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Memorandum di 130 intellettuali, accademici e professionisti esperti in materia psicoforense

Femminicidio
Femminicidio

Alla Commissione Parlamentare

di Inchiesta sul fenomeno del femminicidio, nonché

su ogni forma di violenza di genere

e p.c

Presidenza del Consiglio dei Ministri

Vice Presidente della Camera

Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri

Commissione Parlamentare per la Tutela dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Autorità Garante per l’infanzia e l’Adolescenza

 

Organi di stampa e Mass Media

 

Con delibera del 16 ottobre del 2018 è stata istituita la Commissione a cui ci rivolgiamo. Le sue finalità sono chiarite dalla Presidente Valeria Valente all’agenzia di stampa DIRE il 3 agosto 2020:

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio ha da tempo rivolto attenzione a come la violenza venga letta e riconosciuta nei tribunali, al fenomeno della PAS, e se e quante volte sia derubricata a conflitto nelle cause di separazione e di affido dei minori”.

La Commissione, come ha confermato la sua Presidente, ha selezionato 572 fascicoli (un campione certamente non rappresentativo delle cause di separazione per i minori, che sono mediamente 60.000 l’anno, come si può osservare nella tabella 1, a pag.2), allo scopo di esaminare: “come viene percepita la violenza in tribunale”.

Questa attività nasce sulla base anche di proteste di alcune madri che si sentono danneggiate dalle consulenze tecniche d’ufficio (CTU) esperite durante il loro processo di separazione per l’affidamento dei figli, anche a causa di una diagnosi chiamata “Sindrome di Alienazione Genitoriale” (PAS) di cui si sarebbero rese responsabili per aver ostacolato l’incontro del figlio con l’altro genitore. Si paventa vibratamente da parte di alcune che ci sia un preconcetto anti-femminile da parte degli operatori forensi.

Diciamo subito che vediamo di buon auspicio la creazione di questo genere di Commissioni, come quella che potrebbe, per esempio, indagare sui molti errori giudiziari che vengono compiuti nelle aule di tribunale e che talvolta portano alla condanna e carcerazione di persone innocenti: l’Innocent Project negli Stati Uniti, operante dal 1992, ha portato alla scarcerazione, ad oggi, di 375 persone condannate, di cui alcune si trovavano nel braccio della morte.

Vogliamo offrire ai lavori della Commissione il nostro contributo di epistemologia sociale, sulla base delle nostre conoscenze scientifiche ed esperienza professionale. È chiaro a tutti che in materia forense errori grossolani vengono compiuti da consulenti, periti e magistrati tanto più gravi nei casi di cui stiamo parlando perché si riflettono non solo su uno o più genitori, ma soprattutto sui figli minori.

I dati ci dicono che nelle cause di separazione e di divorzio e che comunque comportano l’affidamento dei figli le donne sono di gran lunga preferite rispetto all’uomo, come è ben evidenziato nella tabella 1 sottostante, tratta dal database ISTAT.

Ovviamente chi tenta di ostacolare il rapporto con l’altro genitore è in genere, ma non necessariamente, l’affidatario e/o il collocatario. Ed è per questo che ci sono più cause in argomento che riguardano le madri rispetto ai padri.

Tabella1 Fonte ISTAT

Tabella1 Fonte ISTAT

 

A ciò si aggiunga che la maggior parte di chi giudica in questa materia è “donna”, come si può rilevare dalla composizione dei magistrati delle sezioni famiglia di Milano, Roma, Napoli e Palermo, a titolo esemplificativo, in cui le donne giudici rappresentano il 74% del totale, rispetto al 26% dei colleghi uomini. Un altro aspetto che va considerato è che, per esperienza, gran parte dei consulenti tecnici d’ufficio (CTU) in questa materia sono di genere femminile, come questa Commissione potrà verificare, consultando gli elenchi dei CTU presso il sito dei Tribunali italiani. A titolo di esempio presso il Tribunale di Milano su un totale di 138 CTU, le donne sono il 79% (110) a fronte del 21% (28) di uomini, presso il Tribunale di Palermo su 263 CTU, le donne sono il 93% (246) rispetto al 17% (17) di uomini. Per quel che concerne gli assistenti sociali, nel 2019 risultavano 5348 iscritti all’Ordine, di cui solo 350 di genere maschile.

