x

x

La genealogia estense di Girolamo Falletti e il ruolo delle donne nella storia della dinastia

Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti. particolare ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59
Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti. particolare ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59

In generale, possiamo dire che la genealogia rappresenta una storia esemplare tradotta in immagini e in particolare le genealogie degli Estensi mostrano alcuni tratti distintivi.

Il primo è la continuità tra famiglia, città e territorio. In secondo luogo la scrittura genealogica ha parte nella creazione di una ideologia politica che assume di volta in volta connotati precisi e che nelle genealogie estensi qui presentate trova i suoi fulcri principali nella tematica matrimoniale e nel ruolo ricoperto dalle donne.

Ricordiamo che, come tutti i signori italiani dell’epoca, gli Este utilizzarono in maniera estesa le alleanze coniugali anche a difesa dell’equilibrio sancito dalla pace di Lodi, come risulta evidente da matrimoni eccellenti come quello fra Ercole I ed Eleonora d’Aragona, figlia del re di Napoli Ferdinando I, e dopo di lui le unioni del figlio Alfonso I prima con Anna Maria Sforza, donna proveniente da una famiglia politicamente più importante, e poi con la figlia del pontefice, Lucrezia Borgia. O ancora, sempre fra la diretta discendenza di Ercole, ricordiamo le figlie: Beatrice che andò in sposa a Lodovico il Moro, figura politicamente preminente nello scacchiere italiano dell’epoca e Isabella, che alla corte dei marchesi Gonzaga divenne una delle donne più potenti del Rinascimento italiano.

E ancora, nel corso del Cinquecento, Ercole II, che si unì a Renata di Francia, figlia del re di Francia Luigi XII, e il figlio Alfonso II che, sposando ancora da principe ereditario nel 1558 Lucrezia de’ Medici, si unì alla famiglia che in Italia centro-settentrionale era, insieme al governatore di Milano, il braccio politico del re di Spagna, Filippo II d’Asburgo. In seconde nozze, nel 1565, riuscì addirittura a replicare la scelta paterna di sposare una donna di più alto rango: la principessa imperiale Barbara d’Asburgo, sorella dell’imperatore Massimiliano II. Tuttavia in terze nozze, ormai anziano, dovette rassegnarsi a contrarre matrimonio con l’esponente di una famiglia dello stesso rango, Eleonora Gonzaga.

Proprio tale prassi dimostra una volta di più quanto fosse stata profondamente assorbita nell’Italia del Quattrocento l’antica idea romana del matrimonio come seminarium civitatis, ovvero un mezzo per garantire attraverso le generazioni la continuità della società, che perdura e si evolve attraverso accorte politiche matrimoniali.

Prima di arrivare all'albero genealogico di Girolamo Falletti, ricordiamo che alla base della sua tradizione si trovano due genealogie, entrambe risalenti proprio al Quattrocento, la prima delle quali venne realizzata nel 1474 quasi certamente per celebrare le nozze di Ercole I con Eleonora d'Aragona. Si tratta di una genealogia in cui i signori e le loro mogli sono ospitati da medaglioni a sfondo oro, ritratti a mezzo busto, di prospetto o di profilo, per lo più accompagnati da un cartiglio che identifica il singolo personaggio. I ritratti dei figli e dei rami cadetti invece sono posti ai lati, in medaglioni a fondo azzurro.

Ercole I d’Este Genealogia dei principi d'Este Modena, BEU e Ms. alfa.L.5.16=Ital.720, Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, Vitt.Em.293
Ercole I d’Este
Genealogia dei principi d'Este Modena
,
BEU e Ms. alfa.L.5.16=Ital.720, Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, Vitt.Em.293

La logica squisitamente matrimoniale che presiede la costruzione di questa genealogia, messa in luce per la prima volta dalla studiosa Jane Fair Bestor, emerge attraverso la scelta di alcuni elementi: ogni personaggio è spesso rappresentato prima come figlio del principe regnante, su sfondo azzurro e in posizione laterale, poi, una volta acquisito il titolo di marchese o duca, in posizione centrale, su fondo oro; ciascuna carta, quando possibile, è inaugurata con la famiglia del signore e della sua consorte. L'unica raffigurazione a figura intera è quella di Borso, primo duca di Ferrara, Modena e Reggio e unico a non avere né moglie né figli.

