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Estate 2022: le regole per viaggiare in tutto il mondo

Breve guida alle misure anti-Covid per i viaggi dentro e fuori Europa
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E siamo alla terza estate pandemica: serve ancora il green pass per viaggiare? Bisogna compilare il PLF? Il tampone è obbligatorio prima e dopo l’arrivo?

Vediamo allora insieme come viaggiare dentro e fuori l’Europa in questa estate 2022.

 

Viaggiare in Europa, estate 2022

Irlanda

Partiamo con l’Irlanda, che dal 6 marzo ha eliminato tutte le restrizioni d’ingresso: non è più necessario mostrare prova di vaccinazione, di guarigione o tampone negativo all’arrivo.

Sospeso anche il modulo di localizzazione digitale (Passenger Locator Form), non più obbligatorio da compilare, come pure il tampone subito dopo essere arrivati e l’obbligo di quarantena.

 

Portogallo

Diversa la situazione in Portogallo, dove rimarrà attivo lo stato di allerta almeno fino al 31 maggio 2022.

In conseguenza di ciò, oltre al rispettare le misure di contenimento ancora presenti una volta arrivati, coloro che vogliono entrare in Portogallo dovranno essere in possesso di uno dei seguenti documenti:

 

  • Certificato UE di guarigione o equivalente;
  • Certificato UE di vaccinazione completata da più di 14 giorni o equivalente (sono sufficienti due dosi);
  • Certificato di test molecolare negativo, eseguito non più di 72 ore prima della partenza;
  • Certificato di test antigenico, eseguito non più di 24 ore prima della partenza.

 

Spagna

Dall’8 aprile, la Spagna ha deciso di suddividere in due categorie i paesi di provenienza dei propri visitatori, “Generale” e “Paesi terzi”.

A chi proviene da uno dei paesi appartenenti alla categoria “Generale” – tra i quali è presente l’Italia

è richiesto uno tra i certificati sottoelencati:

  • certificato di vaccinazione completa contro il COVID-19;
  • test di negatività al COVID-19 riconosciuto dall’Unione europea di natura molecolare (PCR) realizzato nelle 72 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale o di natura antigenica (test rapido) realizzato nelle 24 ore antecedenti l’ingresso nel territorio nazionale;
  • certificato di guarigione dal COVID-19.

I minori di 12 anni sono esenti dal presentare i documenti appena citati, e con loro i cosiddetti “viaggiatori in transito”, per i quali valgono le disposizioni del paese di destinazione finale.

 

Francia

Simile alla Spagna la situazione della Francia: a partire dal 19 maggio, infatti, le misure per entrare in territorio francese variano a seconda del paese di provenienza.

L’Italia, ad esempio, rientra tra i paesi di colore “verde” – per i quali sono comunque richiesti, in alternativa e secondo quanto riportato sul sito Viaggiare Sicuri:

  • Certificato che attesti il completamento del ciclo vaccinale. Un ciclo vaccinale potrà considerarsi completato 7 giorni dopo la seconda dose di un vaccino a doppia iniezione (Pfizer, Moderna e Astrazeneca) oppure 28 giorni dopo la somministrazione di un vaccino ad unica iniezione (Johnson&Johnson) oppure 7 giorni dopo la terza dose o dose di richiamo effettuata con un vaccino RNA messaggero. Sono accettati solamente i vaccini autorizzati dall’Agenzia Europea per il Farmaco (EMA), ovvero: Pfizer (Comirnaty), Moderna, AstraZeneca (Vaxzevria o Covishield) , Johnson & Johnson (Janssen).
  • certificato di guarigione (risultato positivo di un test molecolare o antigenico emesso da più di 11 giorni e non oltre 6 mesi. Tale certificato sarà valido per una durata di 6 mesi dalla data di realizzazione del test);
  • esito negativo di un test PCR  effettuato meno di 72 ore o antigenico effettuato meno di 48 ore prima della partenza (imbarco nel caso di un vettore, oppure passaggio della frontiera terrestre).

Per coloro che viaggiano in aereo, è necessario inoltre compilare il Passenger Locator Form.

 

Danimarca

Molto diversa la politica sanitaria in Danimarca.

Dal 29 marzo, infatti, sono state abolite tutte le restrizioni da Covid-19 per l’ingresso nel paese.