Dunque, un apparato forense composto per lo più da donne che si suppone instauri, per un preconcetto antifemminile, una “violenza istituzionale” nei confronti di madri è del tutto inconcepibile.

I figli hanno diritto di essere accuditi, istruiti ed educati da entrambi i genitori. La separazione ed il divorzio fanno cessare la relazione tra loro, ma non può mai cessare il fatto di essere genitori.

È un principio acquisito che anche un grave conflitto tra i genitori non fa venir meno il diritto- dovere di entrambi gli ex coniugi o ex partner di svolgere il proprio ruolo genitoriale.

Quando due genitori che si separano sono incapaci di accordarsi circa il destino a breve e a medio termine del figlio e delegano a terzi nell’ambito giudiziario. come consulenti e magistrati, di decidere per loro, possono verificarsi degli errori pregiudizievoli per i figli e persino degli abusi. 

È un principio acquisito che va preferito per l’affidamento il genitore che favorisca il rapporto del figlio con l’altro genitore, sotto il profilo materiale, fisico ed emotivo: è il cosiddetto “criterio dell’accesso”.

Un principio base a cui dobbiamo ispirarci è quello pronunciato da Khalil Gibran:

“I Vostri figli non sono figli vostri. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi. E sebbene siano con voi, non vi appartengono”.

Solo un pericolo grave, concreto ed attuale per il figlio può limitare o escludere questo accesso all’altro genitore: esso deve comunque essere vagliato da un terzo, ovvero dal magistrato.

Veniamo alla vexata quaestio della Sindrome di Alienazione Parentale (PAS), che per taluni è inesistente. Basti vedere come il tema venga mal-trattato: l’associazione Maison Antigone ha addirittura creato una petizione contro le iniziative del Ministero della Salute e del Ministro Speranza relative agli studi empirici sulla Alienazione Parentale (https://www.facebook.com/maisonantigone/posts/2844045425823910), criticando le riflessioni scientifiche di uno degli attuali firmatari (https://youtu.be/CoDjQY-n2rM). 

Che il fenomeno esista è comprovato. Andando sulle banche dati scientifiche è possibile rintracciare ben 7.659 citazioni di studi e ricerche sull’Alienazione Parentale, che confrontate con una pseudoscienza come la chiromanzia, sono circa dieci volte superiori. (Vedi Tabella 2)

Tabella 2

  Tabella 2

 

L’errore principale è discutere dell’etichetta e non del fenomeno. La mappa non è il territorio.

La comunità scientifica è concorde nel ritenere che non si tratti di per sè di un disturbo individuale a carico del figlio, ma di un fattore di rischio evolutivo per lo sviluppo psicologico e affettivo del minore. Tale nozione compare nel DSM IV tra i problemi relazionali tra genitore e figlio e nel DSM-5 all’interno dei problemi correlati all’allevamento dei figli.

È quindi sufficientemente acclarato che la PAS sia meglio definita come un disturbo del comportamento relazionale e non come una sindrome. Il DSM-5 definisce i problemi relazionali come:

“modelli persistenti di sentimenti, comportamenti e percezioni che coinvolgono due o più partner in un importante rapporto interpersonale”.

Il concetto di “sindrome” è dunque improprio, non trattandosi di una malattia ma di una disfunzione della relazione, che può danneggiare lo sviluppo dei figli costringendoli a parteggiare per qualcuno e a diventare inautentici attraverso un Io contraffatto da un genitore, il quale impone il proprio risentimento nei confronti dell’altro.

La parola “sindrome” invero è stata utilizzata anche a vantaggio delle donne, quando si parlava della “sindrome della donna maltrattata” che veniva utilizzata proprio per difenderle quando avessero ucciso il partner per difendersi dai suoi maltrattamenti[1] (Walker, 1999, 2017; Shuller, Vidmar, 1992).

