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La diffusione dei trust nelle imprese italiane

Diffusion of trusts in Italian companies
Maurizio Tangerini – Centrale elettrica acrilico su pannello 30x30 cm, 2021
Maurizio Tangerini – Centrale elettrica acrilico su pannello 30x30 cm, 2021

Abstract

Il trust si conferma essere un apprezzato strumento attraverso il quale gestire la governance delle holding italiane. Sono queste le conclusioni alle quali si perviene analizzando l’interessante ricerca fatta dall’Università Bocconi e oggetto dell’approfondimento fatto in questo articolo che evidenzia anche che la scelta di istituire un trust e metterlo nella catena partecipativa di una società avvenga spesso anche a distanza di poco tempo dalla costituzione della società stessa.

The trust is confirmed to be an appreciated tool through which to manage the governance of Italian holding companies. These are the conclusions reached by analyzing the interesting research carried out by Bocconi University and the subject of the in-depth analysis made in this article which also highlights that the choice to set up a trust and place it in the stakeholder chain of a company often occurs at a distance shortly after the establishment of the company itself.

 

Sono più di 1300 le aziende italiane aventi un trust come azionista e nell’80 per cento dei casi trattasi di socio di controllo.

Il dato emerge dalla ricerca fatta dall’Università Bocconi[1] che ha anche evidenziato che il 72 per cento delle aziende partecipate da un trust ha meno di venticinque anni e che considerando le sole società familiari con fatturato superiore a venti milioni di euro, la longevità delle aziende controllate da un trust è in linea con la media nazionale.

La distribuzione geografica delle aziende aventi un trust tra i soci e con un fatturato superiore a 20 milioni risulta essere sostanzialmente omogenea considerando il numero totale delle imprese operanti nelle varie aree del Paese: il 38 per cento sono al nord-ovest, il 29 per cento al nord est, il 22 per cento al centro e l’11 per cento al sud e nelle isole. Tale dato sembra quindi confermare che l’istituto del trust è conosciuto ed utilizzato ormai su tutto il territorio nazionale.

I settori di attività che vedono più frequentemente utilizzato il trust come istituto attraverso il quale detenere una partecipazione di controllo sono quelli immobiliare e delle holding; tra le società che risultano avere un trust come socio importante o addirittura di controllo vi sono la Brunello Cucinelli attraverso la società Fedone, la DeAgostini, attraverso la B&D holding e la f.lli Martini.

La ricerca mette anche in luce una sostanziale equivalenza in termini di età del leader posto al vertice delle aziende partecipate da un trust rispetto a quelle che non lo sono e soprattutto l’adozione da parte delle prime di modelli di governance più evoluti con una netta prevalenza della presenza di un consiglio di amministrazione e di un amministratore delegato anziché di un solo amministratore unico come normalmente avviene nelle aziende non partecipate dal trust.

Le aziende partecipate da un trust presentano dei consigli di amministrazione più “aperti” verso componenti non familiari (39 per cento rispetto al 27 per cento) e una leadership aziendale più aperta verso componenti non familiari (32 per cento contro il 15 per cento).

Le aziende familiari partecipate da trust hanno registrato un tasso di cresciuta superiore al trend nazionale.

La ricerca ha condotto una analisi approfondita su tutte le aziende attive al 31.12.2020 con:

  • sede legale in Italia
  • le forme giuridiche delle società di capitali
  • una società italiana o straniera nell’azionariato che svolge il ruolo di trustee
  • almeno un bilancio depositato negli anni 2017-18-19
  • qualsiasi livello di fatturato (anche 0) ma con un totale dell’attivo netto superiore a 1 mln di Euro
  • uno (o più) trust nell’azionariato che detengono complessivamente più del 3% del capitale.

Come si evidenzia nella Tabella 1, almeno un trust è presente nell’azionariato di oltre 1.300 aziende con le caratteristiche indicate. Limitandoci alle imprese con ricavi superiori a 20 mln di Euro, il numero delle imprese è pari a 135. I trust sono presenti in molte imprese di piccolissima dimensione (con ricavi inferiori a 1 mln di Euro). Quando si consideri invece l’attivo netto investito (Tabella 2), cresce la presenza dei trust in aziende con un valore compreso tra 1 e 10 mln di Euro. Complessivamente, sono stati identificati 655 trust nella popolazione di imprese italiane, di cui 103 nelle imprese con ricavi superiori a 20 mln di Euro.

Tabella 1. Popolazione di aziende con almeno un trust nella compagine proprietaria (per classe di ricavi)
Tabella 1. Popolazione di aziende con almeno un trust nella compagine proprietaria (per classe di ricavi)

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