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Ecologia, informazione e altro

Austria
Ecologia
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Ecologia, informazione e altro – Austria

Abstract: Prevenire è meglio che punire. Questo vale anche per la normativa dettata in materia di protezione e salvaguardia dell’ambiente e della natura. Una buona informazione dei destinatari dell’”Umweltgesetzgebung”, è certamente utile per evitare, che violazioni possano essere commesse per ignoranza della legislazione; è, invece, inutile, per chi vede in tutto soltanto il proprio tornaconto.

 

Dati ambientali e accessibilità agli stessi

Se la tutela dell’"Umwelt”, è, oggigiorno, uno degli scopi principali di ogni ordinamento statale (e pubblico in genere), un’importanza non trascurabile, è venuta ad assumere, anche l’informazione dei cittadini sui dati riguardanti l’ecologia stessa.

Quest’informazione può avvenire, sia assicurando l’accesso (l’accessibilità) ai dati nella disponibilità degli organi deputati alla “sorveglianza”, sia con la diffusione (obbligatoria) di questi dati alla comunità. Accesso e diffusione valgono – indirettamente – a contribuire alla consapevolezza dei problemi rappresentati dalla tutela dell’ambiente e a far sí, che le relative disposizioni vengano rispettate (spontaneamente).

 ll rendere pubblici i “dati ambientali”, in Austria, è la regola, mentre l’accesso agli stessi, è circoscritto a quei dati, che sono rilevanti ai fini della protezione dell’ambiente.

All’accessibilità dei dati corrisponde, in gran parte, un obbligo delle autorità, a consentire, liberamente e gratuitamente, l’accesso ai dati, di cui sono in possesso; è una specie di “servizio", alla cui “prestazione” sono tenuti.

Chi può vantare il diritto “auf freien Zugang” (libero accesso) alle informazioni, di cui sono in possesso le autorità?

Fondamentale, in proposito, è il § 4, Abs. 1, dell’”UIG – Umweltinformationsgesetz” (Legge sull’informazione ambientale), che prevede lo “Zugang” in favore, non soltanto delle persone fisiche, ma anche delle persone giuridiche. A tal fine, non è necessario dimostrare un diritto o un interesse. Non occorre, essere in possesso della cittadinanza austriaca, nè- per le persone giuridiche – avere sede in Austria. Neppure necessaria è l’”individuelle Betroffenheit” (vedasi VwGH 26.6.19 – 2017/04/0130). I dati possono essere stati acquisiti dalla stessa autorità richiesta, ma anche - come vedremo – messi a disposizione da parte di terzi.

 Ai fini dell’ottenimento dei dati, vige un’ampia libertà di forma. Le richieste possono essere inoltrate per iscritto oppure anche fatte oralmente. Per quanto riguarda quelle per iscritto, è consentito l’uso del telefax, dell’e-mail, dello SMS; unica condizione è, che venga utilizzato un mezzo atto a far pervenire la richiesta a destinazione. Non occorre, che la stessa sia motivata.

Cosa succede, se l’autorità richiesta, non dispone, essa stessa, delle informazioni, di cui si chiede la trasmissione? In questo caso, sussiste l’obbligo di trasmissione della richiesta a chi di competenza o – almeno – l’indicazione dell’autorità, che è in possesso dell’informazione/dei dati.

Non tutte le informazioni in possesso dell’autorità, possono essere comunicate ad altri, poichè esistono “zugangsbeschränkte Informationen” (informazioni soggette a segretezza). Anche in tal caso, l’ufficio richiesto, non può limitarsi ad assumere un comportamento meramente passivo/omissivo; deve informare il richiedente sull’esistenza della “Beschränkung”.

La comunicazione delle informazioni richieste (non soggette a "Zugangsbeschränkung”), deve corrispondere all’ultimo aggiornamento delle stesse e fornita, preferibilmente, con uso di mezzi elettronici.

Gratuità dell’accesso

 L`accesso ai dati e l’ottenimento dei medesimi, è, in linea di principio, gratuito. Nell’”UIG” è stata  prevista la facoltà, da parte del Governo federale, di emanare un regolamento, che possa prevedere la corresponsione di un “diritto” da parte del richiedente. Questo regolamento, però, fino ad oggi, non è stato ancora emanato, per cui vi è esenzione totale, del richiedente, da qualsiasi “corrispettivo”.

Prevede il § 3 “UIG”, che l’autorità richiesta, è tenuta a evadere le richieste senza dilazione, al più tardi, però, entro un mese dalla data, in cui le medesime sono pervenute; in casi particolari, il termine può essere al massimo di due mesi.