La Presidente Valente afferma nell’intervista a DIRE: “Abbiamo sempre parlato della violenza assistita dei minori come di una violenza diretta a tutti gli effetti. Allo stesso modo una madre che assiste ad una violenza sul proprio figlio (costretto ad un collocamento che non vuole, o ad una casa famiglia) è una violenza diretta sulla madre. Leggiamo le cose in questo modo”.

Quando si parla di violenza occorre denotarla correttamente per non usarla in modo connotativo, così altrimenti vi rientrano fenomeni che sono violenza solo nella percezione di uno dei soggetti.

Affermare dunque che la violenza indiretta sia equivalente a quella diretta non è solo un errore concettuale, ma è pericoloso per le sue conseguenze sotto il profilo della funzione deterrente: se, ad esempio, picchiare la moglie davanti al figlio equivale a picchiare anche il figlio, allora tanto vale estendere a quest’ultimo la stessa condotta.

Diversa è la situazione in cui un genitore assista impotente all’altro genitore che fa violenza sul figlio e da quella in cui il minore assista a violenze tra genitori.

Occorre porre attenzione al pericolo insito nell’estendere il significato di violenza al di là di quella espressa nei confronti di un’altra persona o quella reattiva all’aggressione subita, senza confonderla con quella semplicemente percepita da uno dei soggetti.

Insomma, è pericoloso in un clima emotivamente acceso usare in modo improprio la parola violenza, che deve essere considerata nella sua modalità espressiva o reattiva (ovvero denotativa) e non in modo connotativo: si possono altrimenti attribuirvi significati che essa non ha.

Ricordiamo che le Brigate Rosse hanno ucciso o gambizzato dei dirigenti aziendali quale - a detta loro - “risposta” alla “violenza delle multinazionali”.

La Presidente dichiara:

Un’indagine principalmente quantitativa con lo scopo qualitativo però di appurare i criteri di specializzazione nel richiedere una CTU, quanti e quali corsi si facciano, quanti per i magistrati, quanti uomini e quante donne vi partecipino”.

Concordiamo, è un’indagine utile: ci sono molti psicologi che sono ben formati in Psicologia Clinica, ma non in Psicologia Forense, che si avventurano in questo ambito senza avere una preparazione specifica. Sarebbe come se uno pneumologo fosse chiamato a fare una perizia per un danno all’apparato della masticazione.

A questo proposito è utile ricordare l’accordo tra Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), Consiglio Nazionale Forense, Consiglio dell’Ordine degli Psicologi per l’armonizzazione dei criteri e delle procedure di formazione degli elenchi dei periti e dei consulenti tecnici ex art.15,1.8 marzo 2017, n.24 in attuazione del Protocollo d’Intesa tra CSM, CNF e FNOMCeO firmato il 24 maggio 2018. Un buon punto di partenza limitato dal fatto che viene indicato tra i criteri primari di selezione l’essere passati almeno 5 anni – invece che 10 dall’iscrizione all’Albo – dal conseguimento del titolo di specializzazione ottenuto presso le apposite scuole istituite dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in quanto non esistono apposite scuole di psicologia forense mentre esistono quelle per la psicoterapia.

Ci preme sottoporre all’attenzione di questa Commissione il fatto che sul web circolano documenti allarmanti sul tema. Per esempio l’agenzia giornalistica D.I.Re alla quale la Presidente ha rilasciato le dichiarazioni che abbiamo richiamato, ha pubblicato un documento dal titolo “Il cambiamento che vogliamo” (https://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2020/07/9-lug_Il-cambiamento-che-vogliamo.pdf), a cui hanno aderito numerosi enti e associazioni, in cui si sostiene che “innanzi agli uffici giudiziari si registra una profonda diffidenza nei confronti delle donne, sempre meno credute quando esprimono preoccupazione per l’incolumità dei figli e delle figlie a causa delle condotte paterne, fino ad essere additate loro stesse causa di pregiudizio”.

