Internet Addiction Disorder minorile

Dipendenza da Internet
Dipendenza da Internet

Internet Addiction Disorder minorile

 

Abstract: I bambini e gli adolescenti utilizzano le piattaforme online in maniera disordinata ed eccessiva ed è ormai realtà che molti hanno sviluppato e altri sono a rischio una dipendenza vera e propria. Sono i genitori a dover istruire ed educare la prole in maniera preventiva e difensiva.

 

            Le tecnologie digitali che tutti, ormai, utilizziamo costantemente  sono potenzialmente molto rischiose sopratutto per gli utilizzatori più indifesi e poco esperti come i minori di età. Dietro gli schermi, al chiuso delle proprio case, si fa fatica a credere che molti pericoli si celino a nostra insaputa: fake news, furto di identità, cyberbullismo, pedofilia od anche la possibilità di creare vere e proprie forme di dipendenza nonché la visione di contenuti non idonei che possono portare a disturbi del comportamento e a mentalità distorte.

            L’Università cattolica di Milano ha recentemente resi noti i risultati di uno studio condotto su di un campione di minori tra gli 8 e i 16 anni di età sull’utilizzo del web ed è emerso che il 94% utilizza regolarmente uno smartphone e tra questi il 68% ne possiede uno da prima dei 10 anni nel 28% dei casi; il 70% dei ragazzi e il 50% dei bambini ha dichiarato di usare regolarmente social media; 4 su 10 hanno riferito esperienza negative; più della metà ha confessato di aver visionato contenuti non adatti alla loro età ed è emerso altresì che il controllo genitoriale diminuisce dopo il compimento dei 10 anni fino a quasi esaurirsi intorno ai 15 anni.

            Il Ministro della salute Orazio Schillaci sull’argomento già lo scorso anno ha parlato “di nuova emergenza sanitaria e – pur invitando a non demonizzare i social – ha osservato che mezzo milione di giovani e giovanissimi nel nostro Paese è dipendente  e tale fenomeno comporta disturbi mentali sempre più diffusi”.

            È pur vero che  ai sensi del D.Lgs n. 101 del 2018 per l’iscrizione ai social media è richiesta una età minima di 14 anni mentre fra i 13 e i 14 è necessario il consenso esplicito di entrambi i genitori ma sembra non essere sufficiente perché il ruolo dei genitori su cui grava il dovere di provvedere alla educazione e l’istruzione dei figli in materia digitale nonché il dovere di salvaguardare la salute psicofisica dei figli garantendogli un sano ed equilibrato sviluppo è spesso carente se non inesistente.

            Abitudini errate come  quella dello sharenting ovvero la pubblicazione sui social di foto e video od anche quella di intrattenerli e calmarli, fin dai primissimi anni,  con i tablet o gli smartphone aumentano anziché diminuire dopo gli allarmi della Polizia postale  e della associazione italiana di pediatria.

            I genitori hanno invece l’obbligo e il dovere di dare il buon esempio e di trovare i giusti equilibri per salvaguardare i figli e i minori devono essere resi consapevoli di tutti i pericoli che un mondo virtuale nasconde nonché del fatto che molti algoritmi lavorano per proporre nuovi contenuti e prolungare la permanenza online degli utenti. Secondo la  recente giurisprudenza i genitori hanno il potere e il dovere di controllare i cellulari, tablet e computer dei propri figli al fine di evitare pregiudizi. Nella ipotesi poi di divergenze tra i genitori sull’acquisto del materiale tecnologico deve essere sempre posto in evidenza il superiore interesse del minore, le raccomandazioni dei medici e degli organi di pubblica sicurezza.

            È ormai pacifico altresì che l’incapacità dei rispettivi genitori di trovare soluzioni condivise sul punto può essere valutata ai fini della assunzione di provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale.