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Crisi del gas: vincitori e vinti?

crisi del gas
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Articolo pubblicato su ISPI il 14 luglio 2022

 

Al sicuro?

“Risparmiare gas per un inverno sicuro”.

Questo è il titolo (e il contenuto) della prima bozza del piano che la Commissione presenterà il 20 luglio per ridurre di un terzo l’impatto di una potenziale interruzione del gas russo. Uno scenario che, qualora dovesse verificarsi a luglio, impedirebbe agli stoccaggi europei di riempirsi oltre il 71% da qui a novembre.

Troppo poco rispetto a quell’80% stabilito come minimo necessario dalla Commissione. Che quindi chiede agli Stati membri di utilizzare i fondi di REPower EU e dei PNRR nazionali per incentivare le aziende a tagliare i propri consumi. Suggerisce l’abbassamento del riscaldamento a 19 gradi negli edifici pubblici. E promette di allentare temporaneamente i limiti ambientali per le centrali a carbone.

Ma c’è chi preferisce altre soluzioni.

 

Solidarity Or bán

Uno dei pilastri su cui si regge il piano della Commissione è quello della solidarietà tra Paesi europei.

Bruxelles invita infatti a un “risparmio coordinato della domanda”, con specifici criteri sull’ordine di chiusura delle industrie in caso di emergenza. Così da ridurre gli effetti sulle catene di approvvigionamento europee e permettere di far fluire il gas dove è più necessario.

Ma neanche il tempo di presentare il piano che l’Ungheria rema contro.

Ieri Orbán ha annunciato lo stato di emergenza, che prevede tra le varie contromisure anche il divieto all’esportazione di risorse energetiche. Insomma, il rischio è di vedere per il gas quanto accadde con respiratori e mascherine durante i primi mesi di pandemia: solidarietà a parole, protezionismo nella pratica.

 

In surplus

Per una Europa che tira la cinghia sul gas c’è una Russia che, malgrado il taglio delle forniture, registra un avanzo commerciale da record.

Nel secondo trimestre, il saldo delle partite correnti (differenza tra valore delle esportazioni e delle importazioni per merci, servizi, redditi e capitale) russe ha superato i 70 miliardi di dollari: mai così ampio dal 1994.

Tra il 2007 e 2021, la media delle partite correnti nel mese di giugno è stata pari a zero, anche vista la naturale riduzione estiva della domanda europea di gas per il riscaldamento. Grazie ai prezzi del gas alle stelle, questo giugno il surplus ha invece raggiunto i 28 miliardi di dollari.

Dietro al risultato c’è però anche il crollo delle importazioni dovuto alle sanzioni.

L’inverno (economico) della Russia sarà più sicuro di quello europeo?

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