Nel documento si legge ancora che verrebbero imposti per “l’incapacità di riconoscere la violenza” tentativi di “mediazione occulta o supporto alla genitorialità (in grassetto nel testo in quanto entrambi gli istituti sono poco graditi tanto che taluni gruppi organizzati di madri addirittura chiedono l’abolizione della legge 54 che prevede la bigenitoralità), da svolgersi con Servizi Sociali o Psicologi/ghe”. La formazione degli operatori dei consulenti tecnici e degli assistenti sociali dovrebbe vedere la partecipazione delle “organizzazioni di donne, per garantire un approccio di genere ed evitare formazioni “neutre” e che deve tener conto di una prospettiva intersezionale, capace di considerare le discriminazioni multiple”. Si auspica quindi la formazione di un CTU sia di parte e non neutrale.

In altri documenti diffusi reiteratamente da più soggetti e pagine FB, come, ad esempio, Madr unite contro la violenza istituzionale (https://www.facebook.com/436106887235190/posts/724719545040588/) e condivisi via social, viene esposta una lista di “proscrizione” di oltre 120 consulenti che in tutt’Italia opererebbero una violenza istituzionale a danno delle madri. In quanto cattivi maestri o incauti allievi di tecniche peritali, non danno per esempio per scontato che una denuncia, magari neanche definitiva in primo grado in sede penale, debba considerarsi un fatto acclarato durante la consulenza tecnica d’ufficio in sede civile.

Non si comprende quale sarebbe la ragione di tale violenza mirata contro le madri, dato che, come si può vedere tra i segnalati nella lista di proscrizione e in coloro che firmano il Memorandum che spesso coincidono, molte sono donne e molte di esse sono anche madri. Non c’è nulla che unifichi i firmatari, tranne la loro professionalità e la loro cultura.

Auspichiamo che questo contributo possa essere utile ai lavori della Commissione.

 

Firmatari

Dott.ssa Iolanda Abate. Psicologa. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott. Leonardo Abazia. Psicologo, Dirigente ASL Na 1centro. Giudice Onorario Tribunale minorile di Napoli. Direttore Master Psicologia Giuridica e Perizia Psicologica. Ordine degli Psicologi della Campania.

Dott.ssa Anna Balabio. Psicologa Forense. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott. Andrea Barbieri. Psicologo, Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Avv. Giovanni Bartoletti. Foro di Viterbo.

Dott.ssa Claudia Baglioni. Psicologa. Ordine degli Psicologi della Toscana.

Dott.ssa Chiara Battaglia, Psicologa, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Donatella Belardi, Psicologa.  Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Avv. Alberto Beer. Foro di Verbania.

Dott. Fabio Benatti. Psicologo. Docente presso lo IUSVE di Venezia. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott.ssa Alessandra Benzi. Psicologa Forense, Mediatrice familiare. Vice Presidente Associazione Italiana dei Consulenti Psicoforensi (AICPF). Ordine Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Nicoletta Bersani. Psicologa Forense, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi dell’ Emilia Romagna.

Dott.ssa Maristella Berton. Psicologa. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott.ssa Laura Braga. Psicologa, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Maria Brusa. Psicologa Forense. “TESEO” Centro di consulenza per la famiglia. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Federica Rossi Berluti, Psicologa giuridica, Psicodiagnosta. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott.ssa Cristina Bianchi, Psicologa. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Ilaria Boghi. Psicologa Giuridica. Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Simona Bonifacino. Psicologa, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi della Liguria.

Dott.ssa Aurora Bonvino, Psicologa. Ordine degli Psicologi della Puglia.

Avv. Francesco Buonomini. Foro di Velletri.

Dott.ssa Ivana Cacciatori. Psicologa. Dirigente Primario Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Lodi. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Giuliana Callero. Psicologa. Mediatrice familiare. Componente Commissione Deontologica dell’Ordine degli Psicologi della Liguria. Presidente (AICPF) Associazione.

Italiana Consulenti Psicoforensi. Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Liguria.

Dott. Giovan Battista Camerini, Psichiatra, Neuropsichiatra infantile. Docente presso le

Università di Padova e LUMSA di Roma. Ordine dei Medici di Bologna.

