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Il Covid provoca seri disturbi neurologici

I risultati dello studio Covid Next dell’Università di Brescia e dell’Istituto Neurologico Besta di Milano
Come d'autunno
Ph. Luca Martini / Come d'autunno

Covid19 e disturbi neurologici

Lo studio Covid Next ha dimostrato che dopo la fase acuta dell’infezione i pazienti sviluppano disturbi neurologici e psichiatrici

I recenti risultati ottenuti dallo studio Covid Next dell’Università di Brescia e dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, pubblicati sulla rivista Neurological Sciences e discussi durante il primo Webinar del forum internazionale Pills of Psychiatry and Neurology 2021, hanno confermato che l’infezione da Sars- Covid19 causa importanti disturbi neurologici.  

 

Covid19 e salute neurologica

Lo studio ha dimostrato che il 70% dei pazienti che hanno avuto l’infezione da Covid19 di livello medio grave ha sviluppato nei successivi sei mesi, sintomi neurologici, fra cui

stanchezza cronica il 34%, disturbi di memoria/concentrazione il 32%, del sonno il 31%, dolori muscolari il 30%, depressione e ansia il 27%.

Più nello specifico lo studio ha sottoposto ad analisi e controlli 904 pazienti con infezione da Covid19, con una età media di 68 anni e il 57,5% di sesso maschile. I suddetti controlli hanno rilevato che le diagnosi neurologiche più comuni sono state: Iipogeusia per il 21,1%, iposmia (20,5%), ictus ischemico acuto (19,6%), delirio (14,4%), cefalea (12,3%), deterioramento cognitivo (11,3%), comportamento anomalo o psicosi (8,9%), convulsioni (5,9%), sindrome di Guillain-Barrè (5,1%), encefalopatia grave con stupore o coma (3,7%), vertigini (3,0%), encefalite (2,3%) e ictus emorragico (2,3%), con una alterazione della morfologia cerebrale e una riduzione importante di alcune aree chiave del cervello.

Dunque, lo studio ha ulteriormente messo in evidenza che i sintomi respiratori e metabolici tipici della malattia hanno un picco durante la degenza e tendono a ridursi fino a stabilizzarsi una volta terminata l’infezione, mentre i disturbi neurologici e psichiatrici hanno un andamento opposto e iniziano ad aumentare una volta terminata la fase acuta della malattia.

Gli effetti sopramenzionati si sviluppano anche nei soggetti che hanno avuto una infezione lieve

Tuttavia, si è rilevato come nei soggetti che hanno sviluppato gravi problemi respiratori e hanno ricevuto l’ossigenoterapia, la riduzione della materia grigia è stata ben più significativa rispetto ai pazienti che non hanno avuto necessità dell’ossigeno. 

Ancora, gli scienziati italiani hanno constatato che la riduzione della materia grigia dipende anche dalla mancanza di interazioni causate dai lunghi periodi di lockdown.

Il cervello infatti, si sviluppa, secondo quanto spiegato dagli esperti, anche grazie alle interazioni sociali. La sopramenzionata riduzione ha determinato lo sviluppo di effetti collaterali soprattutto negli adolescenti e nelle persone anziane causando invero, conseguenze diverse.

La riduzione e l’alterazione della corteccia prefrontale ha causato negli anziani una accelerazione del deterioramento cognitivo, nei ragazzi invece, ha fatto registrare un aumento della suscettibilità, problemi nel controllo e nella gestione delle emozioni e un rischio maggiore di sviluppare delle dipendenze.