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La rete strappata

Girò, tuttavia, abituato a tutto quell’oscillare, tira a bordo il lembo strappato della rete
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La rete strappata


Non è ancora tempo per me di tornare in Asia (anche se alle volte vado con la mente in luoghi amati conosciuti nello scorrere degli anni).

La mia vita, da quando il mondo ci ha sorpresi con avvenimenti inusuali, si svolge nel piccolo centro che mi fa da rifugio. Ed è proprio sulla pagina che descrive un episodio accadutomi qui 24 anni orsono che si apre a caso il mio diario.

“Come in un presepe il paese vecchio è saldamente abbarbicato alla collina. Questa, a sua volta, occupa quasi interamente la piccola penisola.

Qualche anno fa sono venuto ad abitare in questo borgo dell’Italia centrale affacciato su un lago vulcanico, inseguendo l’ambizioso tentativo di mettere un po’ di ordine nella mia mente.

La mia casa è proprio vicina all’acqua e, dall’altro lato del vicolo, c’è quella di Girò. Conoscerci è stato quindi inevitabile. Girò è un pezzo d’uomo e non a caso lui e i suoi fratelli sono conosciuti come “i giganti”. Di mestiere fanno tutti i pescatori.

Un giorno mi propone di mostrarmi qualcosa del suo mondo e della vita che conduce. Forse è conscio che il suo è un mestiere destinato all’estinzione perché troppo duro e a volte pericoloso (i suoi figli non hanno seguito le sue orme), o forse il suo invito è originato da simpatia.

Così partiamo alle 05.00 di mattina per una battuta di pesca.

Al largo veniamo intercettati da una barca dei carabinieri, ma Girò sa come ammansirli, nonostante ai pescatori come lui sia proibito portare altri a bordo. Avvicinatici di nuovo alla costa per esaminare le reti si accorge di uno squarcio in una di esse, provocato da una roccia sommersa.

Il lago è mosso e la barca rolla e beccheggia in misura pronunciata. Girò, tuttavia, abituato a tutto quell’oscillare, tira a bordo il lembo strappato della rete. Senza dire una parola estrae da una tasca una spoletta con del filo e in pochi istanti, con movimenti sapienti, ricrea con maestria i nodi strappati.

Se il rombo della maglia non è regolare, in alcuni punti il filo si presenterà teso ed in altri lento, con il risultato che si strapperà di nuovo alla prima occasione. Quei nodi, però, sono perfetti, frutto di dita agili e di una conoscenza tramandata da generazioni.

Mi viene da pensare che a volte, per imparare qualcosa di unico, non c’è bisogno di andare lontano.”

21 anni dopo Girò, aggredito dal morbo di Alzheimer, muore in un ospedale. Pur stando a letto, i suoi ultimi gesti sono quelli del disporre la rete come se ancora fosse in barca. Di fatto muore pescando, facendo quello che ha amato e praticato per tutta la sua vita.