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Imparare a dire di NO al momento opportuno

Saper dire NO
Saper dire NO

Imparare a dire di NO al momento opportuno

Siamo capaci di dire NO quando non posiamo fare una cosa, quando pensiamo che le conseguenze di qualche azione potrebbero rivelarsi svantaggiose o semplicemente quando non condividiamo il punto di vista dell’altro?

Per riuscire a rispondere a questa domanda, possiamo provare a spiegare cosa si intenda per assertività, che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e le proprie opinioni senza offendere né aggredire il nostro interlocutore.

Saper dire di NO è una parte fondamentale della nostra vita, sia di quella privata, che di quella lavorativa: la libertà di dire NO è il primo dei diritti assertivi che pochi conoscono, ma che bisognerebbe conoscere e riconoscere anche agli altri, così da avere ben chiara la distinzione tra “chiedere” e “pretendere”.

Ma come mai dire di no, sembra così difficile?

Le motivazioni sono sintetizzabili in due risposte:

  1. dicendo no spesso si ha la sensazione di rinunciare ad un’occasione importante, il cosiddetto “senso di colpa irrazionale”;
  2. per la paura, in realtà anch’essa irrazionale, di offendere qualcuno.

Quante volte infatti vi sarete chiesti: “Ma se dico di no, non ci rimarrà male?

È importante dare “priorità e attenzione a noi stessi”, saper stabilire le priorità e mettere al primo posto ciò che vogliamo o di cui abbiamo effettivamente bisogno, fare una nostra scaletta.

Essere in grado di dire di no, avere dunque un comportamento assertivo, è fortemente legato al concetto di autostima.

Dire di no, non è una cosa facile è quindi un atto di coraggio, che migliora la vita e riduce lo stress, è un mettersi al primo posto senza essere egoisti.

Riuscire a dire NO, richiede consapevolezza di se stessi e non sempre si riesce effettivamente a farlo: spesso nella vita di tutti i giorni ci ritroviamo a “dire si quando vorremo dire di no”, e questo alimenta il nostro malessere, la percezione di noi come passivi contribuendo a creare contrasti interiori che inevitabilmente danneggiano la nostra autostima.

La tendenza che abbiamo ad essere accondiscendenti anche quando in realtà non lo vorremmo dovrebbe essere considerata una scelta inefficace e non risolutiva, in considerazione del fatto che produce un spreco di energia ed alimenta la visione negativa che abbiamo di noi.

L’automatismo inconsapevole che ci porta a dire sempre “si” è ben radicato nelle persone con una bassa autostima che tendono a sentirsi in colpa per il solo fatto di aver detto no. Va comunque considerato però che se una persona si offende perché noi non lo assecondiamo e quindi facciamo valere il nostro diritto a dire no, in maniera educata, assertiva e rispettosa, il problema non è solo il nostro bensì è legato ad una eccessiva suscettibilità del nostro interlocutore, indipendente da noi. Mentre non è né sano né sentirci responsabili delle percezioni e delle interpretazioni degli altri.

Sapere dire di NO quindi spesso ci permette di evitare “circostanze di disagio o problemi futuri”, al riguardo ricade a pennello il vecchio detto popolare “Meglio una volta arrossire, che cento impallidire”. Quanti NO detti al momento giusto, ci avrebbero evitato di prevenire situazioni difficili, imbarazzanti che non avremmo saputo come gestire.

È pertanto necessario essere chiari su ciò che si vuole realmente comunicare.

Ma vi chiedo a questo punto, quali sono le circostanze e le situazioni in cui risulta più difficile dire di “no”?

  • Dire di no sul lavoro;
  • Dire di no in una relazione;
  • Dire di no ai bambini.

Dire di no sul lavoro

È difficile dire di no al capo, al collega o comunque a un superiore, perché spesso pensiamo che questo possa ripercuotersi contro di noi, dare la sensazione di essere svogliati o incapaci o di non essere all’altezza di portare a termine il lavoro che ci è stato assegnato.

Nella realtà potrebbe accadere che l’incarico che ci è stato assegnato non rientri nelle nostre competenze e in questo caso è bene non esitare chiarendo questo aspetto e offrendo la nostra disponibilità nel fare qualcosa che rispecchi le nostre capacità. Altre volte può capitare di avere un carico di lavoro già molto impegnativo per cui il motivo del rifiuto è da attribuire a questa ragione. In tutti questi casi dovremmo avere il coraggio di parlare con il nostro capo, motivando il nostro no, perché assumendo troppi incarichi, nel tentativo di cercare di portarli tutti a termine, rischieremmo inevitabilmente di ridurre la qualità del nostro lavoro, peggiorando la nostra produttività e mostrando una parte di noi che non ci rispecchia.

Dire di no in una relazione

Quando siamo in una relazione sentimentale, ricevere un rifiuto può essere estremamente doloroso. Ci sentiamo colpiti nel nostro orgoglio, nei nostri sentimenti, ma quel no è una chiara manifestazione della volontà dell’altro, che dobbiamo accettare ed elaborare. Allo stesso modo, quando siamo noi a dire “no” saremo consapevoli del dolore che possiamo arrecare, ma sarà una manifestazione di sincerità e di chiarezza”, moralmente corretta.

Dire di no ai bambini

Saper dire di no ai propri figli è fondamentale, e ciò svolge una funzione protettiva ed educativa.

Educare al no, permette ai bambini di essere preparati al mondo “oltre noi”, a relazionarsi con gli altri in modo autonomo garantendo loro la possibilità di apprendere in modo efficace dalle frustrazioni, allenando la tolleranza e di saper selezionare cosa è possibile ottenere e accettare qualche rinuncia. Saper dire no al bambino, insegna al bambino a dire no, a dare i suoi limiti, i suoi spazi, i propri confini permettendogli di crescere in modo equilibrato, ascoltando le proprie emozioni, esprimendo le proprie opinioni affermando così la propria identità personale sotto il profilo sociale, cognitivo, emotivo, sessuale e lavorativo.

I NO nella vita dei bambini sono importanti, tanto quanto SI. Nel definire delle regole con i propri figli si dovrebbe però evitare di ricorrere sempre a un divieto, ribaltando anche qui il punto di vista e concordando cosa si possa e si debba fare. 

Arrivati a questo punto, se volessimo tirare le somme, potremmo allora chiederci, ma quindi qual è il modo migliore per dire di NO ad una richiesta che non condividiamo e allo stesso tempo vivere meglio? Rispondere in maniera semplice ma diretta, con un tono convincente ed educato, motivando il nostro rifiuto riferendosi a circostanze esterne.

Concludo con un proverbio tibetano che recita: “cercare la felicità fuori di noi è come una grotta rivolta verso nord”, iniziare da noi stessi questo viaggio dei NO, percepire in quei momenti le sensazioni che i nostri NO ci comunicano, senza dimenticarci di noi stessi: questi, a mio avviso, potrebbero essere i presupposti per aiutarci nella vita inserendo la parte di una felicità che ci porta l’equilibrio necessario per vivere al meglio.