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Le minoranze nella RFT

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Abstract

Una delle “allgemeinen Schutzfunktionen” dell’ordinamento costituzionale della RFT, è (anche) la tutela delle minoranze. L’appartenenza a una delle stesse, non può essere causa di svantaggio (“kausale Benachteiligung”), anzi, lo Stato ha un “verbindlichen Förderungsauftrag” nei confronti delle minoranze. Le norme dettate in favore delle “Minderheiten”, vanno considerate anche “grundrechtliche Abwehrrechte” e le garanzie, di cui all’articolo 3, 3° comma, GG, devono essere viste in relazione al “Grundsatz der Menschenwürde” (dignità della persona); costituiscono “objektive Wertenscheidungen” (vedasi Corte costituzionale: 17, 1/27). La norma ora citata, vincola “alle Träger der öffentlichen Gewalt” (tutti i titolari di poteri pubblici) e quindi non soltanto le autorità statali. È da notare poi, che il disposto dell’articolo 3, comma 3, S. 1, GG, in quanto “spezielles Gleicheitsrecht”, prevale su quanto previsto dall’articolo 3, comma 1, GG.

 

Indice:

1. Minoranze riconosciute e appartenenti alle stesse  

2. La minoranza danese 

3. I “Friesen”  

4. Sinti e Roma  

5. “Sorben”  

6. “Niederdeutsch”

 

1. Minoranze riconosciute e appartenenti alle stesse  

Quattro sono le minoranze riconosciute nella RFT: quella danese, la “friesische Minderheit”, i Roma e i Sinti nonché i “Sorben”. Tutelato è altresí il cosiddetto Niederdeutsch (quale “Regionalsprache”).

Presuppongo, che siano note le norme comunitarie e le Convenzioni internazionali, dettate a protezione delle minoranze, per cui ci si esime dall’indicarle.

Per quanto concerne la Costituzione federale (“Grundgesetz – GG”), l’articolo 3, comma 3, S. 1, sancisce, tra l’altro, che nessuno deve subire svantaggio a  causa della lingua (il che include, ovviamente, anche il divieto di discriminazione – diretta e indiretta) e dovuto alla stessa.

La minoranza danese vive nella parte nordorientale dello Schleswig-Holstein, i “Friesen” nel nordovest di questa regione e inoltre nel nordovest del Niedersachsen; i “Sorben” nella parte sudorientale del Brandenburg e in quella nordorientale del Bundesland Sachsen (Sassonia).

Sono invece “sparpagliati” su tutto il territorio della RFT, i Sinti e i Roma.

Molto diffuso è il “Niederdeutsch” (detto anche “Plattdeutsch” o semplicemente “Platt”). Questa lingua (in forma anche dialettale) è parlata in tutto il nord della RFT; verso sud, fin quasi a Düsseldorf e Magdeburg.

Per quanto concerne il numero delle persone, che parlano una delle suddette lingue, non esistono statistiche, ma sono possibili soltanto stime. Ciò, anche, perchè la “Zugehörigkeit zu einer Minderheit” (l’appartenenza a una minoranza), è una decisione spettante (soltanto) alle singole persona, che non viene, sin dalla fine della 2^ guerra mondiale, “weder registriert, überprüft oder bestritten” (non viene, nè registrata, nè esaminata, nè contestata); vige il principio della cosiddetta Bekenntnisfreiheit.

Secondo stime attendibili, si riconoscono nella minoranza danese, circa 50.000 persone, in quella dei “Sorben”, 60.000, I Sinti e Roma sono 70.000 circa e i “Friesen” 50.000.

 

2. La minoranza danese 

La zona popolata dalla minoranza danese si estende dal confine della Danimarca, verso sud,  fin quasi a Kiel.

“Schleswig-Holstein”, per molti secoli, faceva parte della Danimarca; fino al 1864, quando era stato “incorporato” nella Prussia. Dopo la 1^ guerra mondiale, il “Nord-Schleswig”, “passava” alla Danimarca, il “Südschleswig” alla Repubblica di Weimar.

