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Pandemia e inquinamento: gli effetti del Covid su emissioni di Co2 e gas serra

Dati contrastanti tra quelli pubblicati per l'Italia nel 2020 e i dati mondiali rilevati della Wmo
pandemia e inquinamento
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Pandemia e inquinamento: il Covid ha fatto anche cose buone

Iniziamo con la buona novella: in Italia nel 2020 l’inquinamento è colato a picco! La notizia la prendiamo dal quotidiano “Il Giorno”, che qualche giorno fa titolava: “Effetto Covid: a picco le emissioni di Co2 e di gas serra”.

L’articolo confrontava i dati rispetto a quelli dell’anno scorso: 9,8% in meno di emissioni di Co2 nel 2020 rispetto al 2019 in Italia. Un trionfo climatico, dovuto ai lockdown e alle chiusure generalizzate attuate soprattutto nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 a causa della pandemia.

Pandemia e inquinamento: le emissioni in Italia calano più del Pil

I dati sono quelli diffusi dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca per l'Ambiente (Ispra). In pratica, le emissioni nocive sono calate più del Pil che, nello stesso periodo, ha visto una riduzione dell'8,9%.

I motivi? Da un lato la diminuzione delle emissioni elettriche, data dal lockdown (-12,6%); inoltre, la riduzione dei consumi energetici anche negli altri settori, quali industria (-9,9%) e trasporti (-16,8%). Non trascurabile la riduzione del traffico privato in ambito urbano e del riscaldamento (-5,8%) dovuta alla chiusura parziale o totale degli edifici pubblici e delle attività commerciali.

Pandemia e inquinamento: cala anche il gas serra

Dai dati diffusi, si apprende anche una riduzione del 19% del gas serra rispetto al 1990, che passano da 519 a 418 milioni di tonnellate di Co2, con un calo del 2,4% rispetto al 2018.

Dati incoraggianti, dovuti all’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili e alla riduzione delle centrali a carbone.

Pandemia e inquinamento: nel mondo va diversamente (?!?)

Dunque, siamo contenti: il Covid ha portato, almeno, una significativa riduzione dell’inquinamento. E adesso possiamo rimboccarci le maniche e ripartire per costruire un mondo migliore. No? Beh, pare non sia esattamente così. Almeno nei dati globali riferiti all'intero mondo.

Difatti solo cinque giorni mi trovo a leggere questo interessante articolo di “Wired” che titola nel seguente modo: “La riduzione delle emissioni di Co2 è stata una breve parentesi”. Ma come? Se cinque giorni fa eravamo felici e già pensavamo al nuovo ministero per la transizione ecologica?

L’occhiello chiarisce che: “Studi mostrano che le emissioni sono tornate a crescere nel 2021. Mentre il 2020 ha registrato le temperature più alte mai registrate dal 1850”.

Ergo, tutto a posto, niente in ordine

Ma vediamo di capire meglio che accade.

Pandemia e inquinamento: i dati dell’Organizzazione mondiale della meteorologia (Wmo)

La Wmo, Organizzazione mondiale della meteorologia, pochi giorni dopo la lettura dell’articolo precedente, chiarisce che la pandemia non ha avuto alcun effetto positivo sulla concentrazione di gas serra e che, anzi, nel 2020 è tutto peggiorato, intensificandosi in maniera definita “inarrestabile”, con un innalzamento mai registrato delle temperature globali.

La riapertura delle aziende dopo il blocco forzato, poi, avrebbe portato un incremento dell’inquinamento dato dal maggior lavorio delle stesse per recuperare quanto perduto e il finanziamento di industrie a combustibili fossili.

Dunque, secondo questo report, le emissioni di gas serra sono cresciute in maniera inarrestabile sia nel 2019 che nel 2020, portando il termometro a temperature che non si registravano da 160 anni.

Pandemia e inquinamento: i dati contrastanti

 Petteri Taalas, segretario generale della Wmo, ha così dichiarato: “Tutte le informazioni sul clima contenute in questo studio evidenziano l’inarrestabile intensificazione del cambiamento climatico, l’aumento nella frequenza e nell’intensità degli eventi climatici estremi e le gravissime conseguenze che ricadono sulle persone, sulle società e sulle economie mondiali”.

Dunque, la confusione regna sovrana. Due dati contrastanti, provenienti da due autorità prestigiose, che certificano dati diametralmente opposti. Certo, il dato favorevole riguarderebbe l’Italia, quello negativo il mondo intero. Possibile che noi italiani siamo stati tanto virtuosi rispetto al resto del mondo?

Speriamo, ma consentiteci qualche dubbio.