x

x

Catasto: la “riforma” è su un binario morto

catasto
catasto

Ieri sera si è tenuta una riunione tra i partiti della maggioranza e il Governo per sciogliere il nodo della riforma del catasto.

La riforma fiscale contenuta nella Legge delega del 5 ottobre 2021 prevede la revisione del sistema fiscale e la riforma del catasto. In attesa di attuazione, le nuove disposizioni presentate al Governo pongono l’accento sulla necessità di intervenire, quanto prima, sul sistema catastale nazionale, allo scopo di innovarlo radicalmente e renderlo più equo.

Ad oggi la riforma fiscale è ferma in commissione Finanze della Camera e la questione del catasto blocca la maggioranza, sono stati presentati centinaia di emendamenti e si profila un muro contro muro.

 

Cosa prevede la riforma del catasto?

Le disposizioni contenute nella Legge delega approvata il 5 ottobre 2021 dal Consiglio dei Ministri n.39 riguardano la riforma del sistema fiscale. Il testo si compone di 10 articoli e delega al potere esecutivo l’emanazione di decreti attuativi necessari per l’applicazione e l’implementazione della Legge.

L’art. 7 tratta la riformulazione del catasto e contiene linee guida che, in futuro, potrebbero dar vita a sensibili cambiamenti nell’organizzazione amministrativa dello Stato in materia di catasto. Nello specifico, le disposizioni contenute nell’art. 7 si riferiscono alla revisione del catasto e agli strumenti di mappatura degli immobili presenti su tutto il territorio nazionale.

La riforma del catasto intende aggiornare le informazioni contenute all’interno dell’archivio catastale. La conoscenza del patrimonio immobiliare, infatti, al servizio degli organi preposti, è uno strumento utile per effettuare scelte consapevoli e trasparenti in materia di politica fiscale, nazionale e locale, nel settore immobiliare.

La rilevanza dei dati catastali è da ricondurre ad una molteplicità di fattori. Innanzitutto, il concetto di catasto ha una valenza fiscale perché affonda le sue radici sul principio secondo cui l’imposta deve essere generale e commisurata ai beni di godimento. In più, le mappe presenti all’interno dell’archivio catastale hanno un valore topografico perché consentono di studiare e progettare opere di interesse sia pubblico che privato.

Il catasto, inoltre, è importante perché restituisce indicazioni utili alla ricerca di stime e dati economici e patrimoniali e consente una rapida individuazione delle proprietà immobiliari. Da ultimo, i dati catastali svolgono una funzione probatoria utile per la verifica dell’informazione del patrimonio immobiliare e permettono di facilitare le azioni di governo sull’intero territorio nazionale.

Si è tentato, a più riprese nel corso degli anni, di riformare il sistema del catasto statale. Tuttavia, rispetto al passato, la situazione catastale attuale appare come una fonte ricca di disparità e criticità legate al cambiamento delle condizioni di mercato, le quali hanno portato all’elaborazione di una serie di dati e valori catastali che, in realtà, non corrispondono al reale valore degli immobili.

 

Cosa cambierebbe con la riforma del catasto

L’art. 7 della Legge delega (Modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto fabbricati), comma 1, prevede che il Governo si occupi di attuare le modifiche disposte dal testo e di intervenire sulle modalità di rilevazione catastale, così da modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo della natura e delle consistenze dei terreni e dei fabbricati. Il medesimo articolo, inoltre, al comma 2, stabilisce che il Governo, entro l’1 gennaio 2026, si occupi di integrare le informazioni presenti all’interno dell’archivio catastale.

Dunque, i cambiamenti che si intendono introdurre con la riforma del catasto riguardano, in prima istanza, la ricognizione dell’attuale sistema catastale tramite la condivisione dei dati tra l’Agenzia delle Entrate e gli uffici comunali e la modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili utili per accelerare l’individuazione di immobili non censiti o che non rispettano la categoria catastale, terreni adatti all’edificazione ma censiti come agricoli e immobili abusivi.

In secondo luogo, il Governo è chiamato a rendere disponibili, entro l’1 gennaio 2026, un nuovo sistema catastale, in integrazione a quello attuale, contenente i dati relativi alla rendita, i valori patrimoniali degli immobili e le relative rendite rispetto ai valori di mercato, oltre che le previsioni di adeguamento periodico dei valori patrimoniali e delle rendite degli immobili.

Il timore di tutti è che la conseguenza diretta della rivisitazione dei dati relativi alla rendita e ai valori patrimoniali degli immobili si traduca in aumento di tassazione generalizzata.

La data del voto in commissione Finanze si avvicina ma i nodi sono tutti ancora da sciogliere.