Qualora l’autorità richiesta non provveda, entro i predetti termini, a fornire le informazioni/i dati richiesti, il richiedente ha diritto di rivolgersi alla giurisdizione amministrativa.

Se l’autorità richiesta comunica al richiedente, che si tratta di informazione, che è ”zugangsbeschränkt”, deve provvedere all’invio, all’interessato, di un “Bescheid” (provvedimento formale), conto il quale è proponibile “Beschwerde” (reclamo) dinanzi al VwG (TAR) ai sensi dell’Art. 130, Abs. 1, Z. 1 , B-VG (Cost. feder.), per violazione di un diritto soggettivo pubblico.

La cosiddetta aktive Umweltinformation

E passiamo all’”aktiven Umweltinformation”.

Sopra abbiamo accennato, che le autorità obbligate a fornire informazioni, sono tenute (salvo alcune eccezioni, che vedremo) a diffondere al pubblico – sistematicamente – informazioni nella loro disponibilità o di cui sono venute in possesso da parte di terzi. Vanno annoverati, in proposito, a titolo esemplicativo, risultati di analisi e di controlli eseguiti.

La diffusione di queste informazioni deve avvenire – preferibilmente – con mezzi elettronici  ed esse sono disponibili, accedendo ad appositi portali Internet.

Il ministero dell’Ambiente, di concerto con quello dell’Economia, ha istituito un “Pollutant Release and Transfer Register” (PRTR), liberamente e gratuitamente accessibile a chiunque. È aggiornato costantemente e contiene notizie e informazioni sulle emissioni di sostanze nocive all’aria, nonchè di sostanze inquinanti delle acque e del suolo. Ciò, a seguito di quanto convenuto in occasione della conferenza ONU di Rio de Janeiro del 1992.

Dispone il § 13 “UIG”, che i titolari di stabilimenti obbligati a procedere a periodiche rilevazioni e misurazioni di dati concernenti emissioni, sono tenuti a rendere pubblici questi dati; dati, che devono essere di facile accessibilità, non soltanto da parte di chi è pratico nell’utilizzo di mezzi elettronici. La pubblicazione può avvenire anche mediante affissione all’interno degli stabilimenti, o all’albo pretorio (comunale).

I titolari di stabilimenti caratterizzati da alto rischio di incidenti (§ 14 UIG), sono obbligati a informare, alle scadenze prescritte, le persone, potenziali vittime degli stessi nonchè le pubbliche autorità. S’intendono a elevato rischio di incidenti, gli stabilimenti, in cui possono verificarsi incendi di notevoli proporzioni, esplosioni o fughe di gas tossici.

Specie minacciate di estinzione

Ampie e tempestive informazioni in materia di ecologia non bastano. È necessario agire, porre in essere – con urgenza – misure atte a contrastare (meglio sarebbe stato prevenire in tempo), il degrado ambientale.

Che la situazione sia “bedrohlich”, risulta, tra l’altro, anche dal fatto, che molte specie di animali (circa il 40 %) sono minacciate di estinzione; tra di esse, circa il 50 % dei vertebrati andranno incontro a estinzione totale o sono comunque minacciati seriamente di estinguersi, qualora non si intenda correre ai ripari.      

La minaccia di estinzione riguarda almeno il 30% dei mammiferi (come, per esempio, delle tigri (in particolare, delle tigri dell’isola di Sumatra e dell’India, dei lemuri del Madagascar), il 40% degli squali, un quinto degli uccelli; ma anche i serpenti, i salmoni e i crostacei. La colpa è da ricercare nel comportamento degli uomini (deforestazioni, agricoltura e allevamento intensivo, caccia senza regole). L’UEN ha stilato una “lista rossa” di estinzione delle specie, lista, nella quale sono comprese circa 40.000 specie.

Gravemente minacciate sono pure le barriere coralline (per esempio, quelle dell’Australia).

Secondo un rapporto recente di “Birdlife International”, le specie di uccelli minacciate di estinzione, hanno il loro habitat in prevalenza nell’America del Sud.

Ivi e nei Caraibi, è stato registrato un calo del 94% della fauna selvatica; in Africa, del 66%; in Asia e nel Pacifico del 55%; nell’America del Nord del 20% e in Europa del 18%.

L’Austria non fa abbastanza al fine di prevenire queste minacce. Purtroppo è emerso, che l’Austria, in punto misure di prevenzione e di tutela, è, in ambito europeo, tra gli Stati meno attivi. Anche la crisi del clima – in atto - è destinata ad aumentare i pericoli di sopravvivenza (anzi la sopravvivenza stessa) di molte specie animali e vegetali.

