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Editoriale

1/2023
La nebbia
La nebbia

Comporre e ricomporre l’indice della rivista, di questo numero in particolare, rischia di diventare gioco sterile. La verità è che cambiando l’ordine, il peso e il senso dei singoli contributi e del loro insieme certo non muta. E tuttavia, quasi per magia, vale a dire senza volerlo, in questo caso – per il numero 2023 della nostra rivista – ne è uscito un gioco di sponda e di contrasti.

Si parte così da due interventi che vivono nello sfondo aziendale e imprenditoriale: con il primo, Davide Ramaioli affronta sul piano dottrinario i reati dei cosiddetti colletti bianchi, chiudendo la propria trattazione con il paragrafo “dal diritto penale della punizione al diritto penale del premio”, anticipando così i temi affrontati nella seconda parte della rivista, mentre con il secondo Marcello Consiglio e Mariangela Cirrincione si cimentano sul terreno della responsabilità dell’imprenditore nella cornice degli assetti organizzativi e degli indici di matrice anglosassone.

L’intervento di Andrea Riccio sulla “non irragionevolezza” del divieto di restituzione degli atti al pubblico ministero in caso di omessa contestazione di una circostanza aggravante e quello di Martina Pecorari sulla figura del pubblico difensore, fanno quasi da cerniera tra la prima parte della rivista di stampo monografico e la seconda invece che ha vocazione più riflessiva e procede, come si diceva, per contrasti.

Nella sezione l’Universo della pena, trovano collocazione gli interventi di Vincenzo Attolino sul processo penale mediatico (non è una pena questa?), di Edoardo Liuzzo sulla figura del pubblico ministero, in questo caso affrontandone i rapporti con i mass media e di conseguenza gli effetti distorsivi della giustizia mediatica sul processo penale, da ultimo di Lorenzo Tombelli sul versante dell’ergastolo ostativo.

Chiude questo numero la nuova sezione Osservatorio carcere, con l’intervento di Giovanni Briola sulla mostra fotografica “Disagio dentro”, promossa dalla Camera Penale di Milano e dall’Ordine degli Avvocati di Milano unitamente all’Associazione Nazionale Magistrati e all’Amministrazione Penitenziaria della Lombardia.