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Covid: perché ci si reinfetta?

In aumento le reinfezioni da Covid 19
vaccino covid
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Covid: perché ci si reinfetta?

Sono in aumento le reinfezioni da Covid 19. Il fenomeno è stato osservato in questi mesi, in particolare con il dilagare della variante Omicron, nelle sue diverse versioni e sotto varianti, che ha portato molti soggetti, che già avevano contratto il Covid a infettarsi nuovamente.

I dati forniti dall’Istituto Superiore della Sanità sono allarmanti: nel periodo intercorrente tra il 24 agosto 2021 e il 6 aprile 2022 sono stati registrati 319.005 casi di reinfezione da Covid 19, pari a 3,1% del totale.

Se poi guardiamo in particolare l’ultima settimana di analisi, la percentuale dei soggetti che si sono reinfettati sul totale dei casi registrati di malati di Coivd segnalati è pari al 4,1%, percentuale in netto aumento rispetto alla settimana precedente, che aveva segnato una percentuale del 3,5% sui casi totali.

Questi dati sono tratti dal Report Esteso del ISS italiano “COVID 19: SORVEGLIANZA, IMPATTO DELLE INFEZIONI ED EFFICACIA VACCINALE”, liberamente consultabile qui.
 

Covid e reinfezione: chi rischia di più?

Secondo quanto risulta dal report sopra indicato, le reinfezioni da Covid 19 sarebbero maggiormente presenti in donne e soggetti giovani.

Invero, il report sottolinea che l’analisi del rischio di reinfezione da Covid a partire dal 6 dicembre 2021 (data considerata di riferimento per l’inizio della diffusione della variante Omicron), evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione (valori significativamente maggiori di 1 nelle seguenti persone:

- soggetti con prima diagnosi di COVID-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di COVID-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti;

- soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni;

- soggetti di sesso femminile rispetto a quelli di sesso maschile. Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (>80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito famigliare;

- soggetti di fascia di età tra i più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età > 60 anni;

- negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.
 

Covid: ma perché ci si reinfetta?

Il motivo di questa reinfezione è dovuta al fatto che il Covid ha numerose varianti, e alcune sottovarianti estremamente contagiose, e al fatto che la copertura degli anticorpi, purtroppo, ha un termine breve, che sta tra i 4 e i 6 mesi, e che quindi mettono a rischio il sistema immunitario.

Pensiamo solo che la variante Covid Omicron 2 ha un Rt (indice di infezione) pari a quello del morbillo (16/18) e questo rende tutto molto più complesso.

Questo fattore rende la famosa immunità di gregge impossibile da raggiungere, anche nell’ipotesi (impossibile) di vaccinati contro il Covid in percentuale del 100% degli abitanti.