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Effetti della Brexit nel settore legale dal punto di vista del Regno Unito

Goldoca, Henry Magritte, Houston, Menil Collection
Goldoca, Henry Magritte, Houston, Menil Collection

Indice:

1. La quotidianità dei rapporti UK-IRL nel settore legale prima della Brexit

2. Impatto “combinato” di Covid-19 e Brexit sulla professione legale

3. Procedimenti di risarcimento danni

4. Linee guida per prestare attività professionale in UE

5. Irlanda amica o nemica?

 

1. La quotidianità dei rapporti UK-IRL nel settore legale prima della Brexit

Nel settore legale i rapporti tra Regno Unito e Irlanda prima della Brexit (più precisamente prima della conclusione del periodo di transizione il 31.12.2020) erano estremamente regolari rispetto alle trasferte di lavoro.

Pensate di viaggiare da Milano a Roma, anche in giornata, per vedere un cliente. Lo stesso accadeva tra Dublino e Londra, su base quotidiana.

È molto frequente infatti che un cliente, sia esso un privato o una società, abbia interessi tanto in Irlanda quanto nel Regno Unito.

 

2. Impatto “combinato” di Covid-19 e Brexit sulla professione legale

Secondo la Law Society inglese, il Covid-19 ha rallentato e reso ancora non pienamente evidenti gli effetti della Brexit nel settore dei servizi legali.

È stato infatti il Covid, non la Brexit, a impedire agli avvocati inglesi di spostarsi verso l’Europa e verso paesi, quali l’Irlanda, con i quali si era abituati a muoversi con frequenza e facilità.

 

3. Procedimenti di risarcimento danni

Nell’agosto scorso uno studio legale inglese ha avviato un’azione per il risarcimento del danno causato dalla quarantena obbligatoria nei c.d. Covid hotel, imposta dal governo inglese a coloro che avevano viaggiato verso i paesi della “red-list”, nonostante i soggetti viaggiatori fossero stati vaccinati nel Regno Unito e sottoposti al loro ritorno a tampone con esito negativo.

La richiesta di risarcimento avanzata dallo studio legale, che rappresenta numerosi viaggiatori incorsi in questo trattamento, è nell’ordine di diverse decine di milioni di sterline. Si ipotizza la restrizione illegittima della libertà individuale e la violazione dei diritti umani fondamentali.

 

4. Linee guida per prestare attività professionale in UE

La Law Society inglese ha pubblicato un mese fa le linee guida per gli avvocati inglesi che si trovino a prestare attività professionale nei paesi dell’Unione Europea, inclusa quindi l’Irlanda.

Gli avvocati inglesi saranno tenuti a informarsi, paese per paese, quali siano eventuali “immigration requirements” in vigore, la validità dei loro “practising rights” nel paese in questione, eventuali “taxation and costs” come implicazioni del prestare attività professionale fuori dal Regno Unito. Il fatto che tutto ciò avvenga anche rispetto all’Irlanda è un vero shock culturale, sia per gli avvocati inglesi sia per quelli irlandesi.

 

5. Irlanda amica o nemica?

La Law Society irlandese ha negato agli avvocati inglesi il diritto di esercitare la professione legale in Irlanda unicamente in forza della propria registrazione all’albo irlandese. L’avvocato inglese può spendere il proprio titolo di Irish solicitor solo qualora lo studio legale di riferimento sia effettivamente ubicato e operativo in Irlanda.

Questa ha tutta l’aria di essere una norma ad hoc per bloccare l’avanzata dei numerosi avvocati inglesi che dalla Brexit in avanti, pagando una fee di 300 sterline, hanno ottenuto di potersi iscrivere all’albo irlandese – ad oggi se ne contano oltre 2.500.