Lucio Dalla, dieci anni senza un genio
Lucio Dalla, dieci anni senza un genio
Cosa dire di Lucio Dalla che non sia già stato detto?
Sembra che su un personaggio del genere sia già stato detto tutto, eppure per ricordare quanto ci manchi da 10 anni e celebrare quello che sarebbe stato il suo79esimo compleanno, stanno uscendo libri (dopo i tanti già pubblicati su di lui), si inaugurano mostre, si dà il via a iniziative e incontri...
Ma siccome alla fine, “parlare a posteriori” è anche abbastanza facile, sono andato a frugare tra i files e gli scaffali riportando alla luce vecchie interviste e recensioni, un po’ a caso, per capire come fosse valutato il suo lavoro nel momento in cui veniva realizzato, e soprattutto come lo valutasse lui stesso e come valutasse quello che gli girava intorno, che poi è sempre stata la stessa cosa.
Buona lettura
Il pubblico
“Il pubblico è stanco, privo di fantasia e di humor, non sa distinguere l’ironia dall’idiozia. E questo non tanto per colpa sua ma a causa del bombardamento di messaggi privi di contenuto cui è continuamente sottoposto da radio e televisioni. Se qualcuno tenta di uscire dal suo compartimento stagno, dalla sua gabbia dorata è la fine… Io ho sempre cercato di rendermi diverso, di dire cose nuove, di non essere mai prevedibile. Solo così a mio parere si può sopravvivere anche se il pubblico all’inizio non comprende”
(Ciao 2001 23/6/1974)
Appuntito
“Anidride solforosa” è un disco importantissimo perché ha rivoluzionato il modo di essere cantautori, di fare canzoni, di esprimere delle idee. Che in certi punti è duro, appuntito, che mi riesce ostico.
(Giorgio Rivieccio – Ciao 2001 13/4/1975)
Il futuro dell’automobile
“Non vedo futuro nell’automobile: è un mezzo che non ha assolutamente più ragione di esistere. Ma posso prevedere cosa accadrà nell’immediato futuro – questione di mesi o al massimo di qualche anno – quando la benzina salirà a 1500 lire al litro la gente ruberà per potersela procurare, per potersi illudere di acquistare la propria indipendenza”
( Ciao 2001 23/5/1976 all’indomani dell’uscita di “Automobili”)
Com’è profondo Lucio
Raccontare dei brani che compongono la raccolta o menzionare i più indicativi è in questo caso troppo limitativo: direi che questo è un disco-concetto da ascoltare e capire
(Maria Laura Giulietti – recensione di “Com’è profondo il mare” 29/1/1978)
Poesia e originalità
Il gioco delle parole è talmente affascinante che la musica stessa ne sembra incantata. Semplice ma non banale, estremamente incisiva, la sostanza musicale sembra volte rispettare in un elegante sistema di suoni e raffinatezze tecniche, l’umanità che balza fuori da ogni solco. Che sia un canto d’amore per Milano, o la storia di un tango che si ripete tutti i giorni, o ancora un erotismo cullato nella notte o un sabato di periferia, tutto è stravolto con poesia e originalità, da un grande sentimento che fa del disco un lavoro unico.
