Corruzione di arbitri
La lentezza della giustizia spinge le parti spesso a ricorrere ad arbitri per dirimere controversie civili, che – altrimenti – possono durare anni e anni. L’intervento di persone, di per sè estranee all’amministrazione della giustizia, ha imposto al legislatore di sanzionare penalmente anche chi reputa di doversi procurare qualche “utilità” “extra”, approfittando della propria funzione, vale a dire, un vantaggio, oltre quanto gli competerebbe ai sensi del § 1057 BGB (CC).
Indice
1. Il § 337 StGB prevede una “Straftat im Amt”
2. Le elargizioni “extra ordinem”
3. Quando la “Vergütung” è illecita
4. Sanzioni per la corruzione
1. Il § 337 StGB prevede una “Straftat im Amt”
Quando si sente la parola “Schiedsrichterbestechung” (corruzione di arbitri), la mente corre subito agli scandali, che si sono verificati, anni orsono, in alcuni Stati europei, a proposito della corruzione dei signori che avrebbero dovuto arbitrare partite di calcio; avrebbero dovuto fare gli “Unparteiischen” sui campi di gioco.
Ma, il fenomeno corruttivo, non è - purtroppo – limitato al settore dello sport; interessa pure – per fortuna non di frequente – anche coloro che sono chiamati a risolvere controversie civili al posto dei giudici. Ciò ha indotto il legislatore della RFT a prevedere, in un apposito paragrafo dello StGB, fatti di corruzione, nei quali sono implicate persone che rivestono la “carica” di arbitri.
Le decisioni demandate ad arbitri, riguardano spesso controversie, il cui valore può essere anche di milioni di Euro. Più aumenta l’importanza della lite, più può aumentare la tentazione di “piegarsi” ai voleri di chi si mette in contatto con gli arbitri, magari anche attraverso interposta persona, per ottenere un lodo favorevole (o uno ancora più favorevole).
Con il disposto del § 337 StGB, il legislatore ha inteso reprimere la “regelwidrige Beeinflussbarkeit durch Zuwendungen”, che non competono agli arbitri e a garantire “eine sachliche Entscheidung” da parte degli stessi. Scopo della norma testè citata, è di attuare il “Vertrauensschutz im Interesse” anche di coloro che ricorrono agli Schiedsrichter” per comporre controversie tra di loro insorte. Si tende a prevenire che gli arbitri percepiscano “einen persönlichen Vorteil” (un vantaggio/un’utilità di carattere strettamente personale), senza avere “Anspruch auf die Leistung” (diritto alla “prestazione”); il vantaggio/l’utilità possono consistere anche nella promessa di stipula (o nella stipula stessa) di un contratto avente a oggetto “eine besonders lukrative Nebenbeschäftigung”, la cui retribuzione è “unausgewogen” (non proporzionata con riferimento alla convenuta “prestazione”). I metodi per ottenere. sempre (o, almeno, quasi sempre) pronunzie favorevoli, sono “sottili”, molto “sottili”.
Il § 337 StGB è inserito nel Capo 30.mo della Parte Speciale dello “Strafgesetzbuch” (C.P.). Questo Capo è intitolato: “Straftaten im Amt” (Reati dei pubblici ufficiali (e degli equiparati agli stessi)). Il concetto di “Amt” è, quindi, inteso in senso ampio. Il disposto di cui al citato paragrafo (che corrisponde al precedente § 335 a StGB), è stato inserito nel codice penale dal cosiddetto Korruptionsbekämpfungsgesetz (KorrBekG: Legge per la lotta contro la corruzione) del 13.8. 1997 e prevede (ai §§ 331 - § 338) “Bestechungstatbestände”. Successivamente è avvenuta un’integrazione per effetto del KorrG (dd. 20.11.2015).
La ratio della norma prevista dal § 337 StGB, è di tutelare la fiducia, che le persone devono avere nel “funzionamento” della giustizia, anche quando certi adempimenti vengono compiuti da chi non riveste la qualifica formale di “öffentlich Bediensteter”, ma ha, comunque, un “besonderen Status” previsto dalla legge, qual’è quello di un arbitro (§§ 1025 e segg. ZPO (CPC)).
2. Le elargizioni “extra ordinem”
È stato detto, che il legislatore ha voluto garantire la “Lauterkeit” anche dell’attività degli arbitri. Il § 337 StGB richiama i §§ 331-335 StGB e costituisce una “gesetzliche Auslegungsregelung” (interpretazione), che prevede la punibilità di “Zuwendungen” (elargizioni) “extra ordinem” ad arbitri.
