Gli spezzoni incendiari su Reggio Calabria, 1943
Basilica Cattedrale Maria Ss. Assunta di Reggio Calabria
«Dopo la caduta della Sicilia, la Calabria è divenuta la prima linea del fronte di guerra. Battuta secolarmente dai terremoti e dalle alluvioni, distrutta e ricostruita almeno una volta ogni secolo, conosce ora la più grande rovina, quella che non ne colpisce solamente le abitazioni costruite Dio sa con quanta pena, vissute Dio sa con quante lacrime, traversie, emigrazioni, lontananze, rimpianti, ritorni, ma distrugge la terra stessa [...] Dopo i bombardamenti la guerra ha travolto tutto il territorio calabrese[...] La Calabria investita dalla guerra, s’è trovata per lunghi mesi sulle vie della guerra, che è peggio [...]
Corrado Alvaro
Le incursioni aeree
La novità più rilevante della Seconda guerra mondiale rispetto alla prima, per quanto riguarda la vita delle popolazioni civili, è rappresentata dall’impiego, su scala mai prima raggiunta, dei bombardamenti aerei, concepiti come strumento di distruzione di impianti industriali e del potenziale produttivo del nemico.
Le incursioni aeree sulla Calabria iniziarono il 20 febbraio del 1943. Reggio Calabria era considerata un obiettivo di importanza strategica per le sue strutture portuali e lo scalo di smistamento; all'interno della città si trovavano anche alcune fabbriche e caserme militari. A nord del porto era situata una stazione di bunkeraggio, utilizzata per il rifornimento delle navi di passaggio.
In quello stesso giorno, dunque, il 20 febbraio alle ore 17,25 si ebbe la prima operazione sulla piana di Gioia Tauro. Furono danneggiati i centri di Cittanova e della stessa Gioia Tauro. L’assalto provocò la morte di 45 persone e il ferimento di molte altre, oltre alla distruzione di diversi fabbricati. Da questo momento fu un’escalation, iniziava così, per la città dello stretto, un vero e proprio calvario: per tutta l’estate gli attacchi si succedettero con meticolosa, quotidiana regolarità, e ciò fino al 3 settembre.
Nel 1943 i bombardamenti alleati provocarono in Calabria 2.778 morti, solo a Reggio ci furono 918 vittime.
La Cappella del SS. Sacramento della Cattedrale Maria Ss. Assunta
Durante i bombardamenti dell’estate 1943 la città e i sobborghi di Reggio Calabria vennero ripetutamente colpiti con grave danno per la popolazione, tra le abitazioni civili e gli edifici pubblici. Tra questi fu gravemente danneggiata la cappella del Santissimo Sacramento della Basilica Cattedrale Maria Ss. Assunta, il Duomo di Reggio Calabria.
La cappella fu colpita, il 24 maggio del 1943 da alcuni spezzoni incendiari lanciati dall’aviazione anglo-americana, che determinarono l’incendio degli arredi in legno, compromettendo le decorazioni in tarsie marmoree e danneggiando anche le tele e le statue. L’unica testimonianza pittorica delle origini superstite è il ‘’Sacrificio di Melchisedech’’di Domenico Marolì, tela datata e firmata al 1665.
Da una relazione, datata 20 aprile 1911, dell’ing. Giuseppe Abatino, funzionario dell’Ufficio Regionale per la Conservazione dei Monumenti delle Province Meridionali in Napoli, cui fu affidata la tutela statale del territorio calabrese si legge:
‘’ […] L’importanza di questa cappella (SS. Sacramento), notata tra i monumenti nazionali, è determinata dai marmi di molto valore lavorati ad intarsio che rivestono pareti e pilastri, dalla zoccolatura inferiore alla cornice di coronamento sulla quale si basa la volta di copertura. Ma oltre il valore intrinseco dei marmi è la fattura accuratissima degli intarsi che imprime all’ambiente il carattere di opera d’arte […]’’
La Cappella del SS. Sacramento della cattedrale reggina, di cui si ha notizia nel 1539, quando l’Arcivescovo Agostino Gonzaga eresse nel Duomo la Cappella della SS. Trinità, in seguito denominata Cappella del SS. Sacramento fu più volte soggetta a movimenti tellurici, incendi e saccheggi.
Il monumento fu poi colpito dai tremendi terremoti del 5 febbraio 1783 e del 28 dicembre 1908, che lo danneggiarono gravemente. Gli anni successivi videro lo smontaggio delle sezioni lapidee che rivestivano la preziosa cappella, il loro trasporto e ricovero in una baracca costruita sul locale dell’episcopio ed il loro rimontaggio nel nuovo Duomo insieme anche alla commissione di nuove sculture. La scomposizione dell’importante altare e dei marmi fu eseguita da operai specialisti pagati dal Genio Civile ma sorvegliati e diretti dalla Soprintendenza ai Monumenti. Successivamente alla inaugurazione della nuova Cattedrale, gli elementi marmorei furono rimontati dalle maestranze dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. La riedificazione durò parecchi decenni e fu interrotta nel 1943 proprio a causa dei danni subiti per la caduta del suddetto spezzone incendiario.
