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Magistrati: al di sopra della legge e con il portafoglio chiuso a doppia mandata

Lecce
Ph. Antonio Capodieci / Lecce

La Corte dei Conti, sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, ha ricostruito, per quanto ha potuto (non tutte le corti di appello forniscono i dati in materia) le spese sostenute dallo Stato nel triennio 2017-2019 in materia di errori giudiziari e detenzioni ingiuste.

Le spese sostenute dallo Stato negli anni 2017-2019 per equa riparazione di errori giudiziari e detenzioni ingiuste, ammontano a quasi a 133 milioni di euro. La somma lievita a circa 870 milioni di euro se consultiamo le statistiche, del Ministero della Giustizia dal 1992 al 31 dicembre 2020, fornite dall’associazione Errorigiudiziari.com.

Per la precisione i casi indennizzati di errori giudiziari e ingiuste detenzioni sono stati 29.659 per una spesa complessiva di euro 869.754.850.

Ebbene, a fronte del pagamento di 870 milioni di euro lo Stato ha intrapreso una sola azione di rivalsa per danno erariale nei confronti di un magistrato recuperando la somma di euro 10.425,68.

L’analisi della Corte dei conti, pone l'attenzione sulla mancanza delle azioni di rivalsa dello Stato di cui, afferma la Corte, mancano del tutto informazioni relativamente alle azioni di recupero delle somme pagate dallo Stato per l'ingiusta detenzione nei confronti dei responsabili.

La Corte dei conti, tramite le sue sezioni giurisdizionali, ha ricostruito l'esistenza di un solo procedimento avviato nel 2016 contro un magistrato campano e concluso nel 2018 con il pagamento di parte della somma inizialmente richiesta. Si evidenzia che non risultano dati pubblici di azioni di rivalsa esercitate negli anni precedenti.

In materia di recupero per danno erariale, nella Relazione si legge: “Per acquisire ulteriori elementi di valutazione sulla materia de qua, è stata richiesta alle Sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti una ricognizione dei procedimenti per danno erariale, nel triennio in esame, derivanti dall’erogazione dell’indennizzo. In riscontro alla nota trasmessa, è emerso un solo procedimento, concluso nel 2018, presso la sede competente per la Campania. Tale giudizio era stato instaurato nei confronti di un magistrato del Tribunale di Salerno che, con colpa grave, aveva erroneamente emesso nel 2010 un provvedimento di custodia cautelare domiciliare senza i presupposti di legge. La Corte d’appello di Salerno liquidava nel 2014 la somma complessiva di 21.170,91 euro, comprensiva di danno patrimoniale, alla vittima della restrizione. Con atto del 2016, la Procura erariale citava in giudizio il magistrato per rispondere del «danno ingiusto che il Ministero della giustizia era stato chiamato a risarcire in conseguenza della illegittima detenzione».

Il convenuto non contestava il fatto nella sua storicità, ammettendo l’errore «nonostante la brevità della restrizione» causata, e produceva istanza per l’applicazione del rito abbreviato ex art. 130 del Codice di giustizia contabile. La Sezione Campania accoglieva la predetta istanza determinando in 10.425,68 euro la somma (comprensiva di rivalutazione ed interessi) dovuta dall’istante per la definizione del rito abbreviato «in relazione tanto alla gravità della condotta contestata quanto all’entità del danno addebitato (euro 20.851,35)». Nell’ottobre 2017, la Sezione regionale, accertato l’avvenuto tempestivo e completo versamento della somma sopra determinata in favore del Ministero della giustizia, dichiarava l’estinzione del giudizio di responsabilità (sentenza n. 24/2018)”.

Rimane da chiedersi se la Relazione sortirà degli effetti concreti o come al solito sarà un sasso gettato nello stagno acquitrinoso della magistratura, per adesso si registra la presentazione di una interrogazione parlamentare e aspettiamo la risposta della Ministra.

Non è secondario ricordare il quadro sconfortante che emerge, in materia di errori giudiziari e ingiuste detenzioni, sia nell’ambito disciplinare e sia nell’ambito della responsabilità civile dei magistrati: si segnala l’articolo Errori giudiziari senza responsabili e responsabilità.

La magistratura continua a predicare per gli altri quello che non si applica per i suoi sodali: “Il maggior errore del giudice è di credersi immune dalla responsabilità del delitto per il quale un altro è condannato; è di credersi membro di una società migliore, di una società di eletti”. (Gustavo Zagrebelsky)