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E l’illuminazione? Il paese di sera è nella più profonda oscurità

1888-1911
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Pozzetto di una turbina a reazione orizzontale Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Pozzetto di una turbina a reazione orizzontale Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino

«È poi possibile più, nel tempo in cui siamo, un’illuminazione a petrolio? È essa economica o la più costosa? Sarebbe meglio sostituirla con illuminazione a gas, o con altra specie d’illuminazione? È un fatto sancito dalla pratica, che, a parità di intensità luminosa, tutte le specie d’illuminazione cedono il loro posto alla luce elettrica, quando sia il motore gratuito [...]

Stimiamo inutile fare qualsiasi paragone fra la luce del petrolio, quella a gas e la luce elettrica. Questa racchiude in sé ogni requisito desiderabile: assenza di sviluppo di gas fetidi o malsani di qualunque genere, intensità di luce impareggiabile, nettezza delle lampade diremo quasi, che essa sintetizza tutti i pregi della luce considerata in se stessa. Oggi la luce elettrica sta per raggiungere il suo apogeo conquistando quella supremazia indiscutibile che hanno le grandi scoperte. Usata in villaggi ed in città per illuminare Teatri e Chiese, palazzi e tuguri, gallerie e fari, per fino [sic] impiegato nella agricoltura e sui campi di battaglia, fa concorrenza al sole di Giosuè; essa protrae il giorno finché c’è acqua nella vasca di carica del turbine, finché ci è vapore nel cassetto distribuzione della vaporiera finché funzionano le macchine elettriche […]».

Alla fine dell’Ottocento vi era un sentimento diffuso di aspettazione fiduciosa nelle potenzialità dell’elettricità, basta rileggere quello che fu scritto nei giornali di allora. Se ne riceve l’impressione che il mondo presentisse l’importanza che la luce elettrica avrebbe avuto nei secoli a venire, l’inizio di un’era nuova di progresso e di civiltà.

Le prime sperimentazioni sull’utilizzo di energia elettrica in Calabria, furono effettuate alla fine dell’Ottocento, ma soltanto nel primo decennio del secolo successivo, si assiste ad un più diffuso interesse verso questo nuovo modo di fare luce.

ANOIA SUPERIORE, 19 dicembre 1909 Delibera consiliare con stipula del contratto per l’appalto dell’illuminazione pubblica
ANOIA SUPERIORE,
19 dicembre 1909 Delibera consiliare con stipula del contratto per l’appalto dell’illuminazione pubblica

Dal 1904 al 1911 i documenti archivistici testimoniano che le delibere consiliari dei comuni minori dell’allora Circondario di Palmi, riguardano l’appalto per l’illuminazione pubblica a gas acetilene.

Dalla Delibera Consiliare di Anoia Superiore, per la stipula del contratto per l’appalto, l’illuminazione era circoscritta ad un numero limitato di fanali che «[…] incominciando ogni sera dal suono dell’Ave Maria deve durare fino ad un’ora di mattina e sempre con fiamma ordinaria […], meno delle notti di ciascun mese in cui la luna compie il primo quarto fino alla terza notte dopo il plenilunio».

Polistena, 17 giugno 1911 Riunione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria avente per oggetto il Capitolato d’appalto per l’illuminazione pubblica
Polistena,
17 giugno 1911 Riunione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria avente per oggetto il Capitolato d’appalto per l’illuminazione pubblica

Nel 1911,  qualche anno più tardi, il Comune di Polistena,  durante una riunione del Consiglio Comunale in seduta straordinaria avente per oggetto il Capitolato d’appalto per l’illuminazione pubblica a gas acetilene stabilisce  «[…]Che in previsione di una possibile trasformazione del servizio della pubblica illuminazione a luce elettrica occorre stabilire che l’Amministrazione durante l’anno del contratto è sempre padrona di farla, mercé disdetta, anticipata di tre mesi restando risoluto il contratto senza diritto da parte dell’assuntore ad alcun indennizzo […]».

L’inizio del secolo si apre per Bagnara, Scilla e Palmi con un’iniziativa che finora non ha avuto eguali: il 24 ottobre 1901 era stata presentata la domanda «di concessione per derivare permanentemente le acque scorrenti presso il torrente Sfalassà o Covala, per forza motrice in servizio della luce elettrica di Bagnara, Scilla e Palmi». Fino agli inizi del ‘900 il torrente Sfalassà ospitava diversi mulini ad acqua. Il moto dell’acqua che azionava le ruote dei suddetti mulini fu poi applicata per produrre energia idroelettrica.

