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Querele, denunce, processati, condannati: qualche dato statistico

visioni di novembre
Ph. Luca Martini / visioni di novembre

Abstract

Quali sono i motivi, che inducono persone a sporgere querela o fare denuncia? Quali le percentuali di condanna di coloro, che hanno subito un processo penