Insegnanti di educazione fisica: dovere di compiere misure di pronto soccorso

Abstract
Sussiste un dovere - inerente alla professione di insegnante di educazione fisica – di praticare atti di pronto soccorso? Il datore di lavoro di questo insegnante risponde soltanto per colpa lieve? A chi incombe l'onere della prova in caso di richiesta di risarcimento dei danni occorsi a un alunno durante le lezioni? È ravvisabile una “Haftungsprivilegierung” in favore dello “Sportlehrer”/della “Sportlehrerin”?
A queste domande ha risposto il BGH in una recente sentenza.
Indice
1. Premessa
2. Quanto statuito dal BGH, in particolare, il dovere di tempestiva rianimazione
3. L'importanza della perizia medico-legale
4. Gli adempimenti del giudice di rinvio
1. Premessa
Un dicottenne, che frequentava l'ultima classe del ginnasio in una città dell'Hessen, aveva subito un collasso cardio-circolatorio durante una lezione di educazione fisica appena iniziata ed era caduto sul pavimento della palestra privo di sensi.
L'insegnante si era limitato a porre l'alunno “in stabiler Seitenlage”, richiedendo poi (alle 15.27 h) l'intervento del medico d'urgenza.
Questi, secondo le prove raccolte, era giunto sul posto 5 minuti dopo l'arrivo (15.32 h) dell'autoambulanza. A seguito di rianimazione e successivo ricovero in clinica, la vita del giovane era stata salvata, ma il paziente è rimasto invalido al 100%.
I familiari del giovane, richiamandosi al cosiddetto Amtshaftungsgesetz, convenivano in giudizio il Land Hessen, chiedendo un risarcimento – per danni materiali e “morali” - pari a 600.000. Euro circa.
Costituendosi in giudizio, il Land Hessen aveva contestato la fondatezza delle pretese attorea, sostenendo che non era certo che la respirazione dell'alunno fosse cessata già prima dell'arrivo dei soccorritori; di conseguenza, non era neppure certo che eventuali “atti di rianimazione”, da parte dell'insegnante, fossero stati necessari o, comunque, opportuni (“angebracht”).
Tutto era riconducibile, ad avviso del Land Hessen, a tragica fatalità.
Gli insegnanti di educazione fisica non avevano il dovere di compiere misure di pronto soccorso.
Sia in 1° grado, che in appello, la domanda attorea era stata rigettata, ma la “Revision” è poi stata dichiarata ammissibile.
Il 4.4.2019, la Suprema Corte Federale (BGH) ha accolto quest'impugnazione, disponendo il rinvio del processo dinanzi all'OLG (Corte d'appello) di Frankfurt a M.
I giudici di primo e di secondo grado, erano stati categorici. Asserivano che non doveva essere risolta la questione, se all'insegnante di educazione fisica incombesse, o meno, il dovere di prestazione della cosiddetta Ersten Hilfe, in quanto non si poteva ritenere provato che tale omissione avesse causato le lesioni al maturando diciottenne.
Non era da escludere che la respirazione del giovane si fosse interrotta soltanto poco prima del sopraggiungere del medico d'urgenza, per cui non vi sarebbe stata l'esigenza di porre in essere – da parte dell'insegnante di educazione fisica – “misure” di rianimazione.
La richiesta – avanzata dalla difesa attorea - di espletare perizia medica, non veniva accolta dalla Corte d'appello, non ravvisando la stessa “genug Anknüpfungspunkte für ein solches Gutachten”.
Va osservato che dalla relazione stilata dal medico d'urgenza, risulta che al momento del suo intervento, vi era stata “8- minütige Bewusstlosigkeit ohne jeglicher Laienreanimation” (da 8 minuti il paziente era senza alcuna rianimazione da parte di non medici).
L'attore, anche in sede di “Revision” dinanzi al BGH, aveva ribadito, che una tempestiva rianimazione – anche se effettuata da “Laien”, (“profani”) - sarebbe valsa ad impedire il verificarsi delle lesioni, prodottesi a seguito di una prolungata assenza della respirazione.
2. Quanto statuito dal BGH, in particolare, il dovere di tempestiva rianimazione
Il BGH ha ravvisato un “Verfahrensfehler” (vizio procedurale), imputabile alla Corte d'appello, che non aveva accolto la richiesta di perizia medica.
Osservavano i giudici del BGH, che non poteva essere escluso, che l'espletamento di una perizia medico-legale avesse potuto chiarire, quali fossero state le conseguenze dell'omessa rianimazione.
Pertanto, la Corte d'appello, alla quale il processo veniva rinviato, doveva disporre il predetto “Sachverständigengutachten”.
Secondo il BGH, a carico dell'insegnante di educazione fisica, era ravvisabile un'“Amtspflicht” (dovere inerente al proprio impiego), di attuare - tempestivamente – necessarie e adeguate “misure” di pronto soccorso.
Osservava poi il BGH, che insegnanti di educazione fisica, (se “verbeamtet”, vale a dire, se equiparati agli impiegati di ruolo del Land, nel quale prestano servizio), hanno il dovere di compiere, in casi di urgenza/emergenza, - tempestivamente e “in ordnungsgemäßer Weise, die erforderlichen und zumutbaren Erste Hilfe Maßnahmen”.
