Cartelle esattoriali: rimessione in termini per Rottamazione-ter e saldo e stralcio

Cartelle esattoriali, nuova dilazione
Cartelle esattoriali, nuova dilazione

Cartelle esattoriali: un emendamento approvato lo scorso giovedì dalla Commissione bilancio del Senato, alla legge di conversione del decreto-legge Sostegni ter (D.L. n. 4/2022), concede un’ulteriore proroga ai contribuenti decaduti da rottamazione-ter e saldo e stralcio. Si attende ora il via libera definitivo da parte della Camera (che verosimilmente avverrà entro fine mese). 

Si tratta di una novità non di poco conto in quanto la sua entrata in vigore permetterebbe di rimettere in termini circa 532mila contribuenti già decaduti dalle due precedenti sanatorie (rottamazione-ter e saldo e stralcio).

Secondo le stime pubblicate da Il Sole 24 Ore ammonterebbero ad un totale di 2,45 miliardi di euro (per una media di 4.605 euro) i debiti dei contribuenti riammessi con le suddette modifiche di cartelle esattoriali.
 

Cartelle esattoriali: il nuovo calendario

Già il precedente intervento (legge di conversione del Milleproroghe) aveva prorogato al 9 dicembre la scadenza delle rate 2020 e 2021 della rottamazione-ter e del saldo e stralcio.

In particolare, entro la data del 9 dicembre (rispetto al quale trovava però sempre applicazione la tolleranza dei 5 giorni di ritardo ex art.3, comma 14-bis, del decreto-legge n. 119 del 2018 cosicchè, la scadenza finale era quella del 14 dicembre), dovevano essere pagate:

  • le rate della “Rottamazione-ter” e della “Definizione agevolata delle risorse UE” scadute il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2020 e 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio, 30 novembre del 2021;
  • le rate del “Saldo e stralcio” scadute il 31 marzo, 31 luglio del 2020 e 31 marzo, 31 luglio del 2021.

Entro il 7 marzo doveva poi essere pagata la 1° rata 2022 della rottamazione-ter. 

Per effetto delle nuove proposte, invece, il pagamento è considerato tempestivo e non determina l’inefficacia delle stesse definizioni se effettuato integralmente:

  • entro il 2 maggio 2022 vanno pagate le rate 2020;
  • entro il 1° agosto 2022 le rate inizialmente dovute nel 2021;
  • entro il 30 novembre 2022 tutte le rate del 2022.

Resta ferma, come nella disposizione vigente, l’applicazione delle disposizioni dettate dall’articolo 3, comma 14-bis, del decreto-legge n. 119 del 2018, per effetto delle quali l’inefficacia delle definizioni per mancato tempestivo pagamento anche di una sola rata non si produce, nei casi di tardività non superiore a cinque giorni.

Si precisa inoltre che sono estinte le procedure esecutive eventualmente avviate per effetto dell’inutile decorso del termine del 9 dicembre 2021, di cui all’articolo 68, comma 3, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, nella versione vigente alla data di entrata in vigore del decreto in esame, ovvero al 27 gennaio 2022.
 

Cartelle esattoriali: il ritorno alla normalità

Si tratta di una decisione evidentemente giustificata dalla situazione emergenziale in cui si trova il nostro Paese. L’emergenza Covid, l’aumento dei prezzi dell’energia nonché dell’inflazione rendono il ritorno al sistema ordinario (ossia ad una forma di riscossione che non preveda cioè agevolazioni riguardo le cartelle esattoriali a favore dei ritardatari) sempre più difficoltoso.

Nonostante ciò, il tema della riscossione delle cartelle esattoriali costituisce ancora uno dei punti caldi dell’attuale Governo. 

Lo stesso Presidente del Consiglio Mario Draghi ha, sul punto, affermato che “Bisogna fare una riforma del sistema di riscossione. Molte cose sono cambiate in questi mesi a proposito del sistema di riscossione e, in particolare, la capacità che l’Agenzia dell’Entrate ha oggi di poter accedere a banche dati; questo è il punto fondamentale per colpire l’evasione così come lo è stata la fatturazione elettronica. Tanto è vero che oggi le cifre sull’evasione fiscale sono un pochino migliorate rispetto agli anni scorsiLa battaglia è lunga: occorre ridurre i tempi tra accertamento e riscossione che oggi sono lunghissimi e occorre guardare come il contenzioso fiscale si sviluppa nei vari contesti istituzionale. Ci sono molte cose che si devono fare e si faranno”.