(Marco Ferranti – Ciao 2001 4/2/1979)
Il bambino più tenero
Sono 8 le canzoni, piene del bambino più tenero, più intelligente e maturo che l’Italia musicale abbia creato in questi ultimi anni. “Dalla” è ancora un piccolo miracolo
(Paolo de Bernardinis – Rockstar novembre 1980)
Vita dal basso
Dalla ha abbandonato la disperazione e affrontala vita dal basso e dal presente. Ad occhi chiari e sinceri. “1983” è forse l’album di un nuovo cantautore che spazia meglio con le mani sulla tastiera e un tenero filo di clarinetto piuttosto che con arrangiamenti elaborati e ritmi serrati
(Paolo de Bernardinis – Rockstar giugno 1983)
Gianni e le sue stronzate
“Che Morandi sia un grandissimo cantante io lo so da sempre. Avevamo tutti e due più o meno 16 anni quando io che all’epoca vivevo di jazz rimasi sbalordito sentendolo cantare “Georgia on my mind” ed essendo già molto amici e della stessa origine gli dissi che uno così straordinariamente musicale era pazzo a cantare le stronzate che cantava. Ma se lui era un giovane pazzo io ero un giovane fanatico, e soprattutto le cose che cantava e avrebbe cantato in seguito non erano proprio stronzate, ma spesso anche bellissime canzoni”
(Corriere della Sera 4/1/1986)
Lucio la volpe
Il cantautore torna in concerto per presentare alla gente le vecchie e le nuove canzoni. Ma forse scende da Marte invece di arrivare dalla strada. Sembra tanto Varsavia una tenda con tutti seduti (sulle sedie) e che battono le mani a tempo di musica, tanta gente che ha evidente e disperato il Bisogno di Acclamare e che necessita di eroi-di-tutti-i-giorni, sempre meno critica e discernente. E Lucio la Volpe (Intellettualmente) e Lucio Orsetto Lavatore (esteticamente) sta supinamente al gioco perché è facile. E fa rabbia perché lo sappiamo capace di cartucce personali velenose come pochi altri. Ma così non si va avanti, né noi – pubblico – ne l’artista - in genere - che si ferma ad uno standard precedente, ottimale ma cristallizzato.
(Sandro Giustibelli – Blu, luglio 1986)
No chip
“Ho la fortuna di non essere mai stato né giovane né vecchio ma semplicemente in prestito. Mi sono sempre divertito guardare gli altri fare, al massimo suggerivo loro cosa fare e in più la mia mongoloide incapacità di mettere le mani su qualcosa di tecnologico mi ha reso impossibile anche la più banale delle operazioni, come il cambio delle pile del walkman. Ho visto però i guasti che l’abilità tecnologica può provocare nel mondo creativo ed emotivo dei più giovani. li ho visto delegare quel minimo di trasgressione che possiedono alle macchine, trafficando nel loro inglese, quei giovani li ho visti non emozionarsi mai”
(La Stampa 30/5/1987)
Ripetersi
In conclusione “Cambio” appare un riassunto di un discorso già fatto in precedenza anche se svolto in parte nuovo. Il rischio è semmai che in futuro Dalla possa di nuovo ripetersi rinunciando a quello che potremmo definire un “cambio” di poetica o un rinnovamento.
(Bruno di Marino – Speciale Lucio Dalla, Blu luglio 1990)
Comunicare
Una volta sintetizzasti la differenza tra te e Roversi così: “Roberto è un intellettuale poetico e creativo ma con una metodologia dei tempi preordinata e rigidissima. Io invece sono un cialtrone e in quanto tale ho dato sempre moltissima importanza al caso”: Mi chiedo come faccia un cialtrone a sfornare sette-otto prodotti di successo all’anno, tenendo una serie piuttosto impegnativa di contatti e prevedendo quello che il mercato chiede?
“Primo perché vivo ancora tutto come un gioco, secondo perché ho imparato a fare questo mestiere talmente bene che mi viene facile come nuotare. Per quanto riguarda ppoi i dischi che produco sono già di per sé dei successi, per cui il mio lavoro si limita a saperli instradare e spesso è molto di più quello che io prendo da loro che non quello che do. In realtà è un grande gioco e ciò che soprattutto mi interessa non è la musica ma la comunicazione”
(Maurizio Becker – Speciale Lucio Dalla, Blu luglio 1990)
Comunicare 2
È così importante per te comunicare con la gente?
“Fondamentale! Sono disposto a qualsiasi cosa pur di arrivare al ragazzo di Crotone lontano da me, per essergli vicino e comunicargli quello che ho dentro. Comunque è anche una questione di rapporto con chi ti sta attorno. A me piace stare in mezzo alla gente, sono sempre in sala giochi o da Vito, o allo stadio, giro in bicicletta: certo questa non è la vita della rockstar distante dalla gente”
(Lucio Mazzi – intervista su Il Resto del Carlino 16/9/1990)
PS. LE IMMAGINI DI QUESTA PAGINA
E in tema di ricordi, gli feci le foto in bianco e nero il 9 febbraio 1976 al Palasport di Bologna, tour di Automobili, e quella a colori nel 1989: la esposi in una mostra con il titolo “Sorrisi e canzoni” Lui ci scrisse “All’altro grande Lucio con affetto”.
L’ironia di Lucio Dalla.