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Personale dell’Amministrazione della Giustizia: in attesa del giusto riconoscimento

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Personale dell’Amministrazione della Giustizia: in attesa del giusto riconoscimento

Il dubbio viene osservando lo svolgersi dell’apertura dell’Anno Giudiziario presso la Suprema Corte di Cassazione.

Quella Cerimonia è specchio che rende l’immagine della Cultura che la nostra società ha della Giustizia, di quali sono i suoi interlocutori. L’immagine riflessa è la sostanziale ricerca della Giustizia Giusta insieme con le garanzie che maggiormente si ritiene possano essere adeguate.

Illuminata è l’anima eterna della Giustizia che deve confrontarsi con una realtà che è sempre da domare. Ma il confronto pretende che l’anima possa operare. Le garanzie pretendono adempimenti ed assicurarli comporta attività da svolgere.

Il Corpo della Giustizia, quel Corpo che regge Spada e Bilancia e che agisce rendendo concreto l’anelito della sua anima, risulta nella Cerimonia impalpabile, trasparente.

Operare nella realtà è altro rispetto allo stabilire regole. È altro rispetto all’individuazione della regola da applicare.

In particolare l’individuazione della regola da applicare non è la soluzione per chi deve concretamente operare. Anzi è il problema. Compito di chi opera è rendere concreto il rispetto delle regole, della loro finalità, adeguando opportunamente il proprio operato alle situazioni in cui si versa o meglio in cui ci si trova. Giustizia vuol dire anche organizzare apparati: cose, mezzi e persone per rendere servizi.

Senza il Corpo l’anima non muore ma perde la sua concretezza, la sua capacità di agire qui ed ora. I tempi dell’anima senza il suo Corpo sono l’Eternità nell’Indefinito indeterminato.

La Benda sugli occhi del Corpo della Giustizia rappresenta l’importanza dell’imparzialità dell’Amministrazione e non solo della Giurisdizione.

Il funzionamento degli apparati che ineriscono al rendere Giustizia è di sempre maggiore complessità e il Corpo della Giustizia deve correre in un mondo che non si ferma mai.

I simboli si materializzano. L’agilità del Corpo permette di tenere ferma la Bilancia e di brandire con precisione la Spada.

Le responsabilità operative, organizzative di persone mezzi e cose, dell’Amministrazione nelle sue articolazioni, necessitano di attenzione e di essere ascoltate per impedire fughe della Giustizia nell’Eternità e nell’indefinito indeterminato.

È auspicio quindi, che muti la Cultura della Giustizia, che muti l’immagine che se ne dà. È auspicio che si prenda atto della peculiarità e dell’importanza dei compiti affidati all’Amministrazione e della peculiarità e dell’importanza del suo ruolo. Peculiari e importanti sono le qualità e le competenze che sono richieste per dare concretezza agli impulsi della Giustizia trovando comunque soluzioni.

L’assenza, la trasparenza del Corpo della Giustizia all’apertura dell’Anno Giudiziario presso la Suprema Corte rende la Cerimonia, sicuramente solenne, ma comunque un vuoto spettacolo, una rievocazione storica.

A volte vengono mosse critiche, a volte arrivano stiracchiati ringraziamenti al personale della Giustizia ma risultano comunque parole al vento senza la presenza di chi, evocato, ha concrete e quotidiane responsabilità organizzative di persone, mezzi e cose. Suggerisco di acquisire, con nuovo Protocollo, il punto di vista dell’Amministrazione cui appartengo. Anche nelle Corti di Appello la considerazione del Corpo della Giustizia non dovrebbe essere occasionale e discrezionale. Vorrei avere un senso di appartenenza più ampio che sento ma che forse non è riconosciuto.

È peculiare che il personale dell’Amministrazione della Giustizia abbia un senso di ingiustizia perché il suo operare è inascoltato, perché il suo operare è di risulta rispetto a decisioni che mancano della considerazione delle conseguenti difficoltà operative da affrontare.

Il mondo corre o forse gira sempre intorno a sé stesso. L’Amministrazione della Giustizia non è costituita esclusivamente dalla figura processuale del Cancelliere ma è molto più articolata e complessa e anche le attività del Cancelliere devono essere organizzate da figure amministrative che hanno preparazione e capacità specifiche al ruolo. E specifico non vuol dire solo pratico. E questo già da molto tempo.

La strada per il giusto riconoscimento dell’importanza delle diverse figure del personale dell’Amministrazione della Giustizia per l’efficace ed efficiente rendere Giustizia è ancora lunga. Ma questa è un’altra storia. Dare seguito al suggerimento sarebbe un inizio, un segnale di cambiamento nella giusta direzione.