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Buoni pasto: addio ai ticket per mangiare

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Buoni pasto: addio ai ticket per mangiare

La situazione dei ticket per il pasto sta diventando insostenibile. Le commissioni sono sempre più in aumento e creano problemi per tutti i lavoratori che percepiscono tali somme mediante buoni pasto. Le prime proteste sono iniziate ma la strada è ancora lunga. Si auspica un dialogo costruttivo per non creare danni a  circa 3 milioni di famiglie che spendono i cd. Ticket.
 

Buoni pasto: la situazione è insostenibile

I ristoratori potrebbero non accettare più i buoni pasto. Il 20% sulle commissioni non è più una situazione sostenibile.

Le prime proteste sui buoni pasto  sono partite dai rappresentanti della  Conad, Coop, Fiepet Confesercenti, Federdistribuzione, Fida e Fipe Confcommercio. Il presidente di FIPE Lino Stoppani ha affermato che “dopo due anni di pandemia, e il rincaro delle materie prime e dell'energia non sono accettabili livelli di commissioni sul livello di quelle precedenti".

La richiesta di riforma dei buoni pasto giunge da un’importante gara d’appalto della Pubblica Amministrazione.

Due sono i punti fondamentali della modifica sulla disciplina dei buoni pasto:

  • La tutela del valore nominale dei buoni pasto, ad esempio da 7 euro deve valere 7 euro anche per l’attività presso cui si usa.
  • Maggiore certezza nei tempi di rimborso da parte delle società che emettono i buoni pasto.
     

La protesta dei lavoratori

Dunque, al termine di una conferenza stampa che si è tenuta presso la sede di Fipe – Confcommercio è stato firmato l’accordo congiunto tra Alessandro Beretta, segretario generale Ancd Conad, Marco Pedroni, presidente Coop Italia e Ancc Coop, Giancarlo Banchieri, presidente Fiepet Confesercenti, Alberto Frausin, presidente Federdistribuzione, Donatella Prampolini, presidente Fida e Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe-Confcommercio.

La decisione congiunta è la seguente: non si accetteranno più i buoni pasto se non verranno riformate le condizioni ad esse connesse.

Tale motivo costringe, attualmente, i supermercati, bar e alimentari, ad accettare una riduzione sulle gare di appalto Consip. Ciò comporta delle commissioni fino al 20% sul valore nominale dei buoni pasto.

A tale onere si devono aggiungere le spese di  gestione e gli oneri finanziari: su ogni 10mila euro di ticket incassati, in pratica, gli esercizi perdono all'incirca 3mila euro.

La protesta in nome dei buoni pasto è rivolta contro la Pubblica Amministrazione, che incamera circa 1/3 di tutto il mercato buoni pasto.

Infatti, prima delle gare di appalto CONSIP le commissioni erano comprese tra il 7% e il 10%. Il presidente Fida Donatella Prampolini ha così commentato la situazione: "è ragionevole pensare che le aziende non saranno nelle condizioni di accettare più i buoni pasto. Non possiamo farci carico anche del welfare dei lavoratori".

"Siamo di fronte a un ricatto anche perché i tempi dei pagamento non sono mai immediati e le aziende ci offrono pagamenti magari a sette giorni solo in cambio di ulteriori rialzi delle commissioni".
 

Buoni pasto: la parola ai consumatori 

Il presidente Carlo Rienzi ha affermato che "Qualsiasi limitazione o impedimento al loro utilizzo costituisce un ingiusto danno a chi ne beneficia, e apre la strada ad azioni risarcitorie contro ristoratori e imprese della distribuzione che rifiuteranno l'accettazione dei ticket".

Infatti, "Se esercenti e ristoratori rifiuteranno di accettare i buoni pasto, scatterà una valanga di denunce in tutta Italia per conto dei lavoratori ingiustamente danneggiati, e una class action patrocinata dal Codacons".

Inoltre, "i buoni pasto rappresentano un diritto acquisito dei lavoratori e sono parte integrante dei contratti di lavoro".

I cittadini e i lavoratori non possono e non devono subite gli effetti negativi di tali commissioni. Per tale motivo “Il Codacons è pronto a scendere in campo a tutela di 3 milioni di dipendenti che beneficiano dei buoni pasto e, se si arriverà allo stop da parte del settore della ristorazione e della Gdo, presenterà una valanga di denunce in tutta Italia e avvierà una formale class action a tutela dei lavoratori danneggiati volta a far ottenere loro il risarcimento dei danni patrimoniali subiti".

Le catene commerciali firmatarie del manifesto sui buoni pasto  saranno presto boicottate. Infatti, Assoutenti è pronta a chiedere a tutti "gli italiani a non fare la spesa presso i punti vendita delle società coinvolte".

Il problema delle commissioni su questi buoni crea danni ai milioni di " lavoratori che usufruiscono dei ticket debbano essere usati come clave per fare pressioni sul Governo". 

Appare, dunque, doveroso convocare un tavolo per rivedere quali siano le condizioni e le commissioni sui buoni pasto, al fine di renderle più eque per le parti coinvolte, senza che le famiglie italiane paghino per tutti.

Sono circa 3 milioni di famiglie che "ricorrono ai ticket anche per fare la spesa al supermercato, e un addio ai buoni pasto rappresenterebbe un ingiusto aggravio di spesa, oltretutto in un momento in cui i prezzi al dettaglio sono alle stelle".