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Quaranta processi in settanta minuti

La velocità sconvolgente della giustizia: 105 secondi a processo
Quaranta processi in settanta minuti
Quaranta processi in settanta minuti

Quaranta processi in settanta minuti


La velocità sconvolgente della giustizia: 105 secondi a processo.


Ogni due minuti un processo concluso con una sentenza.

La giustizia predittiva del futuro? No, la giustizia a Parigi a fine XIX secolo.

Leggendo “Le palais indiscret”, volume introvabile o quasi, edito nel 1890, di Paul Lacroix. cronista giudiziario del giornale “Paris Presse”, trovo una perla.

Nel libro Lacroix ha raccolto centinaia di autentici aneddoti e i più celebri interventi di giudici, avvocati e imputati alle Assise e al tribunale correzionale di Parigi, tra questi uno in particolare merita di essere raccontato: il presidente Royer della 12° sezione, soprannominato “il presidente minuto” per la rapidità con la quale trattava le cause.

Con lui, racconta Lecroix, le udienze correvano, galoppavano. Era il magistrato sprinter: il suo record regolarmente omologato, segnava quaranta processi in settanta minuti.

L’avvocato Furet tentò un giorno di protestare. “Signor presidente, ho previsto un quarto d’ora per l’esordio, mezz’ora per l’esposizione dei fatti, tre quarti d’ora per la discussione e cinque minuti per la perorazione”.

Cominci dalla perorazione” tagliò corto il presidente Royer “il tribunale l’ascolta”.

Un solo avvocato riuscì a sviluppare la sua arringa in extenso: l’avvocato Giorgio Baurian.

Dopo l’ingiunzione “sia breve” si alzò e disse una sola parola “indulgenza” e si rimise a sedere.

Il presidente Royer, detto “minuto”, battuto sul proprio terreno fu così scosso che assolse l’imputato.