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San Bernardino e il nome di Gesù, il solo in cui vi è salvezza

Lecce
Ph. Antonio Capodieci / Lecce

“Il nome di Gesù è la grande base della fede che trasforma le persone in figli di Dio. La fede cattolica consiste nella buona novella di Gesù Cristo come luce dell’anima, porta della vita e fondamento dell’eterna salvezza”. Così scriveva san Bernardino da Siena, vero e proprio monumento della fede, sommo teologo e fine predicatore della Chiesa cattolica di cui oggi ricorre la memoria liturgica. San Bernardino non era però solo questo. Potremmo definirlo, oggi, un uomo che ha anticipato i tempi. Noi, contemporanei, abituati ai mezzi social e alle dirette streaming, potremmo ben vedere in questo santo - in un pindarico viaggio temporale - una delle espressioni ante-litteram della Chiesa sul web. Famosissimo per le sue prediche e abile nell’arte oratoria, ma anche per il suo ingegno creativo e la sua capacità di “colpire nel segno”, così si direbbe oggi.

Per diffondere la devozione al Santissimo Nome di Gesù aveva addirittura disegnato il simbolo contenente le tre lettere JHS (o anche IHS), un cristogramma attestato già dal III secolo. Grazie al santo senese, questo cristogramma entrò nell’uso iconografico comune e divenne familiare alla gente. Venivano fatte baciare ai fedeli che ascoltavano le sue prediche delle tavolette di legno incise con questo trigramma attorniato da un sole e in seguito sormontato da una croce. Al centro del sole, le tre lettere JHS. Da questo sole, partivano ben dodici raggi. Ma cosa volevano dire questi dodici raggi?  Dobbiamo metterli in relazione, ovviamente, allo stesso nome di Gesù, il quale è: Rifugio dei peccatori, Vessillo dei combattenti, Medicina degli infermi, Sollievo dei sofferenti, Onore dei credenti, Splendore degli evangelizzanti, Mercede degli operanti, Soccorso dei deboli, Sospiro di quelli che meditano, Aiuto dei supplicanti, Debolezza di chi contempla, Gloria dei trionfanti. Il sole centrale è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole. La luce di Cristo riesce a illuminare tutti, senza distinzione. È la luce inconfondibile del Vangelo, del Messaggio di Amore di Cristo Gesù.

È un calore, l’Amore di Cristo. Un calore che ti avvolge e che ti riscalda. Non c’è tenebra, né freddo se c’è Cristo. Tutto il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi di san Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”. Le lettere stesse (IHS) hanno duplice significato: sono le prime due e l’ultima lettera del nome di Gesù in greco, ma possono anche voler dire in modo abbreviato “Iesus Hominum Salvator”, Gesù Salvatore degli uomini. C’è un’altra particolarità: Bernardino allungò anche l’asta sinistra dell’H, tagliandola in alto per farne una croce. Questo simbolo dai colori vivaci veniva posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle varie famiglie e corporazioni spesso in lotta fra loro.

Questo simbolo divenne subito famoso e popolare tanto da essere esposto sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena. Si diffuse non solo in Italia, ma in tutto il mondo tanto che santa Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo.

Bisogna però precisare che questa particolare devozione al Santissimo Nome di Gesù non era del tutto nuova. Infatti, pochi decenni prima del santo senese, i “Gesuati”, congregazione religiosa le cui origini risalgono al 1360, fondarono buona parte del loro impegno missionario proprio sul nome di Gesù Cristo. La missione dei Gesuati era: essere vicini agli infermi. E, proprio sulla loro bocca, il nome di Gesù - il Salvatore - era sempre presente. Questo simbolo, poi, fu adottato a metà del XVI secolo dalla Compagnia di Gesù. Qualche particolare differiva da quello di san Bernardino. Al simbolo del santo senese, i Gesuiti aggiunsero i tre chiodi della Passione di Cristo e i raggi del sole non saranno più dodici, bensì sedici.

Contemplare il nome di Gesù, come faceva san Bernardino, è via per poter arrivare al Suo Messaggio. In quel nome, tutto. Infatti, solo in Lui vi è salvezza perché Gesù è “Salvatore degli uomini”.