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La pena pecuniaria nella RFT

Antelope Canyon
Ph. Antonio Capodieci / Antelope Canyon

Abstract:

La pena pecuniaria costituisce la modalità meno incisiva (e grave) delle sanzioni previste dal Codice penale e la previsione della stessa, in alternativa alla detenzione, è altresí un modo per evitare, a chi ha commesso un reato non grave, l’onta del carcere (con tutte le conseguenze che ne conseguono sul piano personale e professionale). Vale altresí a diminuire il numero dei detenuti che, non di rado, è talmente elevato, da superare la “capienza regolamentare” delle “Justizvollzuganstalten”. La facoltà- riconosciuta in sede di sentenza di condanna e in sede di “Vollzug” (esecuzione) – di eseguire la pena, anziché mediante detenzione, sotto forma di “Geldstrafe” – è quanto mai opportuna in un periodo di tempo, in cui la giustizia nella RFT, è in grave “affanno”, anche per l’elevato numero dei detenuti in “Untersuchungshaft” (custodia cautelare) e per la durata notevole della stessa.

 

Indice:

1. I §§ 42 StGB (CP) e 459 a StPO (CPP)

2. L’obbligo prioritario del risarcimento del danno

3. Modifiche delle agevolazioni in sfavore del condannato

4. Imputazione dei pagamenti e condanne plurime

5. Condanna irrevocabile e termine minimo per agire esecutivamente

6. Condannato deceduto

 

1. I §§ 42 StGB (CP) e 459 a StPO (CPP)

Il § 42 dello Strafgesetzbuch – StGB – Codice penale – prevede “Zahlungserleichterungen” (agevolazioni per il pagamento in favore dei condannati a pena pecuniaria), qualora, tenuto conto delle condizioni personali ed economiche del condannato, il giudice ritenga, che la pena pecuniaria non possa essere pagata immediatamente o comunque in unica soluzione.

Si osserva, che il Codice penale della RFT prevede molto spesso la pena pecuniaria in alternativa a quella detentiva, per cui l’inflizione di una “Geldstrafe” al termine del dibattimento, è molto frequente, specie se si tratta di persona incensurata. Il “sistema” dei “Tagessätze” consente di determinare le pene pecuniarie, adeguandole bene alle condizioni personali ed economiche del reo. Cosí, per esempio, un “Tagessatz” può variare da un Euro a ben 30.000 Euro, per cui la Geldstrafe è destinata a influire, anche pesantemente, sul portafoglio di chi dispone di un reddito netto elevato. La Geldstrafe, nel suo ammontare massimo, è, infatti, pari a 10.800.000 Euro (30.000x360).

La concessione delle “Zahlungserleichterungen” in sede esecutiva è disciplinata dal § 459 a StPO (CPP).

Prevede il comma 1 di questo paragrafo, che, dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna, la decisione sulla concessione delle “Zahlungserleichterungen” e sulle modalità, compete alla “Vollstreckungsbehörde” (Giudice dell’esecuzione).

Per “Zahlungserleichterungen” s’intendono, non soltanto pagamenti a rate (“Teilzahlungen”), ma anche rinvii e sospensioni dei pagamenti (tenuto sempre conto delle condizioni personali e, soprattutto, economiche, del condannato) nonché modifiche delle modalità di pagamento, disposte dal giudice nella sentenza di condanna.

È stato osservato, che le statuizioni di cui al § 42 StGB, hanno una limitata “Rechtskraft” in quanto sono suscettibili (ai sensi del § 459 a StPO) di modifiche. Competente è il cosiddetto Rechtspfleger.

La “Vollstreckungsbehörde” è tenuta a concedere al condannato il pagamento a rate o la sospensione, qualora sussistano i presupposti di cui al § 42, 1^ parte, StGB. Va però osservato, che si tratta di un cosiddetto Entschließungsermessen, che deve essere congruamente motivato e che non può mai confinare nell’arbitrio.

La “Gewährung der Erleichterungen” avviene d’ufficio o, più frequentemente, su istanza del condannato.

Anche se nel procedimento, che ha portato alla condanna, il giudice ha negato la concessione delle “Erleichterungen”, ciò non comporta, che la “Vollstreckungsbehörde” sia vincolata alla statuizione sul punto; quindi ha facoltà di modificarle, facoltà che, ovviamente, non sussiste, qualora sia da ritenere, che il condannato, con ogni probabilità, non adempierà le agevolazioni, che gli verranno concesse (vedasi BGH St 13, 356).