Borso d’Este Genealogia dei principi d'Este Modena, BEU e Ms. alfa.L.5.16=Ital.720, Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, Vitt.Em.293
Borso d’Este
Genealogia dei principi d'Este Modena
,
BEU e Ms. alfa.L.5.16=Ital.720, Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, Vitt.Em.293

Pellegrino Prisciani, storico ufficiale di Ercole I, scelse invece un altro modello per rappresentare la storia della dinastia e inserirla all’interno della sua opera maggiore, le Historiae Ferrarienses, che il Prisciani compose sullo scorcio del Quattrocento, iniziando la loro stesura presumibilmente dopo la prima missione a Venezia (1485): pur mantenendo i medaglioni e le sottostanti didascalie per ogni figura, l’autore adottò per la prima volta la forma dell’albero di Jesse, integrandovi questa raffigurazione più antica.

Albero genealogico dei duchi d’Este e loro figli Pellegrino Prisciani, Historiae Ferrarienses, Liber VII ASMo, Manoscritti della Biblioteca, n. 131, cc. 3v-4r
Albero genealogico dei duchi d’Este e loro figli
Pellegrino Prisciani, Historiae Ferrarienses, Liber VII

ASMo, Manoscritti della Biblioteca, n. 131, cc. 3v-4r

Intensamente combattuto, come nota Laura Turchi, in merito al ruolo da attribuire a figlie e mogli nella storia della dinastia, ma volendone valorizzare il ruolo nella costruzione dinastica, Prisciani scisse la storia della famiglia ducale rappresentandola in tre alberi, distinti per genere e provenienza famigliare: i duchi e i loro figli, le figlie e le sorelle, le mogli. I tre alberi sanciscono, con la loro immediatezza grafica, la separazione dei ruoli nella casata: la successione virilineare assicura la trasmissione del titolo signorile e del governo sul territorio, le mogli, le sorelle e le figlie garantiscono, attraverso legittime unioni, abbondanza di discendenti, lustro nobiliare, alleanze politiche e doti vantaggiose.

Albero genealogico delle figlie e sorelle dei duchi d’Este Pellegrino Prisciani, Historiae Ferrarienses, Liber VII ASMo, Manoscritti della Biblioteca, n. 131, c. 24r e c. 25v
Albero genealogico delle figlie e sorelle dei duchi d’Este
Pellegrino Prisciani, Historiae Ferrarienses, Liber VII

ASMo, Manoscritti della Biblioteca, n. 131, c. 24r e c. 25v

Di certo la genealogia a medaglioni non aveva ancora esaurito la sua forza propulsiva in pieno Cinquecento, come testimonia l'inserimento nelle Historiae di una copia monocroma del medagliere del 1474, avvenuto probabilmente sotto Ercole II, ma è dall’impostazione dei tre alberi concepiti da Pellegrino Prisciani che deriva la genealogia più famosa del casato di cui parleremo ora, facendo un salto di quasi un secolo.

Nel 1562 uscì un libretto anonimo intitolato “Ragioni di precedenza”, che conteneva, oltre l'esaltazione della famiglia Medici, pesanti diffamazioni a danno degli Este. Per questo motivo il duca Alfonso II spinse lo storico e letterato di corte Girolamo Falletti, già titolare di una serie di incarichi diplomatici per la corte estense, a completare il suo lavoro sulla Historia de’ Principi di Este e l'albero genealogico che aveva intrapreso a corredo dell’opera:

Et perché ci preme assai che, per rispetto della passata vostra indisposizione, l’Arbore della nostra Casa non sia anche in luce, vogliamo che facciate ogni opera per farlo imprimere quanto più tosto vi sia possibile, dando ordine tuttavia per la pubblicazione dell’Historia, percioché habbiamo in animo di servirci poi della persona <vostra> in cosa di maggiore importanza. (istruzione di Alfonso II a Girolamo Falletti, 30 maggio 1562)

Istruzioni del duca Alfonso II d'Este a Girolamo Falletti, particolare della lettera del 30 maggio 1562 ASMo, A.S.E., Cancelleria, Carteggio ambasciatori - Venezia, b. 48
Istruzioni del duca Alfonso II d'Este a Girolamo Falletti, particolare della lettera del 30 maggio 1562
ASMo, A.S.E., Cancelleria, Carteggio ambasciatori - Venezia, b. 48

Dal carteggio conservato in Archivio sappiamo che Falletti, in quel momento a Venezia come ambasciatore ducale, aveva chiesto di affidare l’intaglio dell’albero all’incisore e numismatico Enea Vico. Scrive lo storico al duca:

M. Enea Vico mi ha portato a leggere alcune sue compositioni in matteria di medaglie, mostrando con assai brevità un novo modo all’inteligenza d’esse sotto il nome di Vostra Eccellenza, la quale verrà a servire finita c’habbi questa fatica che spera fra un mese. Fratanto darà anco mano all’intagliare l’arbore. (lettera di Girolamo Falletti al duca, 24 febbraio 1563)

