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Ingiusta detenzione e indennità di disoccupazione (“Notstandshilfe”)

Come dice la legge in Austria
ingiusta detenzione e indennità di disoccupazione
ingiusta detenzione e indennità di disoccupazione

Abstract

La custodia cautelare in carcere costituisce indubbiamente una grave limitazione del diritto fondamentale alla libertà personale nei confronti di una persona, in favore della quale sussiste la presunzione di non colpevolezza. D’altra parte, questa limitazione può rendersi necessaria ai fini dell’applicazione del diritto penale. Per questo motivo, è stato ritenuto, che la custodia cautelare in carcere, può essere disposta (e proseguita!) soltanto se interessi prevalenti della comunità lo richiedono (tra i quali rientra naturalmente anche un’efficiente lotta contro la criminalità).

La comunità ha altresì interesse a un accertamento spedito dei reati commessi e alla altrettanto… “zügigen” punizione dei colpevoli. Anche in considerazione del “besonderen Stellenwert” della libertà personale, in sede di disposizione della misura di custodia cautelare in carcere, deve trovare applicazione il principio della “Verhältnismäßigkeit” (proporzionalità), trattandosi di provvedimento tanto incisivo su uno dei diritti fondamentali della persona.

 

Indice

I. Introduzione – II. Decisioni dei giudici di merito – III. Lo “StEG” del 2005 – IV. Criteri per la determinazione del danno – V. Motivazione della Corte Suprema

 

I. Introduzione

Recentemente la Corte Suprema ha emanato un’importante ordinanza in materia di risarcimento danni in conseguenza di ingiusta detenzione. Con quest’ordinanza, la Corte Suprema ha chiarito, se il mancato percepimento della cosiddetta “Notstandshilfe”, da parte di una persona in custodia cautelare in carcere (poi assolta con sentenza passata in giudicato), possa considerarsi o meno “ersatzfähig” (risarcibile).

Il giudice di 1° grado aveva accolto, in parte, la richiesta di risarcimento danni proposta dalla persona ingiustamente detenuta per 222 giorni e condannato lo Stato al pagamento di 5.829, 71 Euro. L’attore aveva motivato la propria domanda con un “Verdienstentgang” pari a 6.606,72 Euro, deducendo, che, quando fu eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, era disoccupato (in cerca di lavoro) e aveva percepito la cosiddetta Notstandshilfe (una specie di indennità di disoccupazione). Il proprio “Verdienstentgang” è stato, come già detto, paria 6.606,72 Euro.

 

II. Decisione dei giudici di merito

Il giudice di 1° grado, accogliendo la domanda attorea in parte, aveva condannato lo Stato al pagamento di Euro 5.829,72. Ad avviso di questo giudice, l’“Entgang der Notstandshilfe” (il mancato percepimento della “Notstandshilfe”), costituiva un “ersatzfähigen Schaden” (un danno risarcibile ai sensi dello “StEG – Strafrechtlichen Entschädigungsgesetz” del 2005. Al mancato accoglimento, per intero, della domanda dell’attore, ostava il fatto, che l’attore, durante il periodo di tempo, in cui era in custodia cautelare in carcere, non aveva avuto spese per “vitto e alloggio”; aveva “risparmiato” 777 Euro, che venivano detratte dall’importo originariamante richiesto.

La Corte d’appello aveva confermato l’impugnata sentenza, asserendo che “ersatzfähig” è ogni “Nachteil” (svantaggio/danno) causato dall’ingiusta detenzione, “Nachteil” costituito, nel caso de quo, dal mancato percepimento della “Notstandshilfe”, destinata, in gran parte, ai bisogni della famiglia.

 

III. Lo "StEG” del 2005

 Lo “strafrechtliche Entschädigungsgesetz” del 2005, prevede la responsabilità dello Stato (“Bund”) per i danni, che una persona ha subito in conseguenza della privazione della libertà personale “zum Zweck der Strafrechtspflege” (per fini inerenti all’applicazione del diritto penale) oppure in seguito a condanna penale.

Il diritto al risarcimento del danno spetta alla persona, 1) che è stata arrestata o “angehalten” (“fermata”) da un organo dello Stato “zum Zwecke der Strafrechtspflege” o per effetto di un provvedimento di un giudice austriaco, 2) che, sospettata di aver commesso reato, è stata arrestata o detenuta e poi assolta dal giudice per il supposto reato, 3) che, a seguito di rinnovazione del procedimento o di annullamento – per altri motivi – di una sentenza di condanna, è stata assolta oppure condannata a pena inferiore, rispetto a quella originariamente inflitta; la stessa cosa vale per i casi, in cui una misura di sicurezza è stata annullata oppure sostituita con una meno grave (“weniger belastende”).