 

2. L’obbligo prioritario del risarcimento del danno

Le “Zahlungserleichterungen” vengono concesse, qualora il pagamento immediato della pena pecuniaria, implicherebbe, che l’obbligo (prioritario) al risarcimento dei danni, in favore della parte civile, verrebbe seriamente pregiudicato (oppure ritardato in modo considerevole) in quanto il condannato, tenuto conto della sua situazione personale ed economica, non è in grado di adempiere contestualmente entrambi questi obblighi.

In questi casi, l’obbligo di pagamento della pena pecuniaria, viene sospeso fino a quando il condannato non abbia provveduto al risarcimento in favore della parte civile, sempre che il condannato abbia dato il proprio consenso a questa “soluzione”. La “Vollstreckungsbehörde” adotta la decisione “nach pflichtgemäßem Ermessen” (discrezionalmente, ma sempre tenendo conto dei propri doveri) e dopo che il condannato ha offerto elementi di valutazione tali, da far presumere, che sarà effettivamente in grado di adempiere l’obbligo di risarcimento. In caso di inadempimento, nonostante la sospensione dell’obbligo di pagamento della pena pecuniaria, le “Zahlungserleichterungen” sono da revocare. Il numero delle persone detenute, perché non sono state in grado di pagare la pena pecuniaria (nonostante la concessione delle agevolazioni concedibili), è relativamente alto; è pari al 10 % circa della popolazione carceraria complessiva (questo lo dimostrano dati statistici, che si riferiscono agli ultimi anni).

La “Vollstreckungsbehörde”, come già accennato, ha la facoltà, sempre nell’ambito del “pflichtgemäßem Ermessen”, d’ufficio o su richiesta, di modificare o di revocare le “Zahlungserleichterungen”; sia quelle concesse dal giudice (in sede di sentenza di condanna), che anche le proprie. Si parla di “fehlerhaftem Ermessen”, se le rate vengono ridotte eccessivamente nel loro ammontare oppure “diluite” in modo tale, da non costituire più una “finanzielle Belastung” per l’obbligato *

 

3. Modifiche delle agevolazioni in sfavore del condannato

Modifiche in sfavore del condannato, sono costituite dalla revoca delle “Zahlungserleichterung”, da aumenti dell’importo delle rate, da abbreviazioni dei termini per il pagamento delle stesse e da “Anordnung einer Verfallsklausel” (decadenza).

Questi “aggravi” sono leciti, soltanto se sussistono fatti nuovi o nuove prove in relazione a quanto disposto dal § 42 StGB. Costituiscono fatti nuovi e nuove prove, quelli ignoti al giudice o alla “Vollstreckungsbehörde” (come, per esempio, variazioni apprezzabili intervenute nelle condizioni economiche del condannato, magari anche a seguito di un’eredità).

Modifiche in sfavore del condannato possono essere disposte altresì, se questi non adempie gli obblighi di risarcimento dei danni in favore della parte civile. Sono consentite anche modifiche ripetute.

Qualora venga meno la “Vergünstigung” ai sensi del § 42, S. 2, StGB, “collegata” alla concessione della rateizzazione, gli importi residui vengono immediatamente a scadenza (anche se il mancato pagamento non è imputabile a fatto del condannato), senza che, a tal fine, sia necessario un apposito provvedimento. Il cosiddetto Aktenvermerk, previsto dal § 459 a StPO, di cui non deve essere data comunicazione al condannato, è una mera presa d’atto circa la sussistenza dei presupposti di cui al § 42, comma 2, StGB e non è impugnabile. Ripetute inosservanze dei termini per il versamento delle rate, giustificano, che possa essere adottata la “Verfallsklausel” (decadenza dall’agevolazione).

La “Bewilligung von Zahlungserleichterungen” riguarda le spese del procedimento, che ha condotto alla condanna, soltanto qualora la predetta concessione sia stata accordata dalla “Vollzugsbehörde”. In tale caso, queste spese vanno calcolate in sede di concessione dell’agevolazione; va data pure comunicazione al condannato.

Il § 459 a StPO consente alla “Vollstreckungsbehörde”, “Zahlungserleichterungen” anche per quanto riguarda soltanto le spese processuali; questo, però, soltanto se in sentenza è stata comminata pena pecuniaria.

Se il condannato propone “Einwendungen” contro il provvedimento del “Rechtspfleger”, la decisione sulle stesse compete al giudice (del procedimento di 1° grado). Contro il “Beschluss” (ordinanza) del giudice, è proponibile “sofortige Beschwerde” (reclamo immediato, ex § 462, comma 3, StPO).

 

4. Imputazione dei pagamenti e condanne plurime

Pagamenti parziali – qualora il condannato nulla disponga in ordine all’imputazione delle stesse - vengono imputati, nell’ordine: 1) alla pena pecuniaria, 2) alle Nebenfolgen, che implicano l’obbligo di pagamento di un importo di denaro e, infine, 3 alle spese del procedimento.