Questo è un dovere accessorio (“Nebenpflicht”) di questi insegnanti; “Nebenpflicht”, alla cui violazione conseguirebbe il diritto al risarcimento del danno preteso dall'attore.
Rilevava, però, la Suprema Corte, che la sussistenza di questa “Nebenpflicht”, non implicava una “Beweislastumkehr”, un'inversione dell'onere della prova (in favore dell'attore), identica a quella prevista dall'”Arzthaftungsgesetz” (Legge che disciplina la responsabilità (professionale) dei medici).
Negava, il BGH, altresí, che potesse essere ravvisabile un cosiddetto Haftungsprivileg per gli insegnanti di educazione fisica.
Il Land Hessen, in qualità di datore di lavoro, deve rispondere, secondo quanto previsto dal BGB (Cod. Civ.) e dall'art. 34 GG, non soltanto in caso di colpa grave dei propri dipendenti, ma pure in caso di colpa lieve degli stessi Il cosiddetto Haftungsprivileg für Nothelfer, anche esso contemplato dal BGB, non è applicabile nel caso de quo, essendo questo “privilegio” (per effetto del quale vi sarebbe responsabilità soltanto in caso di colpa grave (“grober Fahrlässigkeit”)) stato previsto soltanto in favore di persone (cosiddetti spontane Nothelfer), che, spontaneamente, prestano soccorso (per esempio, in caso di incidente stradale) e che, in tale occasione – involontariamente – commettono errori gravi.
3. L'importanza della perizia medica
Riteneva la Suprema Corte, che in sede di perizia medica – tenuto conto delle analisi del sangue eseguite subito dopo il trasporto in clinica dell'alunno e in base alle risultanze della relazione stilata dal medico d'urgenza – potesse essere confutata la tesi del Land Hessen, secondo la quale, non era certo, che la respirazione fosse cessata già prima dell'intervento del medico d'urgenza, con la conseguenza, che la mancata attuazione di “misure” di rianimazione, da parte dell'insegnante di educazione fisica (contravvenendo alla “Nebenpflicht” inerente al proprio impiego), non potesse essere la causa delle lesioni riportate dall'alunno a seguito della perdita dei sensi e non rianimato tempestivamente.
In altre parole, il perito medico-legale deve accertare la susistenza di un “ursächlichen Zusammenhang (nesso causale) zwischen den erlittenen Gesundheitsschäden und den nicht erfolgten Reamnimierungsmaßnahmen” (di un nesso causale tra l'omissione della, tempestiva, rianimazione e le lesioni alla salute subite).
L'insegnante di educazione fisica, secondo il BGH, non è equiparabile a un cosiddetto “spontanen Nothelfer” (persona, che, spontaneamente, presta soccorso in caso di urgenza/emergenza), posto che l'attuazione – tempestiva – di adeguate misure di pronto soccorso, fa parte delle complessive “Amtspflichten” degli insegnanti di educazione fisica.
Per poter adempiere a questo dovere, questi insegnanti sono obbligati a frequentare regolarmente corsi di pronto soccorso. Da un insegnante di educazione fisica, si poteva “aspettare” una maggiore conoscenza delle misure di pronto soccorso, che da un cittadino qualsiasi.
4. Gli adempimenti del giudice di rinvio
Il giudice di rinvio doveva quindi accertare se fosse, o meno, ravvisabile colpa lieve nel comportamento dell'insegnante di educazione fisica, che non aveva posto in essere nessuna “misura” di rianimazione, non si era attivato nonostante il venir meno della respirazione da parte dell'alunno, non aveva posto in essere neppure un tentativo di rianimarlo con un massaggio cardiaco (che può essere compiuto da chiunque).
Questa mancanza, secondo la tesi attorea, avrebbe poi causato l'invalidità, totale e permanente, dell'alunno. Tempestive e adguate “Reanimierungsmaßnahmen” avrebbero potuto evitare l'insorgenza delle gravi lesioni o, almeno, attenuarle, ridurle. Era indispensabile accertare il momento in cui era cessata la respirazione dell'alunno.
Concludevano i giudici del BGH, che sarebbe “unangemessen”, che lo Stato, da un lato, rendesse obbligatoria la partecipazione degli alunni alle lezioni di educazione fisica e, dall'altro lato, in caso di emergenze, che si possono verificare durante queste lezioni, la responsabilità degli insegnanti fosse ravvisabile unicamente in caso di colpa grave.
Un'annotazione alla fine. A decorrere dalla fine del 2013 (il fatto, in palestra, era accaduto nel gennaio 2013), gli insegnati di educazione fisica e quelli di materie scientifiche, sono obbligati a frequentare corsi di pronto soccorso, con ripetizione degli stessi ogni 4 anni.
È fuori di ogni dubbio, che questa sentenza della Suprema Corte Federale, sarà di importanza non soltanto per il Bundesland Hessen, ma per tutta la RFT.