Riforma del Premierato: a che punto siamo e cosa cambierà con la riforma costituzionale?

Riforma del Premierato: a che punto siamo e cosa cambierà con la riforma costituzionale?
I pro e contro della riforma della Costituzione voluta dal Governo Meloni: come funzionerebbe l’elezione diretta del Presidente del Consiglio
Abstract: L’articolo analizza il nuovo procedimento di elezione del Presidente del Consiglio, nel caso in cui la riforma dovesse essere approvata dal Parlamento o confermata dal referendum costituzionale.
The article analyses the advantages and disadvantages of the constitutional reform
Introduzione
Negli ultimi mesi, il dibattito sulla riforma del premierato è stato al centro della scena politica italiana, salvo poi scemare nei riflettori mediatici per alcuni mesi. Dopo il primo via libera del Senato il 18 giugno scorso, il disegno di legge costituzionale presentato dal governo Meloni a novembre 2023 prosegue il suo lungo e tortuoso iter verso l’approvazione definitiva. Il percorso richiede infatti ulteriori passaggi alla Camera, prima in commissione e poi in aula, dove il testo potrebbe subire modifiche. Successivamente, è necessaria una nuova approvazione da parte di entrambe le Camere, a distanza di almeno tre mesi, con il medesimo contenuto. Nella seconda votazione, il disegno di legge deve ottenere una maggioranza qualificata di due terzi, altrimenti sarà sottoposto a referendum popolare.
L’attuale sistema di nomina del Presidente del Consiglio
Oggi, la nomina del Presidente del Consiglio avviene attraverso il ruolo determinante del Presidente della Repubblica. Dopo le elezioni, il Capo dello Stato avvia un ciclo di consultazioni con i partiti – sia di maggioranza che di opposizione – per individuare il candidato in grado di ottenere la fiducia delle due Camere. Questo passaggio è cruciale: senza la fiducia parlamentare, il Governo non può insediarsi. Se non emerge una maggioranza chiara, il Presidente della Repubblica può assegnare l’incarico a un altro candidato o, come extrema ratio, sciogliere le Camere e convocare nuove elezioni.
La nomina del Presidente del Consiglio con il Premierato
La riforma del premierato, promossa dal governo Meloni, mira a rivoluzionare questo meccanismo. Con il nuovo sistema, il Premier sarà scelto direttamente dal popolo, sottraendo tale potere al Presidente della Repubblica. In caso di mancata fiducia, il Presidente della Repubblica non potrà nominare un nuovo Premier, ma dovrà conferire un secondo incarico allo stesso candidato per verificare la possibilità di formare una maggioranza. Se questa non si concretizzasse nemmeno al secondo tentativo, il Capo dello Stato sarà obbligato a sciogliere le Camere e indire nuove elezioni.
Le implicazioni del Premierato
La riforma proposta comporta cambiamenti di grande portata per il sistema istituzionale italiano. Da un lato, essa priva il Presidente della Repubblica del suo principale potere, riducendolo a una figura di rappresentanza. Dall’altro, riconosce al popolo il diritto di scegliere direttamente il Premier, rafforzando il legame tra elettori e Governo.
Vantaggi del Premierato
- Partecipazione diretta del popolo: L’elezione diretta del Premier potrebbe incentivare una maggiore partecipazione elettorale, riducendo l’astensionismo che caratterizza le elezioni recenti.
- Stabilità di governo: Con un Premier espressione diretta della maggioranza elettorale, sarà più difficile per il governo cadere durante la legislatura, garantendo maggiore continuità e stabilità politica.
- Riduzione dell’incertezza finanziaria: Governi più stabili riducono i rischi di instabilità economica, con un impatto positivo sui mercati finanziari e sullo spread, abbassando il costo del debito pubblico.
Svantaggi del Premierato
- Maggior controllo parlamentare ridotto: Sapendo che l’eventuale sfiducia porterebbe allo scioglimento delle Camere, i deputati potrebbero essere meno inclini a opporsi al governo, rendendo il voto di fiducia una formalità.
- Difficoltà nel risolvere crisi gravi: L’indebolimento del Presidente della Repubblica priva il sistema di una figura super partes capace di intervenire nei momenti di crisi, come avvenuto con i governi tecnici in passato.
- Promesse elettorali irrealistiche: La competizione per la carica di Premier potrebbe incentivare promesse populiste e poco sostenibili dal punto di vista economico, con conseguenze negative per il futuro del Paese.
Un bilancio finale: rischi e opportunità
Il premierato offre indubbiamente il vantaggio di avvicinare i cittadini alla politica, ma presenta rischi significativi. Il sistema potrebbe sacrificare l’equilibrio istituzionale in nome della stabilità, indebolendo i meccanismi di controllo e bilanciamento del potere. Inoltre, la tentazione di fare promesse elettorali eccessive per conquistare il consenso popolare rischia di compromettere le scelte di lungo termine, scaricandone i costi sulle generazioni future.
La riforma, dunque, rappresenta una sfida cruciale per il sistema politico italiano. Solo il tempo e il confronto tra le forze politiche e i cittadini diranno se il presidenzialismo sarà in grado di mantenere le sue promesse senza tradire le aspettative democratiche del Paese.