Questa “sequenza”, è dettata nell’interesse del condannato in quanto tende a evitare, che questi debba scontare una pena detentiva sostitutiva di quella pecuniaria).

Pagamenti effettuati da terzi, sono sempre imputati alle sole spese del procedimento.

È però in facoltà del condannato, optare per una diversa imputazione di quanto da lui pagato. Sarà, questo, il caso, in cui, per esempio, preferisce avere in restituzione una cosa che è stata oggetto di un provvedimento di sequestro.

La volontà del condannato viene rispettata anche nel caso in cui questi provveda al pagamento, non dell’intera somma dovuta (a titolo di pena pecuniaria e altro), ma soltanto di parte della stessa.

Quanto previsto dal § 459 b StPO, ha, quindi, carattere sussidiario; norma, che trova applicazione pure nel caso di più condanne (si parla, in proposito, di “Zuordnung zu einem bestimmten Verfahren”).

Se avviene un pagamento parziale senza “Zuordnung” (espressa dal condannato) a un determinato procedimento, questo pagamento viene imputato alla pena pecuniaria, per la quale è più prossimo il termine di prescrizione.

5  L’unica “impugnazione” ammissibile contro presunte irregolarità nell’ “Anrechnungsreihenfolge”, è costituita da quella prevista dal § 23 EGGV (“Einführungsgesetz zum Gerichtsverfassungsgesetz” – Legge introduttiva all’Ordinamento giudiziario), vale a dire, l’”Antrag auf gerichtliche Entscheidung” (istanza intesa a ottenere decisione da parte del giudice).

 

5. Condanna irrevocabile e termine minimo per agire esecutivamente

A proposito dell’esecuzione di pene pecuniarie, una volta che la sentenza di condanna è passata in giudicato, è da osservare, che il § 459 c StPO consente, che si agisca esecutivamente non prima che siano passate due settimane dalla data, in cui la sentenza è diventata esecutiva (“in Rechtskraft erwachsen”). Questo periodo di tempo è previsto per dare tempo e modo al condannato, di reperire la somma da versare o per proporre istanza “auf “Zahlungserleichterungen” (di cui sopra abbiamo parlato), anche se va rilevato che il giudice, già in sede di condanna, è facoltizzato (ex § 42 StGB), a concedere le predette agevolazioni e a posticipare la scadenza per il pagamento integrale della pena pecuniaria oppure a determinare le scadenze delle singole rate.

Può procedersi a esecuzione anche senza osservanza del termine bisettimanale, se, sulla base di fatti, è da presumere, che il condannato non sarà disposto - o in grado - di provvedere al pagamento di quanto dovuto. Fatti, dai quali può essere desunta la volontà della mancanza di adempimento, sono, per esempio, frequenti cambiamenti del luogo di lavoro (o di residenza/domicilio), al fine di evitare pignoramenti “fruttuosi”.

Desistenza dall’esecuzione da parte della “Vollstreckungsbehörde”, è legittima, se non vi è alcuna reale prospettiva, che l’esecuzione possa (in futuro) condurre a un risultato (almeno apprezzabile); in questo caso, la “Vollstreckungsbehörde” (per motivi di trasparenza) procede a redigere un mero “Aktenvermerk” (una specie di annotazione), sulla base del quale viene poi eseguita la pena detentiva sostitutiva di quella pecuniaria.

 

6. Condannato deceduto

Una volta deceduto il condannato, non è più ammissibile procedere a esecuzione di una Geldstrafe, stante il carattere strettamente personale della sanzione. La pena pecuniaria, non eseguita in vita del condannato, si estingue (“erlischt”) e atti esecutivi iniziati, mentre il condannato era ancora vivente, non possono essere proseguiti. Se l’erede, erroneamente, ha provveduto al pagamento, è in facoltà dello stesso, di richiederne la restituzione “mangels Rechtsgrund”, vale a dire, perché il pagamento è avvenuto senza sussistenza di un valido titolo.

Quanto ora detto, non vale però per le spese del procedimento e per le cosiddette Nebenfolgen (se si concretano nell’obbligo di pagamento di una somma di denaro), qualora la statuizione sia diventata irrevocabile quando il condannato era ancora in vita.

Nota * Lo StGB della RFT, non contiene una norma, qual è quella dell’articolo 133 ter del Codice penale per il pagamento rateale e che prescrive rate mensili (da tre a trenta), stabilendo anche il loro ammontare minimo in Euro 15. Sotto quest’aspetto, lo StGB lascia al giudice (anche dell’esecuzione), la più ampia libertà, purché non trasmodi in arbitrio.