x

x

Considerazioni di un frate qualsiasi

E covid fu
Ph. Luca Martini / E covid fu

In questo periodo storico molto sui generis vorrei dare anch’io il mio piccolo contributo per una pacata riflessione su quanto sta accadendo specialmente tra chi si richiama agli insegnamenti di Gesù Cristo e della Sua Chiesa.

Premetto che non ho alcun pregiudizio ideologico in ordine alle vaccinazioni contra-covid, visto che ho ricevuto la somministrazione della dose vaccinale Moderna, ma alcune viste e notizie pervenutemi mi spingono a fissare alcuni spunti che potrebbero essere utili per una riflessione, se non comunitaria almeno personale.

La prima considerazione preliminare che urge è la realtà radicalmente divisiva che si è venuta a creare tra i seguaci di Cristo che adesso si dividono in pro-vax e no-vax, e, dunque, non più osservanti e non osservanti, ortodossi e eterodossi, o modernisti e tradizionalisti, ecc., categorie che sono state sino a poco tempo fa utilizzate per evidenziare una contrapposizione interna all’unico organismo Chiesa.

Questa divisione ulteriore è già di per sé dolorosa, ma ciò che più mi addolora è rilevare quanta cattiveria venga messa in campo da chi, pur richiamandosi apoditticamente e auto-referenzialmente alla legge della carità, esprime l’approvazione più sfegatata ai provvedimenti presi contro i cosiddetti no-vax. In ciò dimenticando o emarginalizzando la «legge costituzionale» stabilita da N.S.G.C.: «amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi». E ancora: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri». Un amore tale che l’Apostolo delle genti ha potuto scrivere: «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.  Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine».

La successiva meditazione che urge in me è la constatazione che faccio quotidianamente e ripetitivamente di coloro, sempre tra i «pro-vax», che redarguiscono i «no-vax» perché non osservano l’invito esternato dal S.P. Francesco a vaccinarsi. Il paradosso più stridente è quello che risulta in molti dei sostenitori, i quali ricavano un quasi obbligo di osservare l’invito del Santo Padre mentre sono dei convinti avversari di documenti magisteriali pontifici quali ad esempio l’Humanae vitae di San Paolo VI e l’Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II, soprattutto nella parte che riguarda l’uso dei mezzi anti-concezionali.

Costoro, e fra questi si possono annoverare catechisti e anche “qualche” ministro in sacris, non si creano alcun problema di disattendere e addirittura avversare dei documenti magisteriali pontifici, mentre invocano l’obbligatorietà dell’osservanza di una pronuncia non certo di stampo magisteriale.

Quanti tra i cattolici coniugati non osservano tali principi morali e insegnano ad altri a fare lo stesso, magari ai loro figli, dichiarando che la loro coscienza rigetta tali indicazioni morali!!!

Che assurdità di ragionamento!

Ma ciò che supera di gran lunga quanto sin qui considerato è la cattiveria con cui, come avevo accennato sopra, si fa tutto questo; al punto che non è raro ascoltare queste frasi fra i «cristiani praticanti»: «Devono essere trattati da nemici dell’umanità, togliendo loro tutti i diritti»; o, «Sono contento/a che è stato tolto lo stipendio a chi non si vuole vaccinare»; oppure, da parte di una catechistica medico che alla notizia che in Sicilia erano stati sospesi 190 medici che non avevano voluto sottoporsi al vaccino anti-covid ha commentato: «Meno male che è stato preso questo provvedimento. Questo è giusto e sacrosanto». Queste stesse persone sono quelle che amano ripetere il comandamento dell’amore quando si tratta di giustificare anche comportamenti e/o atteggiamenti contro la giustizia e l’integrità delle persone. A costoro suggerirei sommessamente di dare una lettura a «La coscienza» di San J. H. Newman, ripresa da S.S. Benedetto XVI ne «L’elogio della coscienza», oltre che al già citato Inno alla carità.

Preghiamo affinché il Signore cambi i nostri cuori da cuori di pietra in cuori di carne.