Questo sistema non va: promesse e proclami, ma i suicidi aumentano

Questo sistema non va: promesse e proclami, ma i suicidi aumentano
Con il suicidio al carcere di Torino del 20.08.2025 siamo a 56 morti nella disperazione di condizioni disumane e contrarie ad ogni decenza oltre la legittima certezza della pena da espiare.
Ormai non è più neppure una questione di suicidi, che sono troppi e interrogano le coscienze di ciascuno ma soprattutto chiamano a responsabilità il Ministro Nordio e lo stato italiano che nulla sa fare se non invocare la certezza della pena, la inflessibilità contro ogni logica di clemenza deflattiva orizzontale, ignorando prima di tutto che l’esecuzione di un provvedimento giudiziale impone allo Stato il rispetto finalistico dell’art. 27 della Costituzione, imponendo allo Stato di rispettare la legge.
Uno stato che ignora il rispetto della legge come può pretendere che i cittadini rispettino la legge anche nelle più basilari prescrizioni di convivenza ! ... già lo pretende inventando nuovi reati, con lo spauracchio della punizione inflessibile e irreprensibile. Una pena atroce, così spaventosa da dover fungere da deterrente. Forse è per questo che lo Stato ed il nostro Ministro Nordio mantengono le carceri nella situazione illegale ed incostituzionale, abominevole e disumana in cui sono.
Ora forse è chiaro: non voglio, non intendono non possono rendere umane le carceri e risocializzante la detenzione, temono di perdere il deterrente contro i cittadini.
Già perché non si comprende come difronte al dramma che si consuma quotidianamente nelle carceri italiane, dove Agenti penitenziari sotto organico sono all’estremo delle forze oramai ridotti ad baluardo a difesa dell’ultima remota trincea della frontiera senza cittadinanza, personale educativo privo di ogni risorsa per pianificare un trattamento che sappia ricondurre il detenuto al dovuto reinserimento non possono che gestire una emergenza quotidiana senza programmazione e senza prospettiva, dove la sanità non è neppure più cura palliativa incapace di governare una prevenzione impossibile in luoghi dove a mancare è prima di tutto igiene sicurezza e decoro, non si comprende appunto come difronte a ciò lo Stato ed il Ministro non capiscano che in un contenitore da 50 litri non si possa pensare di farci stare 80 litri di liquido, trenta litri tracimano muoiono.
Ecco il carcere oggi è un contenitore fatto per un X persone (100) e si pretende di stivarne 160; non ci stanno, tracimano, muoiono.
Ministro con buona pace della sua fantasia, e della sua faccia tosta, non è questione di strumenti di clemenza deflattiva orizzontale, no non è quello che chiedono i detenuti. Queste persone chiedono di scontare la loro pena con decenza e dignità possibilmente avendo a disposizione tutti gli strumenti che lo Satto, nel patto sociale con il paese e con la legge, deve mettere a disposizione per raggiungere l’obbiettivo voluto dalla legge delle leggi: la risocializzazione del reo.
Non è lo sconto di pena che i detenuti chiedo, è la legittima aspirazione a tornare in società risocializzati dopo aver effettuato un percorso di revisione e di risocializzazione con dignità ed ispirato all’umano rispetto.
Risibile pensare che se aumentiamo il numero dei detenuti in cella questi possono meglio sorvegliarsi a vicenda evitando i suicidi, i detenuti devono risocializzarsi eventualmente a sorvegliarli devono pensarci gli Agenti penitenziari (una volta chiamati secondini proprio per la vigilanza).
Ministro in attesa che lei costruisca nuove carceri, aumenti i posti di detenzione con container e con ampliamenti delle strutture esistenti, veda come convertire le caserme in posti detentivi a trattamento attenuato per Semiliberi e soggetti ammessi a misure alternative, nel frattempo come facciamo a far stare 160 nel contenitore che ha capacità 100 ??
Qualcuno, come il Presidente del Senato, propone soluzioni strette, per non irritare gli amici di coalizione e non smentire le sue categoriche esclusioni, tanto strette da apparire se non impraticabili, studiate ad personam per qualche amico.
O svuotiamo contestualmente le strutture stracolme pensando di introdurre un meccanismo di sospensione esecutiva in attesa si liberino i posti, quindi a un posto che si libera si fa entrare un nuovo detenuto, o studiamo qualche sistema diversificato, ora subito ! Sicuramente NON possiamo pretendere che in attesa di una detezione umana, domani, i detenuti di oggi siano ammassati come animali, carne da macello in condizione putrida e degradante. L’Italia aspetta dal 2013 anno della prima condanna della CEDU, e in 12 anni non si è fatto NULLA.
Signor Minsitro mentre Lei si fa “…40 vasche nella piscina del Roquet Club di Panatta a Treviso per poi mi concedersi un Negroni o uno Spritz Campari” (intervista Nordio a ilDubbio 22.8.2025) in carcere si muore, si vive in modo disumano e degradante, si resta senza speranza in un domani.
Caro Ministro, la sua totale indifferenza in spregio alla dignità della persona è tanto grave quanto la colpa dello Stato per la violazione delle leggi che impongono rispetto della persona e esecuzione della pena finalizzata al recupero sociale (risocializzazione); in nessuna Legge della Repubblica Italiana, neanche in quelle ereditate dal regime fascista, si trova scritto che compito dello Stato nella esecuzione di una pena sia quello di annichilire il condannato e trattarlo in modo disumano e degradante, stivarlo in cella dove non può vivere in modo normale, lasciarlo senza acqua calda, con servizi igienici degradati e senza una sanità che sappia prevenire patologie e abbia cura della persona malata.
Per questa responsabilità che i tanti troppi insopportabilmente suicidi in carcere si verificano Lei e tutto lo stato nelle sue articolazioni amministrative siete responsabili penalmente, civilmente, politicamente e socialmente .
Nell’estate 2024 avete annunciato soluzioni che non ci sono state, a luglio 2025 avete annunciato lo studio con una task force per affrontare l’emergenza del sovraffollamento carcerario che non ha prodotto alcunchè e non produrrà alcun risultato. Quanto ancora l’umana decenza deve attendere?