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Proposta di legge spagnola per vietare la vendita di alcolici ai minori

(Ovvero ’Spagna, sesso e rock n’roll’)
Una proposta di legge vorrebbe avvicinare i costumi iberici a quelli americani, vietando la vendita di alcolici ai minori di diciott’anni. Il 15 settembre scorso il Ministro ’de Sanidad y Consumo’ Elena Salgano ha presentato davanti al Consiglio dei Ministri le linee maestre di quello che sarà ’l’Anteproyecto de Ley para prevenir el consumo de alcohol entre los menores de edad’, che tenterà di unificare in tutte le comunità autonome i criteri di limitazione alla vendita e al consumo di alcool tra i minori. Un interrogativo sull’effettiva efficacia, qualora fosse approvata ed entrasse in vigore, di una legge di tal sorta, può tentare le sue risposte osservando la realtà spagnola, così come ci si presenta attualmente: dall’inizio del 2006, lo Stato ha vietato di fumare nei posti di lavoro, sui mezzi di trasporto pubblici e nei centri commerciali.

Nei locali pubblici di più di 100 metri quadri o è vietato fumare, o è necessario allestire un’area per non fumatori. Mentre quelli più piccoli, dallo scorso gennaio, devono dichiararsi per fumatori o per non fumatori. E anche se le buone intenzioni della normativa sono evidenti, la maggior parte dei piccoli bar spagnoli si dichiara per fumatori per non perdere la clientela.

Fino a poco tempo fa ubriacarsi in pubblico era, anche per i giovani spagnoli, un segno di onore, più che qualcosa di cui vergognarsi. Centinaia di migliaia di giovani prendono parte al macro-botellón, fenomeno ormai dilagato da Málaga a Madrid, da Barcellona a Bilbao, una sorta di festa delle baccanti dei giorni nostri o, se si preferisce, un’enorme sbornia collettiva con il supporto di un apposito sito internet. Probabilmente anche per questo il governo spagnolo ha vietato di bere in pubblico. Il sociologo Navarette, nel suo libro Il fenomeno Botellón, parla del cosiddetto ’macro-botellón’ come di una situazione che “adesso non dev’esser più tollerata”.

Le linee guida dettate dal Ministro della Sanità possono essere così sintetizzate: si proibirà la vendita di alcool ai minori di diciotto anni così come il consumo di alcolici lungo le strade e le zone pubbliche; per evitare la facile disponibilità di bevande da parte dei minori, i locali che desidereranno vendere alcool nei luoghi dove non è permesso il consumo dovranno avere una licenza specifica e, comunque, non potranno venderlo tra le 22.00 e le 8.00 del mattino. L’ultimo punto saliente riguarda la pubblicità delle bibite alcooliche che non potrà essere diretta ai minori di diciotto anni nè diffondersi sui trasporti pubblici o nelle vicinanze di centri educativi. Inoltre, saranno stabilite delle sanzioni all’emissione di annunci pubblicitari di bevande alcooliche via radio, su manifesti e nei nuovi media, andando così ad integrare e completare le restrizioni vigenti nel settore televisivo.

Ora, se la legge che vieta il fumo nei locali presenta il risultato di aumentare i locali per fumatori e ghettizzare i non fumatori, quale effetto potrebbe sortire la legge contro la vendita di alcool ai minori? Verosimilmente, quello di incrementarne la vendita clandestina e allora sì che la Spagna si avvicinerebbe all’America, ma a quella del proibizionismo! E come si può pensare di istruire, con questi mezzi, i giovani ad avere una relazione matura con l’alcool?

Sia consentita, infine, una riflessione: il governo di Zapatero è balzato alle cronache internazionali per alcune leggi, importanti, certo, ma piuttosto curiose, come quella per il riconoscimento di diritti civili per le scimmie antropomorfe (secondo il Progetto Grandi Scimmie Antropomorfe); la legge per l’imposizione dello Stato sulla produzione di OGM; o quella che, per combattere l’anoressia, proibisce agli stilisti di vendere abiti in taglie troppo piccole.

Le cronache ci hanno fatto conoscere anche il "Piano Africa" (legge per alcuni versi analoga all’italiana “Bossi Fini”), molto dura nei confronti dell’immigrazione clandestina, ma volta anche alla regolarizzazione dei clandestini per combattere il lavoro nero. Si è riusciti persino ad affermare il diritto ad un risarcimento economico ai figli delle vittime della dittatura franchista. Sono state alleggerite le pratiche di modifica delle generalità per i transgender, legalizzata la sperimentazione medica della cannabis e ridotte molte restrizioni sulla clonazione terapeutica e sull’uso di cellule staminali di origine embrionale ai fini di ricerca scientifica. In nome della scelta di laicità statale, è stata eliminata l’obbligatorietà per gli studenti di ricevere l’insegnamento della religione cattolica a scuola. Sotto lo stesso governo, è stato introdotto il divorzio breve, una nuova procedura legale per l’annullamento dei matrimoni dedita a diminuire tempi e costi della procedura, ed è stata approvata una legge liberalizzante sulla fecondazione assistita.

Alla luce di quanto sin qui brevemente e per sommi capi delineato, quale coerenza si può rintracciare in un Paese che, se ne condividano o meno le posizioni, ha approvato leggi volte ad aumentare la libertà delle scelte personali - soprattutto a proposito di discusse materie riguardanti l’etica e la laicità (tra le quali, piuttosto celebre e discussa è stata la riforma che ha allargato l’accesso al matrimonio anche alle coppie omosessuali, garantendo loro gli stessi diritti riservati alle coppie eterosessuali, tra cui quello di adottare dei figli, poi allargato anche alle coppie di fatto)- ma poi, davanti al problema dell’abuso dell’alcool, risponde ponendo un rigido divieto?