La responsabilità dello Stato può essere esclusa o diminuita – ai sensi del § 1304 AGBG (C.C.) – qualora la persona danneggiata abbia concorso a causare il proprio arresto o “fermo”.

Tuttavia, la responsabilità dello Stato, non può essere, né esclusa, né diminuita, se l’arresto o il fermo è avvenuto in violazione dell’art. 5 CEDU o del “Bundesverfassungsgesetz über den Schutz der persönlichen Freiheit” (Legge federale di tutela della libertà personale).

 

IV. Criteri per la determinazione del danno

La determinazione dell’entità del risarcimento – in denaro – avviene in conformità a quanto previsto dall’ABGB e tenuto conto 1) della “Beeinträchtigung” (pregiudizio) subita per effetto dell’arresto o del fermo, 2) della durata, 3) delle condizioni personali del danneggiato e 4) delle conseguenze intervenute per effetto dell’adozione delle suddette misure. La somma corrisposta a titolo di risarcimento danni, non è soggetta a “bundesgesetzlich geregelter Abgabe” (è esente da tasse e imposte federali).

L’importo percepito a titolo di risarcimento danni, non è soggetto neppure a “Exekutions- und Sicherungsmaßnahmen” (pignoramenti o sequestri), fatta eccezione per gli obblighi di mantenimento previsti dalla legge. Nei limiti, in cui pignoramenti e sequestri, sono esclusi, ogni atto o disposizione, è privo di efficacia, se si tratta di atto inter vivos.

Se lo Stato ha risarcito il danno al danneggiato, ha facoltà di rivalersi nei confronti della persona, che ha agito in qualità di suo organo, qualora l’azione sia stata dolosa o gravemente colposa (“grob fahrlässig”).

Passando di nuovo al “Beschluss“ dell’OGH,

 l’“ordentliche Revision“, proposta dal condannato (Stato), veniva ritenuta ammissibile dalla Corte Suprema, in quanto diretta a chiarire la “Rechtslage”, ma non fondata.

 

V. Motivazione della Suprema Corte

Hanno osservato i giudici dell’“OGH”, preliminarmente, che, secondo giurisprudenza costante (vedasi, per esempio, RS 0030628), l’espressione “Verdienst”, non deve essere interpretata in modo restrittivo (“ist nicht eng auszulegen”) e che per “Verdienstentgang” s’intende “eine Minderung der Erwerbsfähigkeit” (una riduzione della capacità reddituale del danneggiato – vedasi RS 0030628). Viene anche definito come “Vermögensnachteil”, subito dal danneggiato per effetto del venir meno o della riduzione dell’“Erwerbsfähigkeit”. Anche l’“Entgang von Sozialversicherungsleistungen” (vedasi Ob 62/89) costituisce un “ersatzfähigen Verdienstentgang”. ”Arbeitslosengeldbezug“ (percepimento dell’indennità di disoccupazione), è equiparabile all’“Arbeitseinkommen” (reddito da lavoro) in quanto il diritto alla predetta indennità costituisce “einen unbedingten Rechtsanspruch” e vale anche per la “Notstandshilfe” di cui al § 33 AIFG.

Anche qualora si volesse dubitare, che il mancato percepimento della “Notstandshilfe” sia un “schadenersatzrechtlicher Verdienstentgang”, vige il principio, secondo il quale, l’autore del danno è obbligato a far sì, che il danneggiato si trovi in una “posizione” uguale a quella esistente prima del verificarsi del danno (vedasi Ob 197/19 f).

È pacifico, che il mancato percepimento della “Notstandshilfe”, sia stato conseguenza dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’ingiusta detenzione, è, senza dubbio, un “ersatzfähiger Schaden” secondo lo “StEG” (“Strafrechtlichen Entschädigungsgesetz”).

 Il fatto, che, come già accennato sopra, durante la custodia cautelare in carcere, il detenuto non avesse dovuto procurarsi “vitto e alloggio” a proprie spese, non osta, che L’“Entfall (il venir meno) der Notstandshilfe”, costituisse un “Vermögensnachteil” (danno patrimoniale).

La “Notstandshilfe ist als Versicherungsleistung in Geld ausgestaltet” (da considerare un ‘indennità).

In sede di valutazione delle conseguenze causate al danneggiato dal “Vermögensschaden” e di eventuali “Vermögensvorteile” (vantaggi del danneggiato), bisogna tenere debitamente conto, anche di questi ultimi (vedasi RS 0022834).

Correttamente hanno operato i giudici di 1° e di 2° grado, che hanno calcolato il “vantaggio” derivato al detenuto in custodia cautelare in carcere dal fatto, che durante il periodo di detenzione, aveva avuto “vitto e alloggio” non a proprie spese e che hanno, pertanto, detratto dall’ammontare complessivo del risarcimento, la somma di Euro 777.