Terminato il II° conflitto mondiale, tra la Danimarca e la RFT, si addiveniva a due accordi, tuttora in vigore, in base ai quali, la minoranza danese nel Süd-Schleswig, doveva essere riconosciuta dalla RFT e che “Däne ist, wer will” (Danese è chi vuole esserlo); ciò non può essere oggetto di rilevamenti da parte delle autorità. Formalmente, il riconoscimento della minoranza danese, è avvenuto per effetto dell’articolo 5 della “Landesverfassung von Schleswig-Holstein” (Costituzione dello Schleswig-Holstein). Quest’articolo sancisce il diritto “sich zu einer nationalen Minderheit zu bekennen oder nicht”. Vige il principio della cosiddetta Bekenntnisfreiheit, come sopra accennato.

Prevede poi l’articolo 8 della Costituzione dello Schleswig-Holstein, che sono i genitori a decidere, se i figli frequentano, o meno, la scuola, nella quale viene insegnata la lingua della minoranza. La minoranza danese è tutelata dallo Stato (RFT) nonchè dagli enti pubblici.

Per effetto della “Bonn-Kopenhagen-Erklärung del 1955, la minoranza danese nel Süd- Schleswig, ha diritto a contributi da parte della RFT (cosí come la minoranza  di lingua tedesca in Danimarca percepisce “finanzielle Unterstützung” da parte della Danimarca).

Una norma dettata in favore della minoranza danese, è anche quella, che prevede l’inapplicabilità della cosiddetta Fünfprozentklausel. In tal modo viene garantita la rappresentanza (nel Landtag dello Schleswig-Holstein) della minoranza, anche se i candidati della stessa, non ottengono il 5% dei voti delle cosiddette Zweitstimmen o un mandato diretto in tre circoscrizioni elettorali. Si può dire, che la minoranza danese, è una delle più protette delle minoranze riconosciute nella RFT; godono di più garanzie, come vedremo, soltanto i “Sorben”.  

La minoranza danese, attualmente, è rappresentata nel “Landtag” con tre deputati e anche nel Governo regionale (a Kiel) con un ministro. Ha un proprio quotidiano (il “Flensborg Avis”), scuole primarie e  secondarie private (frequentate da circa 5.700 alunni).

 

3. I “Friesen”  

Nel 1965 è stato fondato il “Nordfriisk Institut” a Bredstedt, che si è proposto la conservazione della cultura, della lingua e delle tradizioni dei “Friesen”. Presso l’Università di Kiel, è stata istituita una cattedra “für Friesisch”. Nelle scuole statali viene insegnato “Friesisch”. In questa lingua sono pubblicate pure riviste di carattere locale.

Anche per i “Friesen” è prevista una particolare tutela dalla Costituzione dello Schleswig-Holstein, per effetto del cosiddetto Friesengesetz. Agli appartenenti a questa minoranza, è assicurato il libero uso della loro lingua (e dei dialetti), anche dinanzi alle autorità. Sono consentiti cartelli stradali bilingui.

Altra minoranza esplicitamente riconosciuta dalla Costituzione dello Schleswig-Holstein, sono i Sinti e i Roma in seguito a una modifica di questa “Landesverfassung”. Altri Stati della RFT hanno concluso con questa minoranza degli “accordi” (come, per esempio, il Rheinalnd-Pfalz), mentre il Baden-Würtemberg ha concluso uno “Staatsvertrag” con i Sinti e i Roma.                     

 

4. Sinti e Roma  

Sin dal 14.mo secolo, vivono Sinti sul territorio  dell’odierna RFT, seguiti, verso la metà del 19.mo secolo, dai Roma.

Durante il periodo del nazionalsocialismo, circa 500.000  Sinti sono stati uccisi. Un monumento è stato eretto in loro memoria nel 2012.

Nel 1982 è stato fondato il “Zentralrat” dei Sinti e Roma quale rappresentanza dei loro diritti e interessi. Sede di quest’organizzazione è Heidelberg, dove è stato anche istituito un “Dokumentations- und Kulturzentrum” dei Sinti e Roma. Dal maggio 1995, Sinti e Roma sono riconosciuti quale “nationale Minderheit” e il “Romanes” quale lingua della minoranza.

