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Le transazioni della criminalità organizzata

Transazioni
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Abstract

A nostra difesa si sta impegnando per creare un codice di guerra cyber e spingere il legislatore ad emanare norme per prevenire attacchi informatici.

 

Sommario:

1. La regolamentazione delle criptovalute

2. Un codice di guerra

 

1. La regolamentazione delle criptovalute

Oggi siamo di fronte a due grandi problemi speculari: la regolamentazione delle criptovalute e l’attribuzione degli attacchi informatici. Per quanto riguarda il primo, lo stesso professor Panetta (membro del Board della Bce) ha detto che attualmente vige un totale far west. Dunque, c’è assoluta necessità di regolamentare questo mondo. Come è noto, è partito l’iter di iscrizione presso l’OAM (Organismo Agenti e Mediatori) degli operatori in criptovalute.

In Italia abbiamo una regolazione antiriciclaggio per le piattaforme di exchanger in criptovalute ma, paradossalmente, non abbiamo una legge dello Stato che regola questo settore e abbiamo una grossa lacuna legislativa a livello europeo.

Attualmente molti paesi si stanno muovendo, con gli Stati Uniti in testa, verso una regolamentazione per questo fenomeno, che ormai ha raggiunto dei volumi di scambio che non possono essere ignorati dai regolatori. Inoltre, non è da sottovalutare neanche il fenomeno per il quale la Russia sta scavalcando le sanzioni attraverso le criptovalute, e a tal proposito è stato lanciato un allarme dalla BCE, Ue e Nato. Quindi, è evidente che se noi non assestiamo in maniera compiuta il settore delle criptovalute ci sfuggirà di mano.

 

2. Un codice di guerra

Un rapporto di Eurojust dimostra che il 60% delle transazioni della criminalità organizzata in Europa viene effettuato attraverso le criptovalute.

Tutto ciò che non è regolamentato arricchisce coloro che vogliono utilizzare sistemi come questo, fondati sull’anonimato e la decentralizzazione, per scopi illeciti.

Su questo sono d’accordo anche il Ministero della Difesa e l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. L’altro allarme  emerso, è l’attribuzione degli attacchi informatici.

E’ necessario che venga fornito un criterio di punibilità. Quindi l’UE e l’Italia non hanno una legislazione anti-hacker. La nostra difesa è monca perché manca un codice di guerra cibernetica per poter contrastare e sanzionare gli attacchi informatici, decine di migliaia al giorno in Italia. Su questo siamo paurosamente indietro e c’è un gap anche a livello di collaborazione tra le intelligence, poiché gli Stati europei non adottano una strategia unica.

Tutto ciò deve spingere il nostro legislatore ad emanare subito delle regole su questa materia e sollecitare anche l’Europa a farlo. Io auspico che venga varato un codice di guerra cyber.