Il restauro della Cappella del SS. Sacramento
La corrispondenza, conservata presso l’Archivio di Stato di Reggio Calabria, relativa al restauro della Cappella del SS. Sacramento della chiesa di S. Maria Assunta in Cielo di Reggio Calabria iniziati a gennaio del 1965, consente di analizzare in dettaglio gli interventi nella Cappella, rara testimonianza dell’arte barocca nel territorio reggino.
L’allora Direttore dell’Opificio delle Pietre Dure, l’arch. Amedeo Orlandini, scrive, in data 16 febbraio 1948 al Soprintendente Monumenti e alle Gallerie della Calabria, Giaberto Martelli, inviando il preventivo per il restauro e il ripristino delle tre antiche pareti che compongono l’attuale Cappella del Santissimo Sacramento del Duomo di Reggio Calabria.
‘’[…] Per tutti questi lavori si prevedono 3 anni di lavoro di una squadra composta da 6 operai dei quali due Operatori dell’Opificio - uno pratico di mosaico e uno pratico di architettura, ornati, rilievi, intagli - e quattro operai scelti nella zona dei quali, due mosaicisti e due scalpellini. Saltuariamente un lucidatore più un muratore e due manovali per la durata di circa 2 anni […].
Il preventivo per il restauro, ripristino delle tre pareti antiche è di lire 30.854.500. Il preventivo per l’esecuzione completa della quarta parete è di lire 14.099.300. Totale di L. 44.954.300.’’
Dalla corrispondenza di quei giorni, in data 24 febbraio, il Soprintendente ai Monumenti e alle Gallerie della Calabria, Giaberto Martelli, espone all’Ufficio del Genio Civile di Reggio Calabria, il criterio di divisione del lavoro di restauro e riparazione della Cappella del SS. Sacramento, suggerito dal professore arch. Amedeo Orlandini:
‘’[…] criterio che merita di essere preso in considerazione. Egli distingue fra l'esecuzione della IV parete che deve essere fatta "ex novo" e il rifacimento delle altre. Mentre per queste ultime condivide i nostri accordi di impiantare il cantiere sul posto, non altrettanto pensa per l'altra parte della IV parete che propone di affidare ad una industria di arte del marmo, eventualmente la stessa che studiò bene il problema fin dal 1929.
Il preventivo così come è esposto non potrà certo essere riprodotto da codesto Ufficio: l'Opificio delle Pietre Dure ha esposto infatti il preventivo in base alle giornate lavorative più i materiali, impalcature ecc. Mancano nel preventivo il pavimento, il restauro della balaustra, nonchè il rifacimento della volta che, fermo restando l'adozione di una struttura leggera in rete, sarà studiata nella forma da questo Ufficio. Nei limiti del possibile - limiti imposti della nuova incavallatura in c.a. - si tenterà di riprodurre la forma che la volta aveva prima della distruzione […].
Il Soprintendente allega alla relazione n.8 fotografie, ‘’ […] n. 5 fotografie dello stato attuale e n. 3 fotografie anteriori al danneggiamento […]’’
In seguito alla conferma da parte dell’Opificio delle Pietre Dure della validità del preventivo del 28 febbraio 1948, in data 28 settembre 1959 il Direttore Tecnico Diocesano, il Can. Don G. Caruso, chiede all’Ufficio del Genio Civile la ripresa della pratica del 1948 e per il quale il Provveditore delle OO.PP. aveva già emesso il decreto di finanziamento parziale, corrispondente allo stanziamento della somma per il primo lotto di lavoro.
Il 21 marzo 1960, viene approvato il progetto generale complessivo L. 95.451.000. La perizia di primo stralcio è di L. 45.000.000. Successivamente con DP n. 25951 del 29 ottobre 1964 furono approvati il progetto generale di variante per l’importo complessivo aggiornato di L. 111.626.936, la perizia di secondo stralcio di L. 47.435.278. Il terzo stralcio per un importo di L. 19.440.960
I lavori del primo e del secondo stralcio furono ultimati rispettivamente in data 10 gennaio 1965 e 20 settembre 1965 e regolarmente collaudati in data 6 maggio 1967 e 25 febbraio 1967.
È del 13 agosto 1970 l’articolo ‘’Restauro in cattedrale’ Cronaca di Reggio: ‘’La Cappella del Santissimo sacramento della Cattedrale è stata completata anche nei suoi aspetti pittorici. In questi giorni, infatti, sono stati sistemati due grandi dipinti di Nunzio Bava raffiguranti ‘’Mosè che fa scaturire le acque dalla rupe’ e ‘’La moltiplicazione dei pani’’. Bava aveva avuto l'incarico di dipingere queste opere dopo il giudizio favorevole della commissione per l'arte sacra della curia vescovile, la quale erano stati sottoposti i bozzetti […]
Il restauro ha richiesto tempo, ma alla fine la Cappella è tornata all'antico splendore. Mancavano alcuni dipinti, ma ora, come abbiamo detto tutto è a posto. Le opere di Nunzio Bava possono considerarsi monumentali e di grande effetto e arricchendo di figure la già famosa atmosfera barocca dell'ambiente, sono caratterizzati da una colorazione sobria e tonale’.