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Come cambierà il CCNL del Servizio Sanitario Nazionale

nuovo sistema di classificazione
Servizio Sanitario Nazionale
Servizio Sanitario Nazionale

Abstract:

Si preannuncia un’importante modifica del CCNL del Servizio Sanitario Nazionale: potrebbe essere abbandonato il sistema delle categorie per l’introduzione di cinque aree nell’ambito di tre profili omogenei. Il rischio, però, è che il cambiamento non porti a miglioramenti organizzativi e alla valorizzazione delle professionalità. Inoltre, dal punto di vista dei datori di lavoro della sanità privata c’è anche il timore di finire per pagare un prezzo alto a causa della trasformazione.

An important change to the National Health Service’s National Collective Labor Agreement (CCNL) is being announced: the category system could be abandoned in favor of the introduction of five areas within three homogeneous profiles. The risk, however, is that the change will not lead to organizational improvements and the enhancement of professionalism. In addition, from the perspective of private healthcare employers there is also the fear that they will end up paying a high price because of the transformation.

 

Il confronto per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del Servizio Sanitario Nazionale è entrato nel vivo e una delle questioni più rilevanti sul tavolo riguarda la revisione del sistema di classificazione.

Aran e organizzazioni sindacali si stanno confrontando su un progetto che prevede l’abbandono delle categorie e l’introduzione di cinque aree (1. ausiliari, 2. operatori, 3. assistenti, 4. professionisti, 5. personale di elevata qualificazione) nell’ambito di tre profili omogenei (1. sanitario, 2. socio-sanitario, 3. amministrativo tecnico e professionale).

Non possono esistere troppi dubbi: i risultati del confronto influenzeranno fortemente anche l’area privata e il futuro CCNL dell’area ospedaliera privata finirà inevitabilmente per recepire il nuovo sistema di classificazione; ciò è persino obbligatorio per ospedali classificati e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (in mancanza si perderebbe l’equiparazione dei titoli e dei servizi), ma anche le altre strutture private dovranno fatalmente adeguarsi, per ragioni storiche e per assicurare ai propri collaboratori un trattamento normativo uniforme a quello dei lavoratori del comparto pubblico.

E del resto l’esperienza passata conferma quanto appena detto: i meno giovani ricorderanno come – negli anni a cavallo tra la fine del vecchio millennio e l’inizio del nuovo – i contratti della sanità privata recepirono senza indugi la scelta del SSN di abbandonare i livelli funzionali e adottare il sistema delle categorie.

Perché oggi dovrebbe andare a finire diversamente? Fidatevi che sarà così, una scelta diversa non conviene ai sindacati e presenterebbe molte controindicazioni (come abbiamo visto) anche per i datori di lavoro.

Eppure chi scrive ha ancora molti dubbi che l’abbandono dei livelli funzionali sia stata una scelta propizia.

E ciò soprattutto nell’ambito pubblico, perché se da un lato le strutture sanitarie private sono riuscite a contenere gli effetti perversi di un regolamento delle progressioni potenzialmente illimitato, nell’ambito pubblico più volte abbiamo visto utilizzare le progressioni orizzontali quale mero strumento per l’aumento delle retribuzioni, tanto che non sono pochi gli ospedali nei quali l’istituto della progressione orizzontale non è più utilizzabile avendo tutti i lavoratori ormai raggiunta la più alta posizione economica della rispettiva categoria.

Le progressioni orizzontali, introdotte in sostituzione dei livelli, erano state presentate quale strumento per consentire una valorizzazione delle carriere ed un premio alle migliori professionalità. Ma siamo certi che questi effetti si siano realizzati? Non parrebbe. Anzi, è fortemente probabile che l’uniformizzazione della crescita indifferenziata per tutti abbia finito per costituire elemento di forte demotivazione per coloro che si sono visti trattati alla pari di colleghi meno meritevoli e meno votati all’impegno e alla fatica.

In conclusione, se si vuole andare avanti, si proceda pure, ma non si sostenga che il cambiamento porterà miglioramenti organizzativi, valorizzazione delle professionalità o aumento della realizzazione professionale dei migliori: se quelli sono gli obiettivi, altri sono i sistemi.

Infine, dal punto di vista dei datori di lavoro della sanità privata, c’è anche il forte timore di finire per pagare un prezzo alto a causa di tale cambiamento, non fosse altro per il fatto che nell’ultimo CCNL era stato disinnescato l’effetto incrementale dei costi delle progressioni orizzontali, con l’introduzione del blocco delle progressioni economiche.