Dott.ssa Laura Cavalli. Psicologa, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Adele Cavedon, Già ricercatore. Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta in Psicologia Giuridica. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott.ssa Elisa Caponetti. Psicologa Giuridica. Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott.ssa Maria Grazia Calzolari. Psicologa, Psicoterapeuta, Psicologa Giuridica. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Virna Cappello. Psicologa. Psicoterapeuta. Consulente tecnico in ambito giuridico. Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia.

Dott.ssa Giulia Capra. Psicologa. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Avv. Cristina Ceci. Foro di Vercelli.

Avv. Maria Rosaria Cesarano, Criminologa, Esperta in violenza sessuale e violenza di genere nell’elenco BURL della Regione Lombardia. Docente presso il Master dell’APL (Associazione Psicologi Lombardi). Foro di Milano.

Dott.ssa Annarita Chinnici. Psicologa. Iscritta all’Ordine della Lombardia.

Dott. Giovanni Ciraso. Medico Legale. Ordine dei Medici di Padova.

Avv. Roberta Paola Corongiu.  Foro di Roma.

Dott.ssa Valentina Crespi. Psicologa, Psicoterapeuta infantile, CTU presso il Tribunale

Ordinario di Milano e il Tribunale per i Minorenni di Milano, Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott. Alberto D’Argenio. Psichiatra forense. Psicoterapeuta. Dirigente Medico – disciplina Psichiatria presso l’Unità Operativa Complessa di Psichiatria e Psicologia Clinica del Policlinico Universitario Tor Vergata. Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Roma.

Vincenzo De Leo, Medico Legale, Esperto in Psicopatologia e Neuropsicologia Forense. Ordine dei Medici del Friuli Venezia Giulia.

Prof. Davide Dettore, Associato di Psicologia Clinica. Presidente del Corso di Laurea

Magistrale in Psicologia Clinica e della Salute e Neuropsicologia. Università degli Studi di Firenze. Ordine degli Psicologi della Toscana.

Dott.ssa Giorgia De Nicola Psicologa, Psicoterapeuta. Iscritta Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott. Velio Degola. Psicologo Forense. Ordine degli Psicologi della Liguria.

Dott.ssa Camilla Di Nunzio. Psicologa, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott. Stefano Eleuteri. Psicologo. Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni di Roma. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott.ssa Martina Fantera, Psicologa, esperta in Criminologia, Psicopatologia e Scienze Forensi. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Avv. Marco Farina. Foro di Milano.

Avv. Federica Federici. Foro di Roma. Componente commissione famiglia e commissione minori dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

Dott.ssa Stefania Filippi. Psicologa Forense, Psicoterapeuta. Ordine degli psicologi del Lazio.

Avv. Massimiliano Fiorin. Foro di Bologna.

Avv. Rita Fontanesi. Foro di Modena.

Avv. Cesare Fossati. Foro di Genova.

Dott.ssa Valeria Franco. Psicologa, Psicoterapeuta, Esperta in Neuropsicologia e Psicopatologia Forense. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott. Marco Frongillo. Psichiatra, Psichiatra Forense, Ordine dei Medici di Milano.

Dott.ssa Cristina Gaoni Medioli. Psicoanalista. Residente in Brasile.

Dott.ssa Francesca Giarelli. Medico specialista in Psicologia Clinica. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Avv. Valeria Giacometti. Foro di Ivrea.

Avv. Giovanni Gualterotti. Foro di Milano

Avv. Guglielmo Gulotta, Psicologo, Psicoterapeuta. Già Professore Ordinario all’Università

degli Studi di Torino. Foro di Milano.

Avv. Carlo Ioppoli. Foro di Roma. Presidente ANFI (Avvocati Familiaristi Italiani).

Dott. Salvatore Improta. Psicologo. Esperto in Psicologia forense. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott. Marco Lagazzi. Criminologo. Ordine dei Medici di Genova.

Avv. Elena Leardini Foro di Milano.

Dott.ssa Erika Leoni, Psicologa Giurdica, Psicodiagnosta e Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott.ssa Moira Liberatore. Psicologa, Psicoterapeuta, Unità Psicoforense. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Avv. Francesco Lo Curcio. Foro di Milano.

