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Lepanto 7 ottobre 1571: nessun cielo per i codardi

Giorgio Vasari, aiuti per la battaglia di Lepanto, 1572-73
Giorgio Vasari, aiuti per la battaglia di Lepanto, 1572-73

Per gli zelanti scettici è documentato che Papa Pio V domenica 7 ottobre 1571 verso le cinque del pomeriggio esclamò “andiamo a ringraziare Iddio perché la nostra armata in questo momento ha ottenuta la vittoria”. La notizia – la conferma – arrivò a Roma solo nella notte tra il 21 e il 22 ottobre.

Facciamo qualche nome: Don Giovanni d’Austria, Sebastiano Venier, Marcantonio Colonna, Agostino Barbarigo, Francesco Duodo, Alvaro di Bazan, Alessandro Farnese, Francesco Maria della Rovere, Francesco di Savoia, Paolo Giordano Orsini, Alessandro Negroni, Onorato Caetani, Giulio Carafa, Sforza di Santa Fiora, Ascanio della Corgna, Pietro Giustiniani, Giovanni Cardona e potrei continuare per ore …

Ogni città d’Italia e d’Europa conserva tracce di quella storica battaglia: trofei, bandiere, documenti, lapidi, statue, cenotafi, memorie di coloro, nobili, soldati e galeotti che vi parteciparono. Oggi non credo che ne parleranno i telegiornali …

Miguel de Cervantes – che a quella battaglia partecipò e da cui ricevette due ferite perdendo la mano sinistra – la definì: «la más alta ocasión que vieron los siglos pasados, los presentes ni esperan ver los venideros».

“Don Giovanni indossava sulla corazza le insegne del Toson d’Oro e portava al collo la reliquia di un frammento della Croce donatagli dal papa. Le coperte delle galee erano affollate di uomini inginocchiati per assistere alla messa e ricevere dai cappellani l’assoluzione generale. Pio V aveva voluto che i combattenti fossero assistiti da gesuiti imbarcati sulle navi spagnole, domenicani e francescani su quelle genovesi, savoiarde e veneziane, e cappuccini su quelle pontificie. Il tema di tutte le prediche di quella mattina era stato «Nessun cielo per i codardi». Su ciascuna nave della Lega fu quindi declamata la bolla con cui Pio V concedeva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che fossero caduti combattendo gli infedeli.

Poi sulla nave ammiraglia squillarono le trombe e sull’albero maestro della Reale di Don Giovanni venne issato il grande stendardo della santa Lega, che recava impressa l’immagine del crocifisso. Un poderoso «Vittoria» esplose e corse per tutto lo schieramento, ripetendosi come un’eco da una nave all’altra” [Roberto de Mattei, Pio V, Lindau, 2021, pagina 251].

E vittoria fu.

Quando l’Europa – nonostante tutto – era cattolica.