Oligarchi russi: ecco quanto hanno perso finora
Guerra ucraina: ecco quanto hanno perso gli oligarchi russi finora
Nel giro di un anno sono andati in fumo ben 93,2 miliardi di dollari: a rivelarlo sono i dati di Trading Platforms. Sul podio i colossi di gas e petrolio
93,18 miliardi di dollari andati letteralmente in fumo. È questo il bilancio parziale di quello che si appresta ad essere un annus horribilis per i più facoltosi oligarchi russi, anche a causa delle sanzioni contro Mosca a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
I dati sono stati elaborati dal portale TradingPlatforms, che ha preso in considerazione 19 miliardari russi legati al Cremlino. L’84% delle perdite complessive è da imputare a una decina di loro, che complessivamente si sono visti sfumare $77,87 miliardi dai loro portafogli. Gli altri 9 hanno invece perso “solo” 15,31 miliardi – mediamente 1,7 a testa.
Prima di rivelare i loro nomi, gli analisti di TradingPlatforms hanno cercato di comprendere le cause del tracollo finanziario. In primo luogo c’è un’economia, quella russa, non ancora pienamente uscita dalla fase emergenziale da Covid-19. A ciò si aggiunga una valuta nazionale, il rublo, che sconta un’ormai cronica sottovalutazione rispetto a euro e dollaro.
La mazzata finale sono state le severissime sanzioni economiche comminate da UE, Stati Uniti, Regno Unito e dai loro alleati mondiali contro centinaia di individui e istituzioni finanziarie di Mosca, tra cui l’esclusione di 8 banche russe da SWIFT e lo stop statunitense all’import di greggio russo.
“È il peggior momento possibile per essere un miliardario russo”, scrive Edith Reads di TradingPlatforms. “Un’economia in difficoltà dopo la crisi del Covid-19 e un rublo debole non hanno favorito le imprese russe. Le sanzioni contro di loro e contro Mosca hanno solo esacerbato i loro guai”, aggiunge.
Ecco il podio di chi ha perso di più:
1. Vagit Alekperov (-$17,6 miliardi)
A inizio anno, Forbes gli attribuiva un patrimonio stimato di 24,9 miliardi di dollari. La fortuna non sembra essere stata dalla sua parte, dal momento che nell’ultimo anno il presidente del gigante petrolifero LUKoil ne avrebbe persi la bellezza di 17,6.
2. Gennadij Timčenko (-$11,4 miliardi)
Il magnate a capo del Volga Group è uno dei fedelissimi del presidente Vladimir Putin, che nei primi anni ’90 gli spianò la strada nel campo dell’export di energia. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e di banconote nei conti correnti, ma l’amicizia con il leader russo è rimasta salda, tant’è che già nel 2014 finì sulla lista dei sanzionati dopo l’annessione della Crimea. Patrimonio stimato a inizio anno: 22,4 miliardi.
3. Leonid Michel’son (-$11 miliardi)
Non è un caso che anche il gradino più basso del podio sia occupato da un tycoon dell’energia. Michel’son è CEO e principale azionista di Novatek, il secondo produttore di gas naturale della Russia (dopo il colosso Gazprom).
Un patrimonio personale stimato a 32,4 miliardi di dollari, a inizio anno, ne fa il paperone di Russia. O meglio, ne faceva…
Lo scettro di uomo più ricco di Russia appartiene infatti ora al “collega” del nichel Vladimir Potanin, che nonostante un capitombolo di 6,43 miliardi di dollari, mantiene una ricchezza stimata di $24,5 miliardi.
I dati indicati nell'articolo sono presi da questo articolo redatto da Edith Muthoni.