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Bonus genitori separati: errori nel decreto, il contributo rischia di saltare

Governo in corsa per riscrivere la norma e salvare la misura da 800 euro pro capite
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Bonus genitori separati: perché è a rischio?

Il bonus genitori separati o divorziati rischia di non venire erogato.

La notizia, riportata dal Messaggero e da affaritaliani.it, lascia interdetti e decisamente preoccupati i molti genitori che confidavano nel sostegno promesso dal governo a fronte dei difficili mesi di pandemia.

Stupisce soprattutto il motivo della sua possibile assenza: la norma, per com’è stata scritta, risulta inattuabile.

Il contributo è quindi nella Legge di Bilancio 2022, ma presenta degli errori formali e di sostanza che sbarrano il suo accesso in Parlamento (secondo quanto emerso dalle consultazioni tra gli uffici del Tesoro e il governo).

 

Bonus genitori separati: che cos’è e chi può fare richiesta?

È da maggio 2021 che si parla del bonus genitori separati, ossia dall’uscita del cosiddetto decreto Sostegni bis (decreto-legge 73/2021) che lo prevedeva.

Il contributo è stato pensato per quei genitori separati o divorziati che hanno avuto difficoltà a pagare gli assegni di mantenimento per i figli durante i mesi della pandemia.

Chiunque abbia riscontrato difficoltà in tal senso potrebbe fare richiesta.

Il massimale sarebbe di 800 euro, da modulare in base a condizioni ed esigenze specifiche di ciascun richiedente.

Data la situazione attuale, non sono ancora chiare le modalità e le piattaforme che verranno utilizzate per effettuare la domanda.

È bene precisare che si tratterebbe comunque di un contributo agevolativo, che non andrebbe cioè a coprire per intero le spese di mantenimento.

 

Bonus genitori separati: a quando le prossime notizie?

Il governo si sta organizzando proprio in queste ore per riscrivere in tempi record la norma relativa al bonus.

Per poter essere operativa, infatti, la misura deve poter essere approvata dal Parlamento assieme all’intera Legge di Bilancio per il 2022, ossia entro il 31 dicembre 2021.

La speranza quindi è ancora quella di destinare i 10 milioni già stanziati della manovra per coloro che ne hanno più che bisogno e, di conseguenza, ai loro figli.