Dispacci di Girolamo Falletti al duca Alfonso II, particolare della lettera del 24 febbraio 1563 ASMo, A.S.E., Cancelleria, Carteggio ambasciatori - Venezia, b. 47
Dispacci di Girolamo Falletti al duca Alfonso II, particolare della lettera del 24 febbraio 1563
ASMo, A.S.E., Cancelleria, Carteggio ambasciatori - Venezia, b. 47

Come si evince anche dai compensi a favore dell’artista registrati nella Bolletta dei salariati del 1562 e del 1564, proprio grazie a questo incarico Vico passò al servizio della corte ferrarese:

Vogliamo ancora che facciate intendere da parte nostra al Vico che quanto prima espedisca l’intaglio dell’Arbore et che vi usi ogni estrema diligenza, sapendo ben egli quanto noi desideriamo di vederlo presto in essere et ben compito. (istruzione di Alfonso II a Girolamo Falletti, 18 maggio 1563)

Da quanto emerge dalle lettere dello storico, il lavoro di Falletti sull’albero procedeva per grandi fogli, probabilmente in parallelo con la redazione della Storia. I fogli, mano a mano che venivano completati, venivano passati a Vico per la stesura del disegno preparatorio all’incisione:

Circa l’arbore lasciai a M. Enea li duo primieri fogli acciò gli intagli conformi al disiderio di lei  (lettera di Girolamo Falletti al duca, 12 giugno 1563)

Nel 1563 Falletti stava terminando la compilazione del primo volume, ma dopo una breve ma virulenta malattia, morì nell’ottobre 1564. Appena saputo della morte di Falletti, su ordine diretto del duca, il segretario ducale Giovan Battista Pigna, che già aveva collaborato con lo storico per fornirgli la documentazione d’archivio e i volumi della biblioteca di corte necessari a ricostruire la storia estense, si recò subito a Venezia per recuperare le casse con i documenti e le carte dell’importante lavoro rimasto incompiuto. Sempre per ordine del duca, fu lo stesso Pigna che terminò la storia della famiglia, rimasta interrotta al XIV secolo, e che completò l’albero genealogico, rivisitandone anche l’impostazione originaria. Il segretario ducale, inoltre, fece inserire una dedicatoria postuma a firma di Falletti, attualmente collocata nella stele posta alla base dell’albero, sulla sinistra.

L’incisione del Vico, nella forma di una grande quercia ramosa, vide la luce nei primi mesi del 1565 col titolo di “Marchionum Estensium ducumque Ferrariae Genealogia”, e la pubblicazione fu celebrata da un sonetto composto per l’occasione da Battista Guarini.

Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59
Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare
ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59

Cinque anni dopo, nel 1570, Pigna completò anche l’Historia de’ principi di Este e con disposizione ducale ne furono trasmesse copie a tutti i principi, prelati, diplomatici e letterati che in qualche modo avrebbero potuto esercitare un influsso nell’annosa controversia, ancora non risolta, della precedenza con i Medici nelle corti d’Europa, principalmente quelle imperiale, papale e spagnola.

La copia autentica del disegno è realizzata su 6 fogli di carta rettangolari, uniti per il lato lungo. Il disegno è originariamente realizzato a matita, come emerge in alcuni punti in cui si possono notare integrazioni e ripensamenti, per poi essere interamente ripassato a inchiostro e quindi acquerellato. Una sezione centrale, forse danneggiata, è stata reintegrata con parte di una copia a stampa, come si nota dalla diversa carta e dai tratti caratteristici dell’incisione. L’integrazione è stata successivamente acquerellata per renderla uniforme, nell’insieme, col disegno originario.

Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare dell’integrazione a stampa ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59
Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare dell’integrazione a stampa
ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59

I nomi dei personaggi sono realizzati in una elegante capitale epigrafica ispirata ai modelli della cultura classica, conosciuti e apprezzati sia dal Falletti che dal Vico, che aveva ben note anche le rappresentazioni degli imperatori e delle donne auguste raffigurate nelle monete e medaglie romane. Dalla tradizione gentilizia romana è ripreso anche il linguaggio della parentela, con epigrafi autonome solo per le figlie, mentre le mogli vengono inserite nei riquadri dedicati ai mariti, ad accreditare l’idea d’un ricambio generazionale per via maschile.

