Marianne Schmid: luoghi di nostalgia
La galleria d’arte Studio Cenacchi, in Via Santo Stefano 63 a Bologna, ospita da sabato 19 marzo al 23 aprile 2022 la personale dell’artista svizzera Marianne Schmid “Luoghi di Nostalgia” (LINK) che introduco brevemente.
Risonanza deriva dal latino re-sonare: suonare di nuovo.
In fisica quando due diapason hanno la stessa capacità di vibrazione, quello in movimento è in grado di “accendere” l’altro. I due diapason entrano così in risonanza e in poco tempo vibrano all’unisono, senza bisogno di intervento umano. Se però non vibrano con la stessa sintonia ognuno dei due diapason vibrerà da solo, senza influenzare l’altro, senza riuscire ad “accenderlo”.
Tra persone le connessioni risonanti possono verificarsi a prescindere dalla distanza che le separa; anche in totale assenza di contatto fisico.
Il lavoro artistico di Marianne Schmid esprime nitidamente questo concetto. L’artista, fermamente convinta che l’arte possa avere un ruolo sociale, ha sempre realizzato progetti che coinvolgono attivamente il pubblico nel processo produttivo dei suoi lavori; pubblico che diviene in tal modo co-autore, co-responsabile dell’opera.
Dopo il ciclo #iorestoacasa, nel quale le opere dell’artista originavano dalle immagini di ciò che vedevamo dalle finestre delle nostre case durante il primo lockdown, in questa esposizione viene presentato Luoghi di nostalgia.
L’8 novembre 2020, dopo un’estate di semilibertà, tutti noi siamo stati costretti per la seconda volta nelle nostre abitazioni. Il progetto artistico Luoghi di nostalgia nasce in questo momento.
La Schmid ha nuovamente interrogato i suoi contatti sui social, domandando: “dove preferiresti essere ora?”.
Questa volta il contributo che l’artista ha chiesto non è stato puramente documentativo. Ci è stato suggerito uno sforzo di immaginazione, siamo stati sollecitati ad una ricerca interiore alla quale ciascuno di noi ha risposto cercando forse il proprio luogo dell’anima, ripensando all’estate appena trascorsa, vagheggiando una vacanza più volte rimandata e mai fatta, o ancora immaginando di essere con persone care, dalle quali si era forzatamente separati.
Marianne Schmid è riuscita ad entrare in risonanza con le 28 persone che hanno partecipato al progetto tramite altrettante fotografie. Ha colto le suggestioni che ognuno le ha mandato e ne ha tratto opere su due livelli, nelle quali la riproduzione su carta delle immagini ricevute è celata alla vista da un’altra riproduzione delle stesse, in b/n, su lucido applicato ad acetato.
Questa duplicazione, attraverso le aperture lasciate nel lucido, invita il visitatore ad avvicinarsi per scrutare gli universi in miniatura creati dall’artista. L’emozione della nostalgia per quei luoghi e per quelle persone è suscitata in noi ogni singola volta che ci accostiamo, in connessione risonante con l’artista, ai suoi lavori.
L’allestimento della mostra accompagna i visitatori ad un’opera diversa da tutte le altre. L’opera è incorniciata come un libro aperto e raffigura un’imbarcazione a vela sul Nilo.
Luoghi di nostalgia si conclude simbolicamente così, con un doppio invito alla speranza: ad aprirci nuovamente verso l’altro, a sognare nuovi viaggi, incontri, destinazioni.