Dott.ssa Laura Lombardi. Psicologa clinica e forense. Mediatrice familiare. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott. Giovanni Lopez, Psicologo clinico e forense, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi della Calabria.

Dott. Giulio Maggia, Psicologo Forense, Neuropsicologo, docente presso l’Università degli Studi di Padova. Iscritto all’Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott.ssa Tiziana Magro. Docente di Psicologia Generale presso l’Istituto Universitario Salesiano (IUSVE) di Venezia- Mestre. Docente presso l’Istituto Veneto di Terapia Familiare di Treviso per l’area di Psicologia Giuridiche. Docente presso il Master in Criminologia dell’Istituto Universitario Salesiano (IUSVE) di Mestre. Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Avv. Francesca Malgieri Proietti. Membro della Commissione reati in ambito familiare e della Commissione merito, legittimità e spazio giuridico europeo. Foro di Roma.

Dott.ssa Silvia Manca. Psicologa giuridica, esperta in scienze forensi. Ordine degli Psicologi della Sardegna.

Avv. Matias Manco. Foro di Milano.

Dott.ssa Ylenia Manni. Psicologa. Psicoterapeuta. Giudice Onorario presso il TM di Taranto. Ordine degli Psicologi della Puglia.

Dott. Alessandro Marcolin, Psichiatra, Medico legale. Ordine dei Medici di Padova.

Dott. Manuel Marcon. Psicologo, psicoterapeuta, esperto in psicologia e neuropsicologia forense, Ordine degli psicologi del Veneto.

Dott.ssa Luana Marghi, Psicologa forense, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia.

Dott.ssa Barbara Masseroli. Psicologa, CTU presso il Tribunale Ordinario di Padova. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Avv. Silvia Mesturini. Foro di Livorno.

Prof.ssa Isabella Merzagora, Ordine degli Psicologi della Lombardia, Ordinario di Criminologia   all'Università di Milano e presidente della Società italiana di criminologia (SIC).

Dott.ssa Alessia Micoli, Psicologa. Criminologa. Psicologa Nucleo Operativo bullismo e cyberbullismo del CTS di Latina. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott. Luigi Mignogna. Psicologo. Criminologo. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott.ssa Alessia Mirabelli. Psicologa. Ordine degli Psicologi della Calabria.

Dott.ssa Gloria Monti, Psicologa Giuridica, Psicoterapeuta.  Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Avv. Luisa Morelli. Foro di Brescia.

Avv. Paola Moroni. Foro di Imperia.

Dott.ssa Maddalena Moretti, Psicologa Clinica, Psicologa Forense. Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott. Marco Monzani, Criminologo, direttore del Master Universitario in Criminologia,

Psicologia investigativa e Psicopedagogia forense e del Centro Universitario di Studi e Ricerche in Scienze Criminologiche e Vittimologia (SCRIVI) dell’Università IUSVE di Venezia e Componente esperto della Commissione pari opportunità tra donna e uomo della Provincia Autonoma di Trento.

Dott.ssa Laura Muscatalello. Psicologa. Psicologa Forense. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Gioconda Nisco. Medico, Psichiatra. Dirigente Asl Piacenza. Ordine dei Medici di Piacenza.

Dott.ssa Lucilla Passerini. Psicologa. Criminologa. Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi   dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Arianna Pedoja. Psicologa, specializzata in psicopatologia e neuropsicologia forense.

Ordine degli Psicologi del Veneto.

Dott.ssa Sara Pezzuolo, Psicologa Giuridica. Ordine degli Psicologi della Toscana.

Avv. Giorgio Piazzese. Foro di Torino.

Dott. Marco Pingitore. Psicologo Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi della Calabria.

Dott. Marco Pizzi, Psicologa forense, Psicoterapeuta. Iscritta all’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia.

Avv. Cosimo Pricolo. Foro di Piacenza.

Avv. Lino Pulga. Foro di Cassino.

Dott.ssa Alice Quadri. Psicologa Psicoterapeuta. Ordine Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Donatella Ragusa, Neuropsichiatra infantile. Ordine dei Medici della Sicilia.

