BULGARUS: De diversis regulis iuris antiqui

BULGARUS

De diversis regulis iuris antiqui, Pandectarum libri quinquagesimi, titulus decimus septimus et ultimus.

Tolosae, ex Officina Guidonis Boudevillaei, Academiae Tolosanae typographi, impensis Ioannis Perrin, 1554. In 16° (126 x 85), (115,[5] pp.), legatura coeva in pergamena (tarli e tracce di sporco al piatto posteriore), titolo manoscritto al dorso (parzialmente abraso), testo a caratteri romani e corsivi, tenui aloncini d’acqua alle primissime carte, esemplare comunque fresco e genuino.

Seconda edizione a stampa delle regulae di Bulgaro, giurista insigne e protagonista di primo piano (os aureum lo definisce Odofredo), assieme agli altri tre doctores, (Martino Gosia, Jacopo e Ugo di Porta Ravegnana) dei primordi della scuola giuridica bolognese, nel secondo e terzo quarto del XII° secolo. Seconda edizione, dopo la princeps parigina di Estienne del 1552, di eccezionale rarità; Conrad Beckhaus, nel redigere l’editio critica (Bonn, 1856, r.a. Frankfurt, 1967, p. VII) del testo bulgariano, ne tratta solo de relato, sulla scorta di peraltro imprecise («ab incerto editore emissa est») notizie bibliografiche, non avendo potuto, a causa dell’impossibilità di reperirne un esemplare, metterla a contributo. Il testo, pressochè integro, (riporta 211 regulae su 212, omessa la r. XIX, si filiusfamilias) segue, con diverse varianti, il ms. 4709 della biblioteca Nazionale di Parigi, a detta dello stesso Beckhaus, quello recante la lezione migliore e meno corrotta.

Straordinaria edizione di testo capitale per la storiografia giuridica, assente in tutte le raccolte pubbliche, apparentemente unico esemplare conosciuto.

[Studio Bibliografico Lex Antiqua - www.lexantiqua.com]
BULGARUS

De diversis regulis iuris antiqui, Pandectarum libri quinquagesimi, titulus decimus septimus et ultimus.

Tolosae, ex Officina Guidonis Boudevillaei, Academiae Tolosanae typographi, impensis Ioannis Perrin, 1554. In 16° (126 x 85), (115,[5] pp.), legatura coeva in pergamena (tarli e tracce di sporco al piatto posteriore), titolo manoscritto al dorso (parzialmente abraso), testo a caratteri romani e corsivi, tenui aloncini d’acqua alle primissime carte, esemplare comunque fresco e genuino.

Seconda edizione a stampa delle regulae di Bulgaro, giurista insigne e protagonista di primo piano (os aureum lo definisce Odofredo), assieme agli altri tre doctores, (Martino Gosia, Jacopo e Ugo di Porta Ravegnana) dei primordi della scuola giuridica bolognese, nel secondo e terzo quarto del XII° secolo. Seconda edizione, dopo la princeps parigina di Estienne del 1552, di eccezionale rarità; Conrad Beckhaus, nel redigere l’editio critica (Bonn, 1856, r.a. Frankfurt, 1967, p. VII) del testo bulgariano, ne tratta solo de relato, sulla scorta di peraltro imprecise («ab incerto editore emissa est») notizie bibliografiche, non avendo potuto, a causa dell’impossibilità di reperirne un esemplare, metterla a contributo. Il testo, pressochè integro, (riporta 211 regulae su 212, omessa la r. XIX, si filiusfamilias) segue, con diverse varianti, il ms. 4709 della biblioteca Nazionale di Parigi, a detta dello stesso Beckhaus, quello recante la lezione migliore e meno corrotta.

Straordinaria edizione di testo capitale per la storiografia giuridica, assente in tutte le raccolte pubbliche, apparentemente unico esemplare conosciuto.

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