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Ars curandi: intervista a Elena Franco

Ars curandi Beaune stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno.
Ph. Elena Franco / Ars curandi Beaune stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno.

Ars curandi è il titolo della mostra di fotografia della fotografa e architetto piemontese Elena Franco, in corso fino al prossimo 23 luglio 2021 presso Studio Cenacchi, in Via Santo Stefano 63 a Bologna. Approfondisco con l’artista le tematiche di questa ricerca.

Ars curandi Lessines stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno-
Ars curandi Lessines stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno

 

Ars curandi è un capitolo, l'ultimo, di Hospitalia, una ricerca artistica sugli antichi ospedali che hai iniziato nel 2012. Ci racconti qualcosa di questo lavoro?

Hospitalia. O sul significato della cura è un progetto fotografico che parte dalle architetture degli antichi ospedali europei – vere e proprie città nella città – per aprirsi al territorio, attraverso le donazioni che, nel corso dei secoli, i benefattori hanno devoluto per la cura di questi centri dell’accoglienza. Documenta edifici ospedalieri storici in un percorso che, da Siena, attraversa Venezia, Cremona, Milano, Alessandria, Vercelli, Torino, Arles, Bourg-en-Bresse, Lione, Parigi, fino a Lessines in Belgio. Gli scatti non seguono un itinerario geografico, ma sono inseriti in raggruppamenti tematici, che suggeriscono una stimolante chiave di lettura: Monumentalità-bellezza, Liturgia-rito, Limite-legame, Memoria-archivio, Comunità-solidarietà, Autarchia-sostenibilità, Paesaggio-ambiente, Riuso-trasformazione, e da essi emergono affinità e somiglianze anche in luoghi tra loro remoti. Si tratta di un’indagine, infatti, che interroga gli edifici e gli archivi per scoprire le storie degli uomini e delle comunità che hanno costruito e gestito tali importanti monumenti sociali. E’ un approfondimento che vuole incoraggiare la riflessione sul riuso, la messa in rete e la valorizzazione di queste strutture, in Italia e all’estero, e che si è tradotto in un progetto speciale de “Il Giornale dell’Architettura” e in un libro – HOSPITALIA o sul significato della cura (ARTEMA 2017) – a cura di Tiziana Bonomo e con prefazione del giornalista Domenico Quirico (edito in inglese nel 2019), oltre che in alcuni approfondimenti locali, come nel caso del volume La rinascita dell'ex ospedale di Sant'Andrea a Vercelli (Silvana Editoriale, 2016). Il risultato si presenta come un “glossario visivo” che restituisce alla memoria collettiva un patrimonio architettonico, artistico, medico e sociale, in modo da suggerire nuove interpretazioni per la storia comunitaria e individuale, ponendo l’accento sui meccanismi di solidarietà che sono stati per secoli alla base dell’accoglienza dei malati e dei poveri in Europa.

 

Da dove nasce il tuo interesse per queste strutture, veri e propri pilastri del welfare europeo?

Ho scelto di fotografarle, nel percorso iniziato nel 2012 con il progetto Hospitalia, perché credo sia importante guardarle senza nostalgia e retorica, ma per rispondere al forte bisogno – contemporaneo - di approfondimento di quegli aspetti più legati alle discipline umanistiche in medicina, così come si sta definendo nel campo delle medical humanities. Dall’osservazione attenta di questi luoghi possiamo apprendere molto sul tema della cura e su come ripensare i luoghi e le modalità di cura delle città in divenire.

 

Quali opere possono ammirare i visitatori della mostra?

Come detto, possiamo considerare Ars curandi come il più recente capitolo di Hospitalia. Questa nuova indagine fotografica esplora il patrimonio storico e architettonico di tre antichi ospedali ora trasformati in musei: gli Hospices di Beaune in Francia, l’ospedale Notre Dame à la Rose di Lessines in Belgio e il Santa Maria della Scala a Siena in Italia.

Sono luoghi in cui l’arte ha sempre avuto un ruolo centrale nel processo di cura, che metteva al centro la persona nella sua interezza di corpo e spirito.

Quando alla fine del XX secolo, l’evoluzione della scienza medica ha reso impossibile mantenere la funzione ospedaliera in questi edifici, è stata scelta per essi una funzione comunitaria e culturale.

È così che i tre siti sono diventati musei e oggi – sotto forma di archivi della cura, vivi e accessibili a tutti - rendono disponibile un patrimonio straordinario di scienza e umanesimo.

Patrimonio che ho cercato di restituire al pubblico tramite le opere realizzate, che rappresentano sia vedute esterne, spesso colte da dietro le finestre, che dettagli interni, anche minimi, di queste strutture.

Ars curandi Siena stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno.
Ars curandi Siena stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno

 

Ars curandi, come in precedenza Hospitalia, è anche uno splendido volume fotografico, a tiratura limitata. Per altri lavori hai realizzato originalissimi libri d'artista. Come arrivi a "pensare" il tuo lavoro artistico anche sottoforma di libro?

Il libro d’artista – o comunque il libro fotografico – consente di raggiungere un pubblico più vasto e diversificato rispetto alle mostre fotografiche. L’oggetto “libro” è una modalità di espressione a me molto congegnale. La dimensione progettuale, infatti, mi consente di arrivare a realizzare un manufatto che può raggiungere anche pubblici diversi pur partendo dagli stessi contenuti. Libri di carattere maggiormente scientifico possono affiancarsi a libri d’artista per portare su diversi livelli le informazioni contenute nel corpus di immagini che sono il prodotto delle mie ricerche fotografiche, come è avvenuto per Hospitalia, che è nato come libro d’artista in poche copie realizzate a mano e dedicate ai collezionisti, per poi assumere una forma diversa con una tiratura più importante. Spesso chiedo il supporto di ricercatori e specialisti, come nel caso del progetto Imago Pietatis, per accompagnare le immagini con testi scientifici di approfondimento, ma posso anche decidere di eliminare del tutto il testo, come nel caso di Inner Space, un progetto di libro d’artista, che assume la forma di una fanzine in edizione limitata, realizzato a Chippendale Studio.

 

Perché ritieni importanti le tematiche toccate da questa lunga ricerca sugli ospedali antichi, tuttora in corso?            

Spero che rileggere questi luoghi attraverso l’immagine possa contribuire al dibattito sulla cura del futuro, fermamente convinta che, se la guarigione non può essere data per scontata, esista un diritto alla cura – fisica e spirituale – e un’arte della cura (ars curandi) che debbano guidarci nelle scelte di evoluzione della nostra società di fronte alle questioni etiche che la medicina ci porrà.

Tutte le opere di Ars curandi sono disponibili qui: www.studiocenacchi.com/ars-curandi/

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Ars curandi. Beaune stampa inkjet su carta cotone montata su dibond con cornice in legno