Dispone il § 337 StGB, che la percezione di una “Vergütung” (indennità) da parte dell’arbitro, è da considerare un vantaggio (“Vorteil”) ai sensi dei §§ 331-335 StGB (e quindi illecito), se l’arbitro chiede, si fa promettere o accetta la “Vergütung” (indennità) da una delle parti, vale a dire, un “rechtswidrigen Vorteil” (vantaggio illecito), senza che ne abbia conoscenza controparte oppure se la “Vergütung” gli viene offerta, promessa o concessa a insaputa di controparte. Ai fini della sussistenza del reato de quo, il soggetto attivo dello stesso, deve agire non soltanto “hinter dem Rücken der anderen Partei” (dietro le spalle dell’altra parte), ma altresí con intento di lasciare all’oscuro l’altra parte.
Per quanto concerne la “Vergütung” spettante agli arbitri (quella lecita), il BGB (Codice Civile), al § 1057, prevede, che, qualora l’ammontare della stessa non sia stato concordato, tra le parti, gli arbitri stessi debbano statuire sui “costi” del procedimento arbitrale e in che misura ciascuna delle parti è tenuta a sostenere le “Kosten” Questa decisione deve essere presa “nach pflichtgemäßem Ermessen”, tenendo conto delle circostanze del caso singolo e in particolare dell’esito del procedimento. Secondo giurisprudenza largamente prevalente, ai fini della determinazione della “Vergütung”, viene fatto riferimento anche al § 614 BGB (CC).
Qualora il collegio arbitrale non abbia provveduto alla “Kostenfestsetzung” oppure se la medesima può essere fatta soltanto una volta terminato il procedimento arbitrale, la “Kostenfestsetzung” dovrà avvenire in “einem gesonderten Schiedsspruch” (in un arbitrato separato).
Costituiscono pertanto “Vorteil” (vantaggio) si sensi del § 337 StGB, “Zuwendungen” in misura superiore o comunque “extra” rispetto a quanto concordato dalle parti, siano le "Zuwendungen" state chieste, accettate o fatte promettere a insaputa di una delle parti, sia che siano state offerte, promesse o concesse. Il reato previsto dal § 337 StGB, non è integrato, se viene corrisposto soltanto ciò che è dovuto ai sensi dei §§ 612 e 614 BGB (CC), vale a dire, se sussiste un “rechtlich begründeter Anspruch darauf”.
3. Quando la “Vergütung” è illecita
La “pflichtwidrige Handlung” può riferirsi, sia al passato, che al futuro (“zurückliegende oder zukünftige Handlung”).
Commette il reato di cui al § 337 StGB, l’arbitro che chiede (o accetta) una “Vergütung” non concordata con le parti, ma, pure, nel caso in cui si tratti di un’“utilità” caratterizzata dal fatto di essere “einseitig. gefordert oder angeboten” (richiesta o offerta unilateralmente). L’utilità - ovviamente – non deve essere costituita soltanto da denaro, ma può essere rappresentata (come non di rado è avvenuto e avviene), anche da altri vantaggi, come per esempio, dal pagamento di un viaggio, di un soggiorno. Non influisce sull’esistenza del reato di cui al § 337 StGB, il fatto che lo “Schiedsvertrag” (Convenzione di arbitrato) possa essere invalido dal punto di vista del diritto civile.
Anche un rimborso spese oltre a quelle effettivamente sostenute e liquidate, può costituire una “Vergütung” non basata su un “Rechtsanspruch”.
È da notare, che il codice di procedura civile (ZPO) della RFT, non contiene una specifica disciplina concernente l’ammontare della liquidazione delle “Vergütungen” ad arbitri e che, a tal fine, come già esposto, si fa riferimento al §614 BGB (CC) nonchè ai criteri ivi indicati.
Nella ZPO della RFT non si rinviene un paragrafo analogo all’art. 814 del codice di procedura civile italiano, che prevede, al comma 1°, oltre al diritto al rimborso delle spese agli arbitri, anche, salvo rinuncia, un onorario per l’opera prestata.
4. Sanzioni
E passiamo alle pene. Qualora la “Vergütung” “extra ordinem” venga chiesta, fatta promettere oppure accettata, la sanzione è della reclusione fino a cinque anni o la pena pecuniaria; la stessa pena è prevista in caso di offerta, promessa o concessione della “Vergütung”.
Il § 358 StGB (intitolato: “Nebenfolgen”) prevede che, qualora venga inflitta – da un giudice della RFT - una pena detentiva di almeno sei mesi, per il reato di cui al § 337 StGB, il giudice è facoltizzato a pronunziare il “Verlust der Amtsfähigkeit”, vale a dire, della capacità di ricoprire uffici pubblici; trattasi di pena accessoria. Il venir meno dell’“Amtsfähigkeit”, comporta altresí, che il condannato, in applicazione del § 41 BBG (Bundesbeamtengesetz), venga privato dei diritti inerenti allo status di pubblico impiegato a decorrere dalla data di passaggio in giudicato della sentenza di condanna. Implica – ovviamente – pure la cessazione del rapporto di pubblico impiego. L’eventuale nomina di una persona priva di “Amtsfähigkeit” è “nichtig” (nulla).