Dott. Severo Rosa. Psicologo forense. Psicoterapeuta Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Dott.ssa Irene Rossetti. Psicologa, psicodiagnosta, consulente psicoforense e in materia di deontologia presso l’Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Federica Ruggeri. Psicologa, consulente Psicoforense. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Valentina Ruggeri. Psicologa, Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott. Fabrizio Russo, Criminologo, Psicoterapeuta, Docente presso l’Università del Piemonte

Orientale. Ordine degli Psicologi del Piemonte.

Prof. Ugo Sabatello. Neuropsichiatra infantile. “La Sapienza” Università di Roma. Ordine dei Medici di Roma.

Prof. Giuseppe Sartori. Professore Ordinario. Direttore del Master in Psicopatologia e Neuropsicologia Forense presso l’Università degli Studi di Padova.

Dott.ssa Ilaria Sassarellu. Psicologa. Ordine degli Psicologi della Sardegna.

Dott. Felice Scaringella, Psicologo. Ordine degli Psicologi della Puglia.

Avv. Salvatore Scuto. Già Presidente della Camera Penale di Milano. Foro di Milano.

Dott.ssa Cristina Scarpazza. Esperta di Neuropsicologia Clinica e Forense. Ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Avv. Marco Scòpesi. Foro di Genova.

Avv. Genny Sebastiani. Foro di Roma.

Dott. Gustavo Sergio. Magistrato. Già Presidente del Tribunale per i Minorenni di Napoli.

Dott.ssa Silvia Spanò. Psicologa Psicoterapeuta. Socia AICPF. Ordine degli Psicologi della Sicilia.

Dott. Federico Stroppa. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Lucia Taddei. Psicologa. Psicoterapeuta. Esperta in Psicodiagnosi. Psicologa riabilitativa presso “Villa Giuseppina” di Roma. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dott.ssa Lorita Tinelli. Psicologa, Criminologa, Fondatrice CeSAP – centro studi abusi psicologici. Ordine degli Psicologi della Puglia.

Avv. Francesca Trebisonna, Professore a.c. di Diritto Minorile. Università degli Studi di

Modena e Reggio Emilia. Foro di Cagliari.

Dott.ssa Magda Tura. Psicologa Forense. Psicoterapeuta. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Avv. Patrizia Turati. Foro di Como.

Dott.ssa Roberta Vacondio. Psicologa Forense. Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna.

Avv. Alessandra Varius. Foro di Torino.

Avv. Lucia Varliero. Foro di Rimini.

Dott. Vittorio Vezzetti. Pediatra. Ordine dei Medici di Varese.

Avv. Vinicio Viol, membro Commissione Procedura Penale dell’Ordine degli Avvocati di Roma, membro commissione Europa della camera Penale di Roma. Ordine degli Avvocati di Roma.

Dott.ssa Roberta Vitali. Psicologa, Psicoterapeuta, CTU presso il Tribunale Ordinario di Milano. Ordine degli Psicologi della Lombardia.

Dott.ssa Laura Volpini, Psicologa Giuridica e Forense, Psicoterapeuta, Criminologa. Docente presso la “Sapienza” Università di Roma. Ordine degli Psicologi del Lazio.

Dottoressa Colonna Zaida, Psicologa Forense, Psicoterapeuta, Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia.

Avv. Maria Teresa Zampogna. Foro di Milano. Già componente della Commissione Famiglia e Minori dell’Ordine degli Avvocati di Milano. Responsabile Osservatorio Doppio Binario e Giusto Processo UCPI.

Avv. Maria Chiara Zanconi. Foro di Milano.

Dott. Salvatore Zizolfi. Psichiatra, Psicanalista IPA, Ordine dei Medici di Como.

Avv. Francesca Zoppas. Foro di Alessandria.

 

[1]Lenore E., A. Walker (1999) The Battered Woman Syndrome. Second Edition. Springer Publishing Company. NY (USA)

Lenore E., A. Walker (20017) The Battered Woman Syndrome. Fourth Edition. Springer Publishing Company. NY (USA)

Shuller R.A., Vidmar N. (1992) Battered woman syndrome evidence in the courtroom. Law and Human Behavior volume 16pages273291(1992)