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Fiducia nella democrazia, nella politica e nelle istituzioni in genere

RFT – Svizzera - Austria
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Fiducia nella democrazia, nella politica e nelle istituzioni in genere - RFT – Svizzera - Austria

Abstract: La fiducia nella democrazia e nelle sue istituzioni, è presupposto essenziale per la coesione sociale e per la durata del sistema democratico. Un calo di fiducia, specie tra le giovani generazioni, dovrebbe essere un campanello di allarme per i “rulers”.

 

RFT

Su incarico di una fondazione indipendente, verso la metà dell’anno corrente, si è proceduto, nella RFT, a un ampio sondaggio di opinione, per appurare la fiducia dei cittadini nella democrazia, nella politica e nelle istituzioni pubbliche in genere. Il sondaggio ha interessato 1.113 persone e l’esito dello stesso, è stato, in parte, non confortante.

Nell’estate del 2023, soltanto il 43% dei cittadini aveva dichiarato, di avere grande fiducia nella democrazia, mentre il 54%, ha indicato la fiducia come “gering” (scarsa). Il resto non ha risposto.

Di molto inferiore (pari al 28%) è il “Vertrauen”, che la politica sia in grado di far fronte alle “Transformationsaufgaben” nel futuro. Ben il 50% ha dato risposta negativa, mentre il resto non ha saputo (o voluto) rispondere. È stato detto, che per un regime democratico, l’essere in trasformazione, è il suo stato naturale. La democrazia, è dinamica, a differenza del dispotismo, che è essenzialmente statico; dispotismo, nel quale, il potere è, in gran parte, invisibile e non vi è trasparenza. La rappresentanza degli interessi degli oligarchi erode il sistema democratico.

Ai fini della pronta risoluzione dei problemi, il 56% degli “intervistati” ha ritenuto, che la politica dovrebbe essere dotata di maggiori poteri.

Poter vivere in libertà, è la cosa più importante per il 98% di coloro, che hanno partecipato al sondaggio; seguono, per importanza, l’eguaglianza dinanzi alla legge (97%), la libertà di opinione (97%), le esigenze, che parlamento e giustizia controlli il Governo (94%).

Altrimenti, quello che è stato concepito come “nobile e alto”, diventa rozza materia, come ha scritto Pasternak nella sua opera più famosa.

Un grave deficit è emerso per quanto concerne la “Mitsprache der Bürger bei wichtigen Entscheidungen”. Questa “mancanza” è stata “denunciata” dall’86% dei “Befragten”.  *

L’importanza di una “stärkeren Mitsprache” è avvertita, anzitutto, in ambito comunale (58%); “auf Bundesebene” (in ambito federale - (42%) e meno “auf Landesebene” (in ambito statale - (40%)).

In quali settori, l’esigenza di “partecipazione” dei cittadini, è avvertita particolarmente?

  1. In materia di limitazioni della libertà individuale (79%),
  2. di pianificazione del traffico veicolare (72%)
  3. di tutela del clima (67%)
  4. di tutela della sicurezza (52%).

Le istituzioni esistenti dovrebbero sforzarsi di provvedere, con misure più efficienti, a circoscrivere l’istigazione alla violenza sui social media. Ciò è stato chiesto dal 72%.

Il 66% reputa, che i social media rappresentino una minaccia per la coesione sociale. Per prevenire la violenza attraverso i “sozialen Medien”, il 64% degli “intervistati” sarebbe d’accordo, che la normativa in materia di protezione dei dati personali, venisse riformata nel senso di renderla meno rigida.

Il 92% dei cittadini ha dichiarato il proprio “Engagement” nella politica comunale. Coloro, che hanno preferito il “Nichtengagement in der Kommunalpolitik”, hanno addotto a motivo della propria “astensione”:

1) la mancanza di tempo (34%)

2) i troppi impegni professionali (23%)

3) il timore di subire atti di violenza (21%)

4) l’inutilità del proprio impegno in quanto “ich kann ohnehin nichts bewegen”.

Per quanto concerne la partecipazione delle donne alla politica comunale, il 55% di esse sarebbe interessato alla “Kommunalpolitik”, se dovessero assistere in modo minore ad anziani e impiegare meno tempo per la cura dei figli. Quasi identica, è la percentuale di chi reputa, che un maggior numero di donne, dovrebbe avere “voce in capitolo” nelle decisioni, che vengono adottate dagli organi comunali ( 54%).

