x

x

Ancora new entries nella lista “nera” dei paradisi fiscali

Paradiso fiscale
Paradiso fiscale

Abstract

Sono state aggiunte altre quattro piazze offshore alla black list europea.

 

Indice:

1. I “nuovi” paradisi fiscali

2. Paradisi fiscali e paradisi bancari

 

1. I “nuovi” paradisi fiscali

Sono quattro i Paesi o Territori aggiunti all’elenco dell’UE delle giurisdizioni fiscali non cooperative: Isole Cayman, Palau, Panama e Seychelles. Questi “Stati” non si sono infatti adeguati, nei termini stabiliti, alle regole di trasparenza concordate, né hanno avviato un dialogo istituzionale che potesse portare a tale obiettivo. In particolare, le Isole Cayman, a parere dei ministri Ecofin, non dispongono di misure adeguate in materia di sostanza economica nel settore dei veicoli di investimento collettivo. Palau non applica alcuno scambio automatico di informazioni finanziarie, né ha firmato e ratificato la Convenzione multilaterale dell'OCSE sull'assistenza amministrativa reciproca, come da ultimo modificata.

Panama non ha un punteggio almeno "ampiamente conforme" da parte del Global Forum sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali (OCSE), né ha ancora risolto questo problema. Infine, le Seychelles hanno regimi fiscali preferenziali dannosi e non hanno ancora definito la questione. Questi quattro si uniscono agli altri otto ancora presenti in lista (Samoa americane, Figi, Guam, Samoa, Oman, Trinidad e Tobago, Vanuatu e Isole Vergini americane).

L’inserimento nell’elenco, comunque, non ha conseguenze sanzionatorie, ma solo reputazionali. L’introduzione o meno nella black list è frutto di un processo approfondito di valutazione, monitoraggio e dialogo con circa 70 giurisdizioni di Paesi terzi. Bisogna comunque dare conto che, da quando è stato avviato questo esercizio, 49 paesi hanno attuato le riforme fiscali necessarie per conformarsi ai criteri dell’UE, uscendo quindi dalla lista.

 

2. Paradisi fiscali e paradisi bancari

Si attribuisce l’etichetta di “paradisi fiscali” a quei Paesi che adottano un regime fiscale particolarmente favorevole. Questa situazione, oltre a produrre evidentemente un’alterazione della concorrenza, delinea il cosiddetto. fenomeno del “profit shifting”, per il quale le aziende traggono vantaggi economici per via del differente trattamento fiscale.

Esistono, poi, i cosiddetti “paradisi bancari”, ovvero quegli Stati che garantiscono, mediante gli istituti di credito, l’anonimato sul profilo finanziario dei clienti. Si noti che queste due tipologie, nella prassi, si combinano e coesistono all’interno di uno stesso ordinamento. Si parla a tal riguardo di “paradisi finanziari”, una categoria più ampia che offre più opportunità di eludere il fisco senza essere scoperti. E ciò, lo si comprende, rappresenta un’opportunità per le organizzazioni criminali di far fruttare i propri investimenti in maniera più schermata.