Non è più presente l’obbligo, per non vaccinati e non guariti provenienti da paesi fuori dall’UE, di effettuare un test anti-Covid nelle 24 ore successive all’arrivo, mentre è stata confermata l’assenza di restrizioni restrizioni per i cittadini europei.

In ogni caso, il governo danese si è riservato il diritto e l’autorità di attivare il cosidetto “emergency brake” qualora insorgessero nuove varianti del virus.

 

Germania

La Germania, che dal 27 febbraio ha tolto l’Italia dai paese “Hochrisikogebiet” (ossia “ad alto rischio”), richiede comunque uno dei predetti documenti per l’ingresso nel proprio territorio – certificato di vaccinazione, o guarigione, o attestante esito negativo di un tampone.

Ognuno di questi documenti può essere in lingua italiana (oltre che tedesca, inglese, francese e spagnola).

Viene inoltre riconosciuto il Green pass europeo.

Obblighi particolari scattano solo per chi abbia soggiornato, nei 10 giorni prima di entrare in Germania, in un paese “ad alto rischio” o “a rischio varianti”.

 

Austria

L’Austria sembra essere uno dei pochi paesi europei ad aver mantenuto regole più stringenti.

Il certificato vaccinale, infatti, deve essere valido da almeno 270 giorni a partire dalla seconda dose o dalla monodose, mentre la prova di guarigione dal Covid deve essere attestata per gli ultimi 6 mesi.

Per quanto riguarda i tamponi molecolari, devono risultare negativi ed essere stati effettuati nelle 72 ore precedenti; i tamponi cosiddetti rapidi devono essere stati effettuati 24 ore prima.

Inoltre, a partire dall’11 aprile, i pendolari che si recano con regolarità in Austria per ragioni professionali o di studio non hanno l’obbligo di presentare alcun tipo di documentazione; stessa cosa per quanto riguarda coloro che si recano in Austria “per importanti motivi familiari o per far visita al proprio partner”.

 

Grecia

Meta turistica estiva per eccellenza, la Grecia ha deciso di predisporre una mappa (disponibile in inglese) dove viene riportata la situazione dei contagi in ciascuna regione, isole comprese, “associando a ciascun livello d’allerta uno dei cinque colori utilizzati dal Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie (ECDC)”.

Per l’ingresso, il Green pass europeo non è più necessario dal 1° maggio 2022; già dal 15 marzo, in ogni caso, era stato sospeso il Passenger Locator Form.

Sospesa anche la pratica del test rapido a campione all’arrivo in Grecia, mentre rimane in vigore la quarantena obbligatoria qualora positivi (da trascorrere in territorio greco).

 

Viaggiare oltre Europa, estate 2022

Regno Unito

L’UK si è unito alla Danimarca nel togliere tutte le restrizioni per l’ingresso nel proprio territorio, precisamente dal 18 marzo 2022.

Non è infatti necessario effettuare tamponi né prima della partenza né all’arrivo, come pure è stata sospesa la compilazione del Passenger Locator Form.

Tali disposizioni sono inoltre applicabili a tutti i viaggiatori, vaccinati o meno, e provenienti da qualsiasi paese.

 

USA

Dirigendosi a Ovest, e attraversando l’oceano, scopriamo che gli USA hanno sospeso le restrizioni anti-Covid per gli ingressi esteri già dall’8 novembre 2021, nei confronti dei viaggiatori (vaccinati) provenienti dall’area Schengen, Regno Unito, Irlanda, Cina, India e Brasile.

In particolare, si può entrare in territorio statunitense solo se “fully vaccinated” ed effettuando un test sia prima di partire sia all’arrivo.

Per “fully vaccinated” (ossia sottoposti a vaccinazione completa) si intendono tutti coloro:

  • che si sono sottoposti a vaccini approvati da FDA (Moderna, Pfizer e Johnson and Johnson);
  • che si sono sottoposti a vaccini inseriti nella Emergency Use Listing (EUL) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e tra i quali è incluso AstraZeneca;
  • che si sono sottoposti a una vaccinazione mista a condizione che sia stata effettuata con vaccini riconosciuti da FDA o inclusi nella EUL;
  • che hanno ricevuto almeno 14 giorni prima dell’arrivo negli USA la seconda dose di vaccinazione o la dose singola nel caso di vaccini che prevedono una sola inoculazione (Johnson and Johnson).