Il solo elemento che contrasta con questa netta logica virilineare sono i tre elenchi accorpati in un’unica, immaginaria stele sita alla base dell’albero, sulla destra. In essi si dà conto delle famiglie che sono derivate dagli Este per via di agnati per parte di padre e di madre, e più ancora delle numerosissime stirpi loro unite per via matrimoniale. Anche in una concezione prettamente patriarcale e maschile come quella dell’albero di Falletti, non fu dunque possibile cancellare del tutto l’impronta del ruolo femminile nella storia della dinastia Estense.

Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare della stele in cui sono elencate le famiglie legate agli Este per via di agnati per parte di padre e di madre, e loro unite per via matrimoniale. ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59
Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare della stele in cui sono elencate le famiglie legate agli Este per via di agnati per parte di padre e di madre, e loro unite per via matrimoniale
ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59
Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare della stele in cui sono elencate le famiglie legate agli Este per via di agnati per parte di padre e di madre, e loro unite per via matrimoniale. ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59
Albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) edito tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti, particolare della stele in cui sono elencate le famiglie legate agli Este per via di agnati per parte di padre e di madre, e loro unite per via matrimoniale
ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59

L’albero genealogico della famiglia d’Este (ramo ducale) realizzato tra il 1560 e il 1564 da Girolamo Falletti (ASMo, A.S.E., Casa e stato, Genealogie, storie e notizie di casa d’Este, b. 59) è stato digitalizzato nel 2021 con tecnologia gigapixel dal fotografo Ghigo Roli in occasione di uno studio, in corso di pubblicazione, della professoressa Laura Turchi.

Il documento è consultabile al seguente link: clicca qui.

 

La pubblicazione della riproduzione dei documenti in formato digitale in questo sito è stata autorizzata dall'Archivio di Stato di Modena a seguito di formale accordo con “Filodiritto”. L'uso delle immagini dei documenti scaricabili dal presente sito è liberamente consentito esclusivamente per scopi personali e di studio. Per la pubblicazione delle stesse è obbligatorio ottenere la relativa autorizzazione inoltrando richiesta all'Archivio di Stato di Modena (as-mo@beniculturali.it).

Fonti

Genealogia dei principi d'Este, Modena, BEU e Ms. alfa.L.5.16=Ital.720, Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, Vitt.Em.293

Pellegrino Prisciani, Historiae Ferrarienses, Liber I
ASMo, Manoscritti della Biblioteca, n. 129

Pellegrino Prisciani, Historiae Ferrarienses, Liber VII
ASMo, Manoscritti della Biblioteca, n. 131

Dispacci di Girolamo Falletti al duca Alfonso II
ASMo, A.S.E., Cancelleria, Carteggio ambasciatori - Venezia, b. 47

Istruzioni del duca Alfonso II d'Este a Girolamo Falletti
ASMo, A.S.E., Cancelleria, Carteggio ambasciatori - Venezia, b. 48

ASMo, Archivio Estense, Camera, Bolletta dei salariati, n. 67 (1562) e n. 73 (1564)

 

Bibliografia di riferimento

Giuseppe Campori, Enea Vico e l’antico Museo Estense delle Medaglie, in “Atti e Memorie delle RR. deputazioni di Storia Patria per le Provincie Modenesi e Parmensi”, VII (1873), p. 57.

Venceslao Santi, La precedenza tra gli Estensi e i Medici e l’Historia de’ Principi d’Este di G. Battista Pigna, Ferrara, premiata Tipografia Sociale, 1897.

Jane Fair Bestor, Kinship and Marriage in the Politics of an Italian Ruling House: the Este f Ferrara in the Reign of Ercole I (1471-1505), Ph.d. thesis, Chicago University, 1992.

Franco Pignatti, “FALLETTI, Gerolamo”, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 44 (1994).

Jane Fair Bestor, Bastardy and Legitimacy in the Formation of a Regional State in Italy: the Estense Succession, in "Comparative Studies in Society and History", serie 3, 38 (1996), pp. 549-585.

Genealogia dei principi d’Este. Commentario al codice, a cura di Ernesto Milano, Mauro Bini, Modena, Il bulino, 1996.

Laura Turchi, Matrimoni e memoria genealogica fra tardo medioevo ed età moderna, in Lo Stato di Modena. Una capitale, una dinastia, una civiltà nella storia d'Europa (Atti del Convegno, Modena, 25-28 marzo 1998) a cura di Angelo Spaggiari, Giuseppe Trenti, Roma, 2001, (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Saggi, 66), t. II, pp. 801-832.

Francesca Mariano, “VICO, Enea Giovanni”, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 99 (2020).