«Il torrente Sfalassà o Covala ha origine dai piani d’Aspromonte in provincia di Reggio Calabria e si versa nel Tirreno, presso l’abitato di Bagnara […]L’autilizzazione [sic] delle acque di questo torrente si è sinora avuta solo in parte, e cioè: come forza motrice in servizio di cinque molini da  cereali e come mezzo d’irrigazione per i terreni latistanti al torrente presso la sua foce […]».

L’acqua è stata una delle prime fonti energetiche sfruttate dall’uomo: l’energia cinetica contenuta nel movimento delle acque fluviali ha messo in movimento il complesso meccanismo dei mulini ad acqua, che si erano diffusi capillarmente, in tutto il bacino del Mediterraneo. Quando all’equazione, che mette in relazione l’energia cinetica, movimento dell’acqua, all’energia meccanica, movimento dei meccanismi, fu associato quella della produzione di energia elettrica, nacquero le prime centrali idroelettriche. I tanti mulini che caratterizzavano la maggior parte dei territori fluviali vennero in qualche modo trasformati, o rifunzionalizzati, in piccole centrali idroelettriche. Cambia anche il volto del paesaggio, con l’utilizzo di canalizzazione e piccole dighe che hanno la funzione di convogliare l’acqua all’interno della centrale idroelettrica ad acqua fluente, dove è alloggiata la turbina.

Il 20 luglio del 1904, in seguito al verificarsi di una vasta frana sulla sponda destra del torrente, il progetto per la realizzazione della centrale idroelettrica subì una variante che determinò lo spostamento dell’impianto stesso, dalla sponda destra a quella sinistra.

L’8 settembre del 1905 una scossa tellurica, successiva a quella violentissima del 16 novembre del 1894, causa molti danni alle città del Circondario, e pur non essendo particolarmente significativo di per sé, sarà uno degli elementi che, come sommatore di più cause, determinerà la gravità delle rovine, in occasione del sisma terribile del 1908.

La Società Ing. R. Zehender si trova nell’impossibilità di ottemperare a quanto richiesto dall’allora Direttore delle Costruzioni Telegrafiche e Telefoniche.

Reggio Calabria, 15 aprile 1906 ore 10:25
Reggio Calabria, 15 aprile 1906 ore 10:25
Telegramma del Direttore delle Costruzioni Telegrafiche e Telefoniche alla Prefettura di Reggio Calabria al fine di impedire l’inaugurazione della nuova illuminazione a luce elettrica finchè la Ditta Ing. R. Zehender non ottempera alle obbligazioni assunte

La linea elettrica ad alta tensione, che dall’officina elettrica sulla foce del torrente Sfalassà cammina verso Scilla e verso Palmi, era stata progettata dall’ ing. Rodolfo Zehender affinché seguisse  un percorso  il meno pregiudizievole ai fondi serventi.

«[…]di proposito si è schivato ogni nuovo incrocio delle linee ad alto potenziale con le linee telegrafiche e telefoniche dello Stato o per gl’inevitabili incroci tra i nostri fili a basso potenziale e i fili dello Stato ci proponiamo l’esecuzione delle volute reti di protezione».

Nonostante tutto l’ingegnere, a causa dei numerosi danni subiti dagli edifici, si trovò avversato nell’eseguire tutte le reti di protezione ma, questo, non impedì l’inaugurazione della nuova illuminazione a luce elettrica:

 «[…]Inaugurazione aspettata vivamente cittadinanza non potrebbe rimandarsi senza pericolo turbamento ordine pubblico».

Reggio Calabria, 23 giugno 1905 Planimetria della rete di distribuzione dell’elettrica per il comune di Scilla. Progetto redatto dall’ing. Rodolfo Zehender
Reggio Calabria, 23 giugno 1905
Planimetria della rete di distribuzione dell’elettrica per il comune di Scilla. Progetto redatto dall’ing. Rodolfo Zehender

Era il 15 aprile del 1906 quando l’acqua, della centrale idroelettrica con propri generatori sul torrente Sfalassà, si trasformava in luce per la città di Palmi e Scilla.

La corrente ad alta tensione, quel giorno percorse la distanza di circa 40 km,  quelli necessari a collegare l’officina elettrica sul torrente Sfalassa’, sede della centrale, ai casotti di trasformazione. Quell’acqua illuminò le due città grazie alle «doti di intelligenza e di adamantina onesta del progettista» l’ingegnere reggino Rodolfo Zehender che «fondò agli inizi del 900 una società con esigui capitali trovati tra persone amiche».

«Sera di Pasqua, finalmente, si è inaugurata la luce elettrica.

Il risultato è stato ottimo,le vie sono

tutte bene illuminate e le lampade sono di

grande effetto […] 

in complesso la luce segna un gran passo

in avanti ed ha lasciato tutti soddisfatti […]».