Dal 6 dicembre 2021, inoltre, tutti i viaggiatori in partenza per gli USA dovranno presentare un test molecolare (o antigenico) negativo effettuato nelle 24 ore prima.

Dopo 3-5 giorni dall’arrivo viene raccomandato di effettuare un ulteriore tampone, sempre molecolare o antigenico.

 

Brasile e Argentina

Per entrambi i paesi sudamericani, il sito Viaggiare Sicuri ricorda che la normativa “è soggetta a cambiamenti, anche repentini e senza preavviso, in funzione del quadro epidemiologico globale.

Pertanto, si raccomanda di verificare sempre con la compagnia aerea di riferimento, prima di partire, le condizioni effettive di imbarco e ingresso”.

In ogni caso, a partire dal 1° aprile 2022 il Brasile ha confermato l’obbligo di possesso di certificato di vaccinazione con vaccini approvati “dall’Autorità sanitaria brasiliana (ANVISA), dall’Organizzazione Mondiale della Salute o del Paese di provenienza”, somministrati almeno 14 giorni prima della partenza.

Certificati solo in formato QR-CODE non vengono accettati, e devono comunque contenere:

  • nome  del viaggiatore;
  • dati del vaccino (nome commerciale o del fabbricante, numero dei lotti delle dosi applicate e data di applicazioni delle dosi).

Il documento deve essere redatto in lingua portoghese, spagnola o inglese.

Le disposizioni sono valide per ogni modalità d’ingresso – aerea, marittima, terrestre.

Per quando riguarda l’Argentina, invece, a partire dal 28 aprile per i viaggiatori stranieri non residenti non sono più necessari né la Dichiarazione Giurata (da compilare entro le 48 ore prima del viaggio), né presentare l’Assicurazione Sanitaria con copertura Covid-19 (ricovero, isolamento o trasferimento sanitario).

A coloro che non sono vaccinati, le autorità sanitarie consigliano, semplicemente, di sottoporsi a un test Covid-19 entro le 24 ore successive all’ingresso in territorio argentino; qualora dovesse risultare positivo, scatterebbe il “Piano di contigenza”, che prevede misure di identificazione e successivo isolamento.

 

Australia e Nuova Zelanda

Dopo un lunghissimo e rigoroso isolamento, sia Australia che Nuova Zelanda hanno riaperto i confini ai viaggiatori di tutto il mondo.

Ci sono ancora delle clausole, che non differiscono però molto da quelle di altri continenti.

L’Australia, ad esempio, permette l’ingresso a tutti coloro che sono in possesso del certificato vaccinale (attestante la somministrazione avvenuta non meno di 7 giorni prima della partenza); il vaccino deve comunque essere tra quelli approvati o riconosciuti dalla Therapeutic Goods Administration (TGA), ossia l’autorità australiana competente.

I non vaccinati, invece, potrebbero (ma non è obbligatorio) dover scontare un periodo di quarantena a seconda dello Stato di arrivo.

In ogni caso, tutti i viaggiatori devono compilare la Digital Passenger Declaration entro 72 ore dall’ingresso.

È bene ricordare che “le autorità statali possono ancora decidere di introdurre, con scarso o nessun preavviso, dei lockdown a livello locale anche di breve durata, ovvero di chiudere i confini con gli altri Stati della Federazione, sulla base della situazione epidemiologica”.

Per questo motivo – e per visionare le disposizioni relative a quarantena e tamponi – si raccomanda di consultare i siti ufficiali dei vari Stati.

Recentissima invece la riapertura della Nuova Zelanda, scattata soltanto da maggio e solo nei confronti di 60 paesi (Italia inclusa) con cui è stato stipulato un accordo di esenzione.

Per entrare in Nuova Zelanda bisogna quindi:

  • dimostrare di essere vaccinati;
  • compilare online un Travel Declaration Form e presentare un Certificato Covid-19 negativo, effettuato non più di 48 ore (in caso di test PCR) o 24 ore (in caso di test RT-LAMP o test rapido sotto supervisione medica) prima del volo.

In caso di risultato positivo, è necessario presentare certificato medico attestante la non infettività.