discorsi, sia rivolti a te, educatrice, sia soprattutto quelli che avvengono tra bambini: che divertimento entrare nel loro  mondo, seguire i semplici e non scontati  ragionamenti, guardare  le cose come le guardano loro… quante cose mi hanno insegnato questi piccoli!