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Vaccini: gli avvocati hanno la precedenza in Toscana

Scoppia il caso in Toscana sulla somministrazione dei vaccini. Avvocati e magistrati first.
Vaccini e avvocati
Vaccini e avvocati

Leggiamo dal quotidiano “La Stampa” un articolo interessante a firma del grande giornalista Franco Bechis e, a tratti inquietante, riguardante la Regione Toscana amministrata da Eugenio Giani e l’inoculazione di vaccini.

Vaccini: a che punto è la regione Toscana?

In Toscana sono stati inoculati pochi vaccini sugli over 80, un numero esiguo pari ad una percentuale del 27,8% della platea degli aventi diritto, (percentuale che si abbassa al 5,3% degli ultraottantenni se si considera la seconda dose ricevuta), una delle percentuali più basse di tutto il paese, nonostante quella fascia sia la più colpita dagli effetti avversi e mortali del Covid-19.

Vaccini: avvocati e magistrati vaccinati prima degli altri

La regione Toscana risponde a questa emergenza concedendo un canale preferenziale ad avvocati, magistrati e cancellieri di tribunale indipendentemente dall’età, categorie che si sono auto proclamate “servizio essenziale per il paese”, come hanno cercato di fare senza successo anche altri ordini professionali.

Vaccini e avvocati: è legittima questa preferenza?

L’autonomia delle regioni in materia sanitaria permette una ampia discrezionalità anche in questi temi, motivo per il quale appare giuridicamente legittima questa scelta, seppur riprovevole da un punto di vista sociale e sanitario in senso lato. Tenuto anche conto che, nell’ambito di questa scelta a dir poco criticabile, si sono “intrufolati” diversi politici, amministratori, amici degli amici, sfruttando la finestra aperta a una platea differente rispetto a quella del resto del Paese.

Continua Franco Bechis su "La stampa" denunciando che “la Toscana ha vaccinato tutti, anche gli amici degli amici, meno quelli che ne avevano più bisogno perché senza vaccino rischiano di morire più di ogni altro. È la Regione modello di tutto quello che non si sarebbe dovuto fare: il simbolo dell’Italia dei furbetti, dei potenti e dei prepotenti”.

Vaccini e privilegi: il caso Andrea Scanzi

Bechis ricorda il caso recente assurto agli onori della cronaca del noto personaggio pubblico Andrea Scanzi che si sarebbe fatto inserire all’ultimo minuto fra i «panchinari» del vaccino per ottenere una delle dosi in eccesso della giornata qualificandosi come «caregiver» di due genitori fragili. Senza entrare nel merito dell’opportunità o della legittimità del comportamento di Scanzi, resta comunque una grande confusione che regna sovrana.

Vaccini agli avvocati e ai magistrati in Toscana: le conclusioni di Bechis

Riportiamo le conclusioni, peraltro condivisibili, di Franco Bechis su “La Stampa”, virgolettandole. “Non è così difficile da capire che bisogna salvare prima di tutto chi rischia di morire, e non chi si ritiene più necessario - a torto - al funzionamento del paese. Anche le varie categorie per altro rientreranno per classi di età nel piano vaccinazioni: un magistrato anziano se prende il virus rischia come i suoi coetanei di non farcela. Un suo collega trentenne o quarantenne ha quel rischio ridotto o quasi inesistente. Anche loro dovrebbero capire e fare un passo indietro. Ma siccome questa coscienza non pare esistere, è meglio che il premier non faccia conto sulla sua autorità politica o morale, ma usi il pugno di ferro, sospendendo temporaneamente poteri altrui per fare giustizia come è doveroso rendendo uguale tutta Italia, togliendo la terra sotto i piedi dei furbetti”.

Per leggere l’articolo integrale di Franco Bechis comparso su “La stampa” del 22 marzo 2021, cliccate qui.