I Sinti hanno anche una propria organizzazione, la “Sinti-Allianz”, con sede a Göttingen e fondata nel 2000. Si propone la conservazione della loro lingua, cultura e delle tradizioni.

 

5. “Sorben”  

I Sorben, popolo slavo originariamente stanziato nella parte nordorientale dei Carpazi, sono giunti circa 1.500 anni orsono nella zona tra “Ostsee und Erzgebirge”. Attualmente vivono soprattutto nell’“Ober- und Niederlausitz”, intorno alle città di Cottbus e Bautzen (nel Brandenburg und in Sachsen). Questa minoranza ha conservato la propria cultura, le tradizioni e la lingua attraverso i secoli. Ai tempi della Riforma di Luther, la “sorbische Sprache” divenne “Schriftsprache” e veniva a formarsi pure una propria letteratura. Le funzioni religiose venivano tenute in “sorbischer Sprache” e questa era la lingua di insegnamento.

Si sono conservati alcuni libri di carattere religioso-culturale, come per esempio il Catechismo di Luther. I Sorben godono di espressa tutela quale minoranza, anche per effetto di un “Protokoll” annesso al cosiddetto Einigungsvertrag del 1990, nel quale è stata garantita ai Sorben di poter conservare la loro cultura, lingua nonché le tradizioni. È garantito pure l’uso della loro lingua nei rapporti con le autorità. I diritti ora elencati sono stati ribaditi nell’articolo 25 della Costituzione del Brandenburg e nel 2014 è stato emanato il “Gesetz zur Ausgestaltung der Rechte der Sorben/Wenden [1] im Land Brandenburg”, vale a dire, si è proceduto ad attuare il sopracitato articolo della Costituzione. I Sorben und Wenden, secondo questa legge, sono “gleichberechtigter Teil der des Staatsvolkes” e veniva istituito un “Rat für die Angelegenheiten der Sorben und Wenden, eletto direttamente dagli appartenenti a questa minoranza. Anche per i Sorben/Wenden non vige la “Fünfprozentklausel”

I Sorben si sono dati una propria organizzazione denominata “Domowina”, un’associazione prevalentemente culturale. Nelle scuole s’insegna, accanto alla lingua ufficiale dello Stato, anche la “sorbische Sprache”. Nel 2008 un “Sorbe” è stato nominato “Ministerpräsident” della Sassonia. Vi è una  fondazione – finanziato dalla RFT  e con sede a Bautzen -  alla quale appartiene il “Domowina-Verlag”, una casa editrice di libri e riviste in “sorbischer Sprache”.

A Bautzen vi è uno studio del MDR (con circa 30 dipendenti), che produce trasmissioni radiofoniche e televisive per i Sorben.

Circa 30.000 persone, nei due predetti Stati, parlano ancora la lingua dei “Sorben”; sono stanziati soprattutto nella zona di Cottbus.

 

6. “Niederdeutsch”

 “Niederdeutsch” non è la lingua di una minoranza, ma una “Regionalsprache” – tutelata analogamente alle lingue delle minoranze riconosciute – e usata accanto alla lingua tedesca in gran parte (come abbiamo visto sopra) del nord della RFT, dove viene parlato, ancora oggi, da circa il 12 % della popolazione. Più frequente, nel nostro tempo,  è l’uso di questa lingua nell’ambiente rurale. È da notare, che tra il 1230 e il 1600, il “Niederdeutsch” era la lingua usuale dei commercianti (anche nei rapporti con la Bretagna e la Russia).

 

[1] L’espressione “Wenden”, è una denominazione di uso frequente nel passato per indicare i “Sorben”. Al fine di evitare facili e spiacevoli equivoci, va precisato, che il termine “Wenden”, nulla ha a che fare con il verbo “wenden” (voltarsi, mutare, cambiare). In certe zone, ci sono stati di quelli, che, di camicie, in 60 anni, hanno cambiate tante: prima due scure, poi quella bianca, poi quella di un altro colore, alla quale poi, pare, si sia aggiunto un altro colore ancora.  Chi ha una certa età, ne ha viste tante, …veramente tante…La sete di potere e, ancor piu, quella di conservarlo il più a lungo possibile, è (stata) davvero enorme. Incredibilmente, sono sempre riusciti ad apparire credibili.