Li salvi chi può! Parte III
Li salvi chi può! Parte III
Oltre alla conservazione e alla tutela dei documenti a essi affidati, un compito fondamentale degli Archivi di Stato è la valorizzazione del patrimonio custodito; capita dunque che istituti culturali italiani ed esteri chiedano in prestito pezzi custoditi nei nostri depositi per esporli in occasioni particolarmente importanti. Questo è il caso della bolla di papa Clemente XIV, datata 1° giugno 1772, con la quale viene istituito il Vescovado di Biella[1].
Una bolla è un documento ufficiale prodotto dal Papa, spedito per vie diverse, compilato dalla cancelleria apostolica con determinate forme e autenticato col sigillo pontificio, la bulla da cui il documento prende il nome; per quanto riguarda il contenuto, la bolla può contenere nomine, dispense, scomuniche, istruzioni, in materia spirituale o temporale.
La bolla del 1772 conservata presso il nostro Archivio istituisce il Vescovado di Biella, in precedenza dipendente da quello di Vercelli; la Diocesi di Biella, in occasione delle celebrazioni per il 250° anniversario della fondazione, ha richiesto in prestito il documento per esporlo nella cattedrale di Santo Stefano tra il 16 dicembre e l’8 gennaio 2023.
Quale occasione migliore per restituire un po’ di smalto ad un documento già molto pregevole? Ecco dunque la descrizione del pezzo e degli interventi eseguiti dal nostro Laboratorio di Restauro prima che la bolla venisse prestata per l’esposizione.
Si tratta di un manoscritto su pergamena e carta, con coperta in carta marmorizzata e sigillo pendente in piombo.
Stato di conservazione:
Il manoscritto presentava numerose abrasioni sui labbri della coperta lungo tutto il perimetro; lievi ondulazioni e strappi della carta di guardia anteriore. Il supporto pergamenaceo non aveva problemi da segnalare.
Interventi eseguiti e materiali utilizzati:
La prima operazione eseguita, una volta estratto il documento dal mazzo nel quale era conservato, è stata la spolveratura con aspiratore museale MuseumMuntz con l’ausilio di un pennello a setole morbide. Successivamente si è proceduto sia all’esterno, sulla coperta, sia all’interno del blocco carte, con la rimozione meccanica dei residui incoerenti tramite bisturi e spatole. L’operazione più delicata è stata il riposizionamento del filo intrecciato della bolla pendente, che non permetteva un’apertura agevole sul frontespizio (la pagina scelta per essere esposta) e quindi del volume. L’intervento è proseguito con la sutura degli strappi della carta anteriore con velo giapponese da 6 g/m2 e metilcellulosa (Tylose MH 300 P®) in soluzione acquosa al 4% e il consolidamento dei labbri della coperta con carta giapponese Vangerow 25-517 da 35 g/m2 e metilcellulosa (Tylose MH 300 P®) in soluzione acquosa al 4%. Le zone in cui si è intervenuti sono state poi integrate cromaticamente con acquerelli Winsor&Newton fissati con idrossipropilcellulosa (Klucel G®) in soluzione alcolica all’1%.
Le operazioni finali, a corredo dell’intervento, hanno visto la realizzazione di una scatola conservativa su misura con portasigillo estraibile, di un leggio su misura con inclinazione adattata per una migliore visione dell’opera in esposizione e infine alla redazione del Condition Report per monitorare il volume prima dell’allestimento nella teca e dopo il disallestimento della mostra. Tutti le fasi dell’intervento sono state documentate con un’accurata campagna fotografica.