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Alcuni aspetti del tradimento nella coppia

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Alcuni aspetti del tradimento nella coppia

 

Pur diffondendosi le coppie aperte e l’amore libero, il tradimento è ancora una delle cause principali della separazione delle coppie.

Secondo la scrittrice Mariapia Veladiano “[…] il tradimento è il fatto più personale che esista. Per questo è devastante. Devasta la trama delle relazioni molto oltre le persone direttamente coinvolte. E, a differenza di altri comportamenti sbagliati, come un furto ad esempio, non è facile riparare il male fatto, qualche volta impossibile proprio. Ricostruire la fiducia richiederà mille azioni distese nel tempo, infinite attenzioni, una quantità di parole riparative che riconoscano l’altro, il suo valore calpestato, i suoi diritti ignorati. Non basta chiedere scusa, e a volte nemmeno si può”. La fedeltà (art. 143 comma 2 cod. civ.) è il cuore della coppia, è affidare e affidarsi, confidare e confidarsi, è sapere di avere un faro cui volgere lo sguardo per raddrizzare la direzione e non un porto sicuro cui approdare in caso di tempeste.  

Edoardo e Chiara Vian, esperti di famiglie in difficoltà, spiegano: “Gli studi sulle persone tradite ci dicono che queste soffrono di un vero e proprio disturbo post-traumatico da stress, la stessa problematica dei soldati che hanno visto cose drammatiche in guerra o dei sopravvissuti a un attacco terroristico o a un terremoto. Normalmente si diventa un ciclone e per quanto l’altra persona ci chieda scusa, gli si urla contro, lo si attacca diventando sprezzanti oppure ci si rinchiude in una sorta di depressione. Per iniziare una strada di risalita dalla china nella quale ci si trova, è opportuno andare ad analizzare, accompagnati da un professionista, quali erano i presupposti della coppia prima che il tradimento si verificasse, in quanto molte volte un’erosione di fiducia coniugale ha inizio prima del tradimento vero e proprio. Andare a capire come si era costruita la relazione e come stava funzionando può svelare quelle pieghe in cui si è potuta insinuare quella relazione extraconiugale”. Il tradimento non intacca solo la sfera sessuale ma il patto coniugale, il codice segreto della coppia, la personalità dell’altro. Per ripristinare l’intesa, ricucire la fiducia, riprendere la comunicazione, recuperare il rispetto anche di sé, rinnovare il significato dei diritti e doveri coniugali (art. 143 cod. civ.), ricominciare il percorso può essere utile l’intervento di un terzo professionista (dal terapista di coppia al mediatore familiare), non per moda o delega delle proprie responsabilità, ma per avere una decodificazione di quanto avvenuto e un nuovo orizzonte verso cui guardare giacché si è persa la bussola dell’indirizzo della vita familiare di cui all’art. 144 cod. civ.. Perché “relazione” è differente da “rapporto”: “relazione” dal verbo latino “referre”, “riferire, riportare, portare indietro”, nella corrente lingua italiana ha anche il significato di “esposizione, narrazione, racconto, proposta”, come è la vita di coppia. L’intervento del professionista è la riformulazione di quell’intervento del giudice per “raggiungere una soluzione concordata”, come previsto dalla riforma del diritto di famiglia del 1975 nell’art. 145 cod. civ. e di cui non si è avuta applicazione.

Tradire non è solo rompere una relazione, ma anche una parte dell’altro che faticherà a ricostruirsela e a ricostruirla con qualcun altro. Tradire è interrompere una bella trasmissione di vita vissuta di cui non è prevista la replica. “Tradire” ha la stessa origine etimologica di “tradizione” e “trasmettere”: nella coppia e nella famiglia anziché procurarsi del male a vicenda, come accade sempre più spesso, è necessario recuperare il senso della tradizione e del trasmettere. “Fedeltà” deriva dal latino “fides”, termine che aveva vari significati tra cui corda di uno strumento musicale oppure lo stesso strumento musicale a corda. Per cui rompere un patto di fedeltà, essere infedeli è rompere una corda interiore, è “scordare” la vita di coppia, la sintonia con l’altro, la concordia (quella concordia da cui deriva “l’indirizzo concordato della vita familiare”, art. 144 cod. civ.), la comunione spirituale e materiale (art. 1 legge 898/1970 Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio), è lacerare il “cum” (con, insieme, come) alla base della coppia. 

Nella coppia, a volte, il tradimento non è il peggiore dei mali perché c’è anche di peggio: usare l’altra persona solo per la propria soddisfazione sessuale, non parlarne bene, non parlarle affatto, non desiderare di far ritorno a casa, avere il piacere di condividere i propri interessi con gli altri, non sorprenderla, non dedicarle manco il barlume di un pensiero... L’amore è altro, l’amore è alto!

“Non esiste il tradito, il traditore, il giusto e l’empio, esiste l’amore finché dura e la città finché non crolla” (lo scrittore Erri De Luca in “Sotto la pressa del sole”). Agli adulti di oggi si richiedono sempre più la maturità, la consapevolezza, la responsabilità e la corresponsabilità di ogni scelta, positiva o negativa: così si educa attraverso l’esempio (che è e rimane la migliore forma di educazione sentimentale e sessuale).

Amarsi non significa volere la stessa cosa ma volere il bene l’uno dell’altro; non significa conformarsi o uniformarsi ma formarsi nello stesso amore e lungo lo stesso cammino di crescita, anche se con un passo talvolta diverso. Non si deve dimenticare che l’amore è fonte di benessere per sé e per chi sta intorno, come si ricava dal Preambolo della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia e dalla Carta di Ottawa per la Promozione della Salute (1986), per cui bisogna fare un po’ di attenzione quando ci si ritiene liberi nello scegliere il partner (o anche nel tradirlo).