Le “colpe” per questo stato di cose, non possono essere addossate, in Austria, soltanto allo Stato (“BUND”), ma sono ravvisabili anche per quanto concerne il “monitoring” da parte dei “Bundesländer"; monitoring, spesso insufficiente e/o incompleto. L’adozione di misure efficaci per la tutela delle specie animali e vegetali, dovrebbe costituire una priorità per tutte le autorità(statali e non).

È stato accertato, che, su scala mondiale, ogni giorno si estinguono 150 specie. Ciò è dovuto – in parte – anche ai mutamenti climatici.

Come risulta da una relazione dell’IPBS, pubblicata qualche anno fa, entro i prossimi decenni, si estinguerà circa 1.000.000 di specie di animali e di piante (su un totale – stimato – di 8.700.000).

È ben vero, che nel passato, si è tentato di arginare questo "Artensterben”; i risultati non sono stati però confortanti. Gli ostacoli maggiori sarebbero stati costituiti dall’asserita carenza di risorse finanziarie e – pure – dalla dichiarata volontà di alcuni Stati (tra i quali figura, in particolare, uno degli Stati più grandi (per estensione territoriale) del mondo), di non seguire (e di attuare) le raccomandazioni di organizzazioni internazionali (per esempio, dell’IPBS).

Resta da vedere, se la conferenza di Montreal, dedicata specificamente all’”Artensterben” (e che terminerà il 19.12.22), si concluderà con qualche risultato apprezzabile e atto ad arginare il progredire dell’”Artensterben”. Le prospettive non appaiono rosee. È da temere, che lobby potentissime e influentissime, anche nel settore  dell’ecologia, riusciranno, “das Wasser auf ihre Mühlen zu lenken” e a far sí, che un compromesso (di facciata) consentirà, di continuare, più o meno, come prima….

Un pericolo non trascurabile, è costituto pure dalla moltiplicazione – in Europa, ma, pure in Austria – di specie animali e vegetali, importate da altri continenti, alcune delle quali si moltiplicano in modo quasi incontrollabile.

La distruzione dell’habitat naturale di animali

La continua riduzione – come avvenuta purtroppo in un passato ancora piuttosto recente – dell’estensione di paludi, ha avuto per conseguenza l’estinzione di animali e di specie vegetali, che ivi avevano il loro habitat naturale. Parecchie specie di animali acquatici, attualmente, sono sull’orlo di estinzione per effetto dell’impiego di sostanze chimiche utilizzate  nella “depurazione” delle acque; acque, che, a osservarle,  appaiono “limpide” e “fresche”, mentre in realtà…..Ma queste cose, è meglio non dirle; potrebbero essere di ostacolo a qualche politicante (o figlio o nipote) sulla propria “via in cima” (anche se magari soltanto in ambito comunale o provinciale).

I “bravi cittadini” sono quelli, che si distinguono nel tacere (in ogni occasione), nel non aver mai unà opinione propria (che sia contraria a quella dei “rulers”), nel non manifestarla, che fingono di non capire.

Contro l’agricoltura industrializzata e la frutticoltura, con impiego massiccio di fertilizzanti e di anticrittogamici, non sembra esserci rimedio alcuno. La stessa cosa vale per il consumo irrefrenabile del suolo.

Quel che segue, è un breve romanzo (ecologico), ripetesi, un romanzo, lontano, quindi, dalla realtà e che non rispecchia, in alcun modo, quanto sarebbe potuto accadere o possa essere avvenuto nel passato.

 C’erano, una volta, politicanti (e i loro fedeli scudieri), che, dopo aver, per decenni, rovinato (o contribuito, con il loro silenzio, a rovinare) fiumi, torrenti, torrentelli, ruscelli e ruscelletti, avrebbero poi avuto, improvvisamente, il “coraggio” di propagare la “rinaturalizzazione” (“Renaturalisierung”) di questi “Gewässer” (“ denaturalizzati”, perchè, altrimenti, che esigenza ci sarebbe a “rinaturalizzarli” ora), come se l’avvenuta distruzione dell’originario habitat naturale delle specie ittiche, potesse essere “ripristinato” con la posa di qualche sasso in mezzo o a lato di qualche fiume o fiumicello.