Nel 1903 è l’ing. Federico Sabino a redigere il progetto dell’impianto di illuminazione elettrica nei comuni di Cinquefrondi, Radicena, Iatrinoli, Cittanova, San Giorgio e Polistena.

Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Relazione e progetto dell’impianto di illuminazione elettrica nei comuni di Cinquefrondi, Radicena, Iatrinoli, Cittanova, San Giorgio e Polistena. Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903
Relazione e progetto dell’impianto di illuminazione elettrica nei comuni di Cinquefrondi, Radicena, Iatrinoli, Cittanova, San Giorgio e Polistena. Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903, Progetto per utilizzare la forza idraulica del fiume Sciorapotamo in provincia di Reggio Calabria. Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903,
Progetto per utilizzare la forza idraulica del fiume Sciorapotamo in provincia di Reggio Calabria. Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Progetto per utilizzare la forza idraulica del fiume Sciorapotamo in provincia di Reggio Calabria
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903
Progetto per utilizzare la forza idraulica del fiume Sciorapotamo in provincia di Reggio Calabria
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Pianta dell’opificio Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903
Pianta dell’opificio Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Sezione dell’opificio Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903
Sezione dell’opificio Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903 Pozzetto di una turbina a reazione orizzontale Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino
Reggio Calabria, 12 ottobre 1903
Pozzetto di una turbina a reazione orizzontale Progetto redatto dall’ing. Federico Sabino

 L’anno successivo,  il sig. Paolo Monteleone fa richiesta alla Prefettura della provincia di Reggio Calabria del Decreto di consenso, in rapporto alla legge 7 giugno 1904 ed il relativo regolamento 25 ottobre 1899, al fine di potere «[…] stendere le condutture elettriche sui territori ed abitati di Oppido Mamertina, Tresilico e Messignadi (frazione di Oppido)».

Villa San Giovanni, 02 ottobre 1904 Planimetria della rete di distribuzione dell’elettrica per il comune di Varapodio. Progetto redatto dall’ing. Rocco Lo Faro
Villa San Giovanni, 02 ottobre 1904
Planimetria della rete di distribuzione dell’elettrica per il comune di Varapodio. Progetto redatto dall’ing. Rocco Lo Faro
Villa San Giovanni, 30 settembre 1904 Rete di distribuzione dell’elettrica per il comune di Varapodio. Particolari delle mensole per bassa tensione, pali per alta tensione e isolatori - Progetto redatto dall’ing. Rocco Lo Faro
Villa San Giovanni, 30 settembre 1904
Rete di distribuzione dell’elettrica per il comune di Varapodio. Particolari delle mensole per bassa tensione, pali per alta tensione e isolatori - Progetto redatto dall’ing. Rocco Lo Faro

Nel 1905 viene approvato, dal Consiglio Consiliare il testo unico del Capitolato per la concessione ed impianto di conduttura di illuminazione elettrica. Il Comune di Varapodio concede così l’esercizio della distribuzione di energia elettrica alla Ditta Paolo Monteleone&Co.

Varapodio, 12 giugno 1905 Il Comune di Varapodio concede l’esercizio della distribuzione di energia elettrica alla Ditta Paolo Monteleone&Co.
Varapodio, 12 giugno 1905
Il Comune di Varapodio concede l’esercizio della distribuzione di energia elettrica alla Ditta Paolo Monteleone&Co.

Si era all’inizio di quell’importante processo di industrializzazione che poi tanto avrebbe cambiato il volto del paese e la vita dei suoi abitanti.

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Per saperne di più:

Documenti

  • ASRC, Sezione di Palmi, Ufficio del Registro di Polistena, b. 444 fascc.2430-2431
  • ASRC, Prefettura Affari Generali, inv. 22, b. 122, fasc. 130
  • ASRC, Prefettura, inv. 22, b. 201, fasc. 57
  • ASRC, Prefettura Affari Generali, inv. 23/I, bb. 133, fasc. 5
  • ASRC, Prefettura Affari Generali, inv. 24/I, b. 94, fasc. 8

Libri

  • CORRIERE DI PALMI, Anno I n.4, Palmi 31 Maggio Aprile 1888
  • CORRIERE DI PALMI, Anno I n.31, Palmi 26 Dicembre 1888
  • ZIVI’ Anno I n.9, Palmi 5 maggio 1895
  • F. D. Roosevelt, (a cura di), Artefici del lavoro italiano, 1956 pagg. 579-580
  • TARTARIN Anno II n.15, Gioia Tauro 22 Aprile 1906
  • F.Nasso, Conoscere Palmi, Virgiglio Editore, Villa San Giovanni