Tutto subito: bambini tiranni
“Lo voglio e lo voglio subito”, grazie a questa perentoria frase rivoltami qualche giorno fa al nido da una bambina di quasi tre anni, ho deciso di approfondire questo argomento. Molto spesso sia a scuola che in famiglia capita di assistere ai capricci dei bambini. Ma da dove nascono, e come l’adulto può affrontarli?
La dipendenza dall’adulto implica per il bambino piccolo il fatto di vedere soddisfatti i bisogni primari, necessari per la sua sopravvivenza. Tuttavia il bambino, crescendo, per potersi distaccare in modo sano, deve comprendere che non tutto è necessario per la sopravvivenza e che esistono esigenze anche dell’adulto. Oggi invece vediamo moltiplicarsi bambini iper volitivi che desiderano avere tutto e subito, bambini incapaci di vivere la frustrazione di sentirsi dire “no”. E d’altra parte adulti che si annullano per soddisfarli in tutto, dimenticando di avere esigenze che devono essere rispettate.
Certo è bello vedere una madre che si sacrifica giorno e notte per il figlio, o una educatrice che si fa in quattro per prendersi cura e far divertire i bimbi. Ma questo “darsi”, deve avere dei limiti qualora le richieste dei piccoli siano inopportune, o comunque non strettamente necessarie allo scopo della relazione educativa, ovvero il bene dei bambini.
È dunque al criterio di giudizio dell’adulto che viene affidata la gestione dei capricci. Perché spesso è l’adulto che cede ai capricci per accontentare il bambino. E questo cedimento credo che avvenga principalmente per due motivi.
O per sfinimento: pur di sentire il bambino smettere di piangere si è disposti a dargli tutto, e di conseguenza gliela diamo vinta per un nostro comodo, (anzi, per la nostra sopravvivenza, oserei dire).
Oppure l’adulto cede per paura di dire dei “no” che possano ferire il bambino: si teme che il bambino non regga la frustrazione della mancata soddisfazione di un desiderio, e l’adulto stesso teme questa frustrazione, in quanto si sente in qualche modo cattivo, crudele per non venire incontro a quel pianto innocente. Qui il senso di colpa gioca un ruolo assai significativo, insieme alla paura di mostrare al bambino il lato più severo di sé. Ma tutto questo è fuorviante e a lungo andare avremo bambini tiranni sempre più viziati, che diventeranno prima ragazzi deboli, incapaci di sopportare la frustrazione, abituati a essere serviti, e poi adulti egocentrici, che si scontreranno ben presto con la dura realtà, molto spesso diversa da come la vorremmo.
Un altro elemento che ritengo degno di attenzione è l’importanza dell’attesa . Quanto è fondamentale far capire ai bambini che ad una determinata richiesta segue un tempo di attesa! È qui che viene coltivato il desiderio in modo sano: solo nell’attesa si gusta veramente l’arrivo della cosa desiderata. Non si tratta solo della pazienza di sapere attendere, ma anche della bellezza di sapere desiderare.
Soddisfare sempre e immediatamente i desideri porta il bambino ad abituarsi ad avere tutto, tanto che i bambini di oggi sono annoiati già alla tenera età di due anni: hanno tutto e di più.
In realtà questo riempimento spasmodico dei desideri da parte dell’adulto nasconde delle insidie: l’avere tutto, l’essere annoiati, fa crescere il bambino in uno stato di inquietudine che poi occorre sapere ben indirizzare.
Si sa che la gestione del capriccio e arrivare a capire come sia meglio intervenire, non è cosa semplice. Ogni bambino poi è un essere unico: ciascuno ha la sua storia, il suo carattere, e di tante altre cose bisognerà tener conto. Non ci sono mai risposte assolute.
Noi adulti però siamo chiamati a non aver paura di educare e di porre dei limiti… credo che in futuro potranno solo ringraziarci. Per crescere uomini che sappiano affrontare la fatica della vita, si può iniziare fin da piccoli: non perdiamo questa occasione!