Pare, che ci siano stati creduloni (e creduloni a non finire), che avrebbero “dato retta” a persone del genere, sempre pronte, si dice, a “coltivare” interessi personali (o dei figli o dei nipoti o degli amici), contrabbandando interessi propri (o di parenti) per interessi della comunità, pronte a “far fessi” gli altri, asserendo, per esempio, che certe specie ittiche sarebbero state di “razza pura”, mentre invece … si sarebbe trattato, come sembra, di ibridi….., almeno secondo notizie date da mezzi di informazione. Gli avvicendamenti in certe cariche, come in politica, sono comodi espedienti per poter “jede Schuld von sich weisen”, dicendo: “Non sono stato io a….”. Per accorgersi di questa “turlupinazione” sarebbe bastato, secondo alcuni, osservare da vicino questi “esemplari”... Pare che molto sia avvenuto “fuori scena” (come nella commedia ”Uccelli” di Aristofane (450 a. C. - 385 a. C. circa), commedia rappresentata nella primavera del 414 a. C.) e soltanto successivamente narrato “al pubblico”.

Cose del genere, come al solito, diverrebbero note soltanto dopo che certi “personaggi” (gli autori principali di queste….acrobazie) sarebbero “von der Bühne abgetreten” o i reati eventualmente commessi, ampiamente prescritti (o prontamente, “quasi auf Befehl”, dimenticati, da chi avrebbe scarsissima memoria o fingerebbe, almeno, di averla). Fine del romanzo.                                                            

In Austria è avvertita con urgenza la necessità, di estendere le dimensioni delle riserve naturali e dei biotipi per evitare l’estinzione di specie animali e vegetali.

Dei 500 biotipi naturali, pochi sono rimasti

L’Austria è il Paese, che si estende dal Lago di Costanza fino alla Pianura pannonica ed è caratterizzata da un paesaggio molto varieggiato dal punto di vista orografico. Originariamente si erano contati quasi 500 biotipi naturali e un migliaio di specie animali e vegetali.

La biodiversità costituisce un “capitale naturale”, capitale, che, non è stato protetto a sufficienza. Non si è tenuto conto del fatto, che l’estinzione di specie animali e vegetali, è pressoché irreversibile. Oggi si parla di crisi della biodiversità - causata, in massima parte - dal “Raubbau an der Natur”.

Nei passati 300 anni, l’85 % circa dei “Feuchtgebiete” (paludi ecc.) è stato distrutto e attualmente soltanto 70 sono stati, in un certo qual modo, “ripristinati” (si fa per dire); di essi, soltanto il 30 % si trova in uno stato, che può essere definito “tra il soddisfacente e l’insoddisfacente”. L’impiego – per decenni e decenni - di quantità enormi di fertilizzanti e di pesticidi, tuttora influisce negativamente sui pochi “Feuchtgebiete” ancora rimasti quasi intatti. In un nostro precedente articolo, abbiamo sottolineato l’importanza delle paludi (e dei boschi) quali riserve di CO 2.

Crisi climatica e crisi della biodiversità, interagiscono e si “rafforzano" a vicenda.

È stato calcolato, che, in Austria, ogni anno, gli insetti diminuiscono nella misura dello 0,90 %.

Difetti della legislazione?

E la legislazione in materia di protezione dell’ambiente?

È piuttosto varieggiata. È, in gran parte, “Landessache” (di competenza dei Länder, assimilabili alle Regioni), il che non favorisce di certo l’efficienza e l’unitarietà di protezione, che dovrebbero fornire i nove “Naturschutzgesetze”. Pare, che manchi tuttora un “Bundesrahmennaturschutzgesetz” (una legge quadro – federale – per la protezione della natura). Una legge del genere varrebbe a garantire l’esistenza e l’osservanza di standards minimi, ovunque sul territorio federale.

L`Austria avrebbe tutti i motivi, per salvare specie vegetali esistenti sul proprio territorio. Tra di esse, sono state contate, ben 150 specie floreali riscontrabili esclusivamente in Austria (“Endemiten”). Meno numerosi sono “Endemiten” nell’ambito delle specie ittiche (6).

Volontariamente o involontariamente, sono stati introdotti, in Austria, specie vegetali, che vengono indicate come “Neobita” (per esempio le robinie) e che stanno occupando sempre più spazio in aree caratterizzate da siccità, “soppiantando” la vegetazione originaria, che per millenni, ha caratterizzato il paesaggio.

Sarebbe ora, che i governanti si svegliassero dal torpore, nel quale sembrano essere caduti, avendo essi di mira, come sembra, soltanto il conseguimento di un ”benessere” (per sè e per i loro “clienti”); benessere, che, in realtà, sta sempre più dimostrandosi fallace e miope nonchè orientato sul solo presente, sui propri vantaggi e guadagni, trascurando il domani… e il dopodomani…

Ma tant’è.