Una proposta di legge vorrebbe avvicinare i costumi iberici a quelli americani, vietando la vendita di alcolici ai minori di diciott’anni. Il 15 settembre scorso il Ministro ’de Sanidad y Consumo’ Elena Salgano ha presentato davanti al Consiglio dei Ministri le linee maestre di quello che sarà ’l’Anteproyecto de Ley para prevenir el consumo de alcohol entre los menores de edad’, che tenterà di unificare in tutte le comunità autonome i criteri di limitazione alla vendita e al consumo di alcool tra i minori. Un interrogativo sull’effettiva efficacia, qualora fosse approvata ed entrasse in vigore, di una legge di tal sorta, può tentare le sue risposte osservando la realtà spagnola, così come ci si presenta attualmente: dall’inizio del 2006, lo Stato ha vietato di fumare nei posti di lavoro, sui mezzi di trasporto pubblici e nei centri commerciali.

Nei locali pubblici di più di 100 metri quadri o è vietato fumare, o è necessario allestire un’area per non fumatori. Mentre quelli più piccoli, dallo scorso gennaio, devono dichiararsi per fumatori o per non fumatori. E anche se le buone intenzioni della normativa sono evidenti, la maggior parte dei piccoli bar spagnoli si dichiara per fumatori per non perdere la clientela.

Fino a poco tempo fa ubriacarsi in pubblico era, anche per i giovani spagnoli, un segno di onore, più che qualcosa di cui vergognarsi. Centinaia di migliaia di giovani prendono parte al macro-botellón, fenomeno ormai dilagato da Málaga a Madrid, da Barcellona a Bilbao, una sorta di festa delle baccanti dei giorni nostri o, se si preferisce, un’enorme sbornia collettiva con il supporto di un apposito sito internet. Probabilmente anche per questo il governo spagnolo ha vietato di bere in pubblico. Il sociologo Navarette, nel suo libro Il fenomeno Botellón, parla del cosiddetto ’macro-botellón’ come di una situazione che “adesso non dev’esser più tollerata”.

Le linee guida dettate dal Ministro della Sanità possono essere così sintetizzate: si proibirà la vendita di alcool ai minori di diciotto anni così come il consumo di alcolici lungo le strade e le zone pubbliche; per evitare la facile disponibilità di bevande da parte dei minori, i locali che desidereranno vendere alcool nei luoghi dove non è permesso il consumo dovranno avere una licenza specifica e, comunque, non potranno venderlo tra le 22.00 e le 8.00 del mattino. L’ultimo punto saliente riguarda la pubblicità delle bibite alcooliche che non potrà essere diretta ai minori di diciotto anni nè diffondersi sui trasporti pubblici o nelle vicinanze di centri educativi. Inoltre, saranno stabilite delle sanzioni all’emissione di annunci pubblicitari di bevande alcooliche via radio, su manifesti e nei nuovi media, andando così ad integrare e completare le restrizioni vigenti nel settore televisivo.

Ora, se la legge che vieta il fumo nei locali presenta il risultato di aumentare i locali per fumatori e ghettizzare i non fumatori, quale effetto potrebbe sortire la legge contro la vendita di alcool ai minori? Verosimilmente, quello di incrementarne la vendita clandestina e allora sì che la Spagna si avvicinerebbe all’America, ma a quella del proibizionismo! E come si può pensare di istruire, con questi mezzi, i giovani ad avere una relazione matura con l’alcool?

Sia consentita, infine, una riflessione: il governo di Zapatero è balzato alle cronache internazionali per alcune leggi, importanti, certo, ma piuttosto curiose, come quella per il riconoscimento di diritti civili per le scimmie antropomorfe (secondo il Progetto Grandi Scimmie Antropomorfe); la legge per l’imposizione dello Stato sulla produzione di OGM; o quella che, per combattere l’anoressia, proibisce agli stilisti di vendere abiti in taglie troppo piccole.

Le cronache ci hanno fatto conoscere anche il "Piano Africa" (legge per alcuni versi analoga all’italiana “Bossi Fini”), molto dura nei confronti dell’immigrazione clandestina, ma volta anche alla regolarizzazione dei clandestini per combattere il lavoro nero. Si è riusciti persino ad affermare il diritto ad un risarcimento economico ai figli delle vittime della dittatura franchista. Sono state alleggerite le pratiche di modifica delle generalità per i transgender, legalizzata la sperimentazione medica della cannabis e ridotte molte restrizioni sulla clonazione terapeutica e sull’uso di cellule staminali di origine embrionale ai fini di ricerca scientifica. In nome della scelta di laicità statale, è stata eliminata l’obbligatorietà per gli studenti di ricevere l’insegnamento della religione cattolica a scuola. Sotto lo stesso governo, è stato introdotto il divorzio breve, una nuova procedura legale per l’annullamento dei matrimoni dedita a diminuire tempi e costi della procedura, ed è stata approvata una legge liberalizzante sulla fecondazione assistita.

Alla luce di quanto sin qui brevemente e per sommi capi delineato, quale coerenza si può rintracciare in un Paese che, se ne condividano o meno le posizioni, ha approvato leggi volte ad aumentare la libertà delle scelte personali - soprattutto a proposito di discusse materie riguardanti l’etica e la laicità (tra le quali, piuttosto celebre e discussa è stata la riforma che ha allargato l’accesso al matrimonio anche alle coppie omosessuali, garantendo loro gli stessi diritti riservati alle coppie eterosessuali, tra cui quello di adottare dei figli, poi allargato anche alle coppie di fatto)- ma poi, davanti al problema dell’abuso dell’alcool, risponde ponendo un rigido divieto?