Il 45% delle donne reputa che, tuttora, un sindaco donna non sarebbe “accettato bene” dai cittadini.

E passiamo al “kommunalpolitischen Engagement” dei giovanissimi e dei giovani.

Il 70% degli adulti ha manifestato l’opinione, che ogni classe della scuola primaria, dovrebbe assistere almeno una volta alla seduta del consiglio comunale.

Inoltre, è stato ritenuto (68%), che il lavoro degli organi comunali, sia reso pubblico in modo troppo scarso. La scuola dovrebbe favorire maggiormente “das politische Engagement” degli scolari.

Soltanto il 32% ha reputato, che i cittadini accetterebbero un sindaco immigrato nella RFT, ma il 41% ha dichiarato, che sarebbe auspicabile, che immigrati partecipino alla vita politica comunale.

Come vedono i cittadini della RFT, il loro futuro?

Nel 2017, il 54% era fiducioso in proposito. Questa percentuale è rimasta, sostanzialmente invariata, fino al 2021, per poi diminuire al 47% nel 2023 (prima metà dell’anno).

La situazione economica (della RFT) è stata ritenuta molto buona dal 73% nel 2017, per poi scendere al 40% nel 2020 e al 25% nel 2023.

Prospettiva per il futuro dell’economia (2^ metà del 2023): la situazione migliorerà nel futuro (25%); rimarrà invariata (26%); peggiorerà (43%).

Fiducia nelle istituzioni pubbliche e nei partiti:

  1. Corte costituzionale: 52%
  2. Giurisdizione: 44%
  3. Pubblica amministrazione: 26%
  4. Parlamento: 21%
  5. Media: 20%
  6. Governo federale (19%
  7. Partiti politici: 9%.

Fiducia nei sindaci: (36%) e nell’amministrazione comunale in genere (32%).     **

Quale è stata la percentuale degli “intervistati”, che hanno dichiarato, che nella RFT, è possibile manifestare liberamente la propria opinione:

2017: 70% - 2020: 60%  - 2023: 58%.

Alla domanda, se nella RFT, i media controllano la politica con la necessaria indipendenza, ha risposto:

il 40% nel 2017 ; il 34% nel 2020 e il 40% nel 2023.

Coloro, che ricoprono cariche di vertice in politica e nei media, ”vivono in un mondo proprio” e guardano alla popolazione con indifferenza?

Risposta: il 69% nel 2017; il 56% nel 2020; il 71% nel 2023.

Il 56%, nel 2023, ha risposto affermativamente alla domanda, se, in considerazione della molteplicità dei problemi, sono necessari politici dotati di più poteri e più capacità di imporsi, per risolvere, con tempestività e, definitivamente, i problemi; il 29% ha risposto negativamente, mentre il 15%, non è stato in grado di fornire una risposta.

 

Svizzera

E in Svizzera?

L’Università di Bern, nella prima metà del 2023, ha fatto un’indagine demoscopica tra 6.000 persone aventi cittadinanza elvetica e anche tra chi non possedeva questa “Staatsbürgerschaft”.

Va premesso, che la Confoederatio Helvetica, è un paese stabile e con una fiducia relativamente stabile nelle istituzioni.

Per quanto concerne il Governo federale, la fiducia degli abitanti, è superiore rispetto ad altri Stati europei, in alcuni dei quali, si è riscontrato un significativo “Vertrauensrückgang” (diminuzione di fiducia).

La “Stabilität” è ricollegabile alla collaborazione tra i maggiori partiti elvetici.

Dal 1848, pochi ministri della Svizzera hanno dovuto dare le dimissioni e da quell’anno, sono stati 111 uomini e 10 donne, che hanno ricoperto incarichi ministeriali; un numero esiguo, forse anche perchè i ministri federali (“Bundesräte”) sono soltanto 7. In uno Stato confinante, i ministri, che hanno giurato fedeltà alle istituzioni, sono stati circa 1.300 dal 1945 a oggi.

La Svizzera è un “Rechtsstaat”, nel quale Governo, Parlamento e Giustizia, si controllano vicendevolmente. È però anche da notare, che i cittadini, non sempre condividono le scelte parlamentari. Non infrequentemente, referendum popolari esprimono dissenso con quanto deliberato dai rappresentanti; in tal modo, il popolo esprime la propria sovranità.

Qual’è l’istituzione, in Svizzera, che gode di maggiore fiducia?

È la Polizei.

La fiducia nelle istituzioni è dovuta anche alla situazione economica complessivamente buona degli abitanti. Alla stabilità, corrisponde, quindi, fiducia.

Le libertà civili e politiche garantite, sono anch’esse un “Faktor”, che contribuisce alla stabilità. L’ordinamento prevede “mezzi” atti a prevenire, nell’ambito del sistema politico, eccessive concentrazioni di potere e a offrire, al cittadino, rimedi contro decisioni arbitrarie. È garantito adeguatamente pure la libertà di stampa e di comunicazione.

Del benessere economico, può fruire l’85% degli abitanti, anche se il 15% è povero o a rischio di povertà.

In Svizzera, negli anni passati, è stato registrato un aumento dei prezzi dei beni di consumo, inferiore rispetto a Paesi confinanti e rispetto ad altri Stati europei. Ciò è dovuto, è stato detto, anche alla stabilità della moneta (CHF).

Quest’anno ricorre il 175.mo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione federale (“Bundesverfassung”). Vi è però anche un’iniziativa popolare, che tende a una revisione totale della “Bundesverfassung”, iniziativa, che, però, pare abbia poche probabilità di raccogliere i necessari consensi.

Molto apprezzati dai cittadini, sono gli istituti di democrazia diretta. Meno “Zufriedenheit” viene manifestata invece nei confronti della democrazia rappresentativa. Ai cittadini sembra che abbiano maggiore visibilità coloro che provocano e non coloro con le migliori idee.

C’è chi si dice preoccupato della coesione sociale. La percentuale degli stessi, si aggira intorno al 70% nei partiti di destra; al 64% nei partiti di centro e al 59% in quelli di sinistra.

D’altra parte, non deve essere sottaciuto, che le possibilità di partecipazione alla “cosa pubblica”, sono ritenute buone dal 60% dei cittadini, ivi non escluse le minoranze, che si sono dichiarate soddisfatte, in proposito, nella misura dell’81%. Molto apprezzato è pure il sistema federalista: dal 71%.

Il 59% dei “Befragten” si è espresso complessivamente soddisfatto della politica, anche se il 46% dubita, che la politica sia – nel futuro  - capace, di fronteggiare adeguatamente i problemi che si porranno.

Il 71% teme il populismo, che, già adesso, si fa sentire. Il 46% è preoccupato, che la politica non potrà risolvere i problemi, posti dal cambiamento climatico; la stessa percentuale ha espresso “riserve” sulla possibilità- da parte della politica – di garantire la stabilità del sistema previdenziale elvetico.

Come è noto, il divario tra ricchezza e povertà, in Svizzera, è relativamente alto. Il 67 % reputa, che questa discordanza possa – nel futuro -  minare la coesione sociale. Ritiene, altresí, che la “Chancengrerechtigkeit” sia stata realizzata soltanto in minima parte.

Deprecabile viene ritenuto l’eccessiva influenza di “lobbies” e di società commerciali sulla politica elvetica.

Per quanto concerne l’indipendenza dei media, ben l’85% ha manifestato rilevanti dubbi in proposito e reputa, che il giornalismo sia “Gehilfe der Politik” (“aiutante” della politica).

Soltanto il 42% reputa, che a persone con disabilità, venga offerto il necessario supporto e la dovuta assistenza.

III   Austria

E passiamo all’Austria.

Da un’indagine demoscopica eseguita alla fine del 2022, è emerso, che dal 2018 al 2022 si è registrato un notevole calo della fiducia dei cittadini nel sistema politico.

Mentre nel 2018, l’11 dei “Befragten” ha risposto, che il “politische System” funziona “sehr gut” (ottimamente) e questa percentuale è rimasta invariata fino al 2020, nel 2022, soltanto il 4% ha condiviso questo giudizio.

“Ziemlich gut” (si poterebbe dire “benino”) ha sentenziato, nel 2018, il 54%; nel 2020, vi è stato addirittura un leggero aumento (al 55%);

nel 2022, si è registrata una percentuale pari al 30% soltanto.

“Weniger gut” (meno buono) ha dichiarato, nel 2018, il 26%; nel 2020, il 25%, mentre questo giudizio è aumentato al 36% nel 2022.

Di cattivo funzionamento ha parlato il 7% nel 2018 e nel 2020;nel 2021, la percentuale è aumentata al 26%.

Non ha risposto o non ha sputo rispondere, un numero quasi trascurabile degli “intervistati” (tra il 4 e l’1%).

Per quanto concerne le singole istituzioni, nel 2022, il 33% ha riposto fiducia nel Governo federale (con una diminuzione pari al 9% rispetto all’anno precedente); il 38% nel Parlamento (-8%9); il 53% nel Presidente della Repubblica (-6%).

Invariata è rimasta la fiducia – sempre nel 2022 – nella PA (60%), nella giustizia(66%) e nella Polizei (75%).

Da quanto esposto, risulta, che il calo di fiducia riguarda, quasi esclusivamente, gli organi elettivi. Per questo motivo, si è parlato di “Krise der Repräsentation” (crisi degli organi rappresentativi.

.E i partiti politici?

 Nel 2018, l’87% dei cittadini aveva dichiarato di poter confidare in un partito politico, mentre nel 2022, la percentuale è dimiunita al 62%.

Molto preoccupante è il “Vertrauensschwund” dei giovani (18-26 anni) nel sistema politico. Un’indagine demoscopica, conclusasi alla fine del 2022 – e che ha riguardato oltre 2000 persone – ha rivelato, che soltanto il 34% dei “Befragten”, sono stati dell’opinione, che il “sistema” funzioni bene. Nel 2018, la percentuale era ancora stata del 64%. Non va però trascurato, che nonostante le critiche, il 90% ha ritenuto la democrazia preferibile ad altri regimi, anche se la “Demokratie” viene ritenuta “schwach” (debole).

Circa il 50% dei giovani ha dichiarato, che l’epidemia Covid-19, ha comportato un peggioramento della propria situazione economica, dovuta poi anche all’inflazione.

Molto sentito, tra i giovani, è il problema della corruzione diffusa (62%) e non sono stati pochi, che hanno ritenuto, che lo Stato sia usato da alcuni come un supermercato (“Selbstbedienungsladen”).

Soltanto il 33% circa dei giovani, ha espresso l’opinione, che i partiti politici rappresentati in parlamento, prendano sul serio i loro problemi. Molti sono interessati alla politica, ma non si sentono rappresentati dalla stessa.

Anche questo è un motivo, per cui la partecipazione alle elezioni è in continua diminuzione.

Sarebbero necessarie e urgenti riforme nel settore dell’istruzione pubblica. Attualmente può parlarsi di “Bildungsvererbung” in Austria, nel senso, che la probabilità di conseguire un grado accademico da parte di figli di genitori non laureati, è molto più bassa per i figli di non laureati.

Dovrebbe essere intensificato il dialogo tra i giovani e politica, che “non vede” i loro problemi. In sede legislativa, si dovrebbe tenere maggiormente conto anche degli effetti delle leggi sulla giovane generazione.

Conclusivamente, per quanto riguarda l’Austria, può dirsi quanto segue:

La tendenza all’”Unzufriedenheit” con il sistema politico, continua ad aumentare e la “crisi di fiducia” è una crisi del sistema rappresentativo. Ormai, la sfiducia negli organi eletti, riguarda, non più soltanto i percettori di reddito basso, ma pure le “Mittel- und Oberschichten”. Anche le conseguenze economiche delle recenti crisi, indeboliscono la fiducia nel sistema politico.

 

Nota Anche nella democrazia non diretta, deve essere salvaguardato un minimo di partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano. Ricordiamo le parole di Rousseau, a proposito della democrazia inglese: ”Il popolo… appena i membri sono stati eletti, torna a essere schiavo, non è più niente”.

Oggigiorno le democrazie rappresentative hanno due caratteristiche: il rappresentante sembra godere della fiducia del corpo elettorale, ma, una volta eletto, non è più responsabile di fronte ai propri elettori; non è revocabile. Le degenerazioni del sistema sono state avvertite da Max Weber, quando, già parecchio tempo fa, ha affermato: “I politici di professione… non vivono per la politica, ma vivono di politica”. E chi gli potrebbe dare torto?

Nota **   La scarsissima fiducia nei partiti politici, viene interpretata anche quale conseguenza del fatto, che, all’interno dei partiti, non infrequentemente, si formano piccole oligarchie, in concorrenza tra di loro. Contro queste oligarchie, il “potere dal basso” è, pressochè, “machtlos”. R. Dahrendorf, nel 1977, ha avvertito: “Le società diventano ingovernabili, se i settori, che la compongono, rifiutano il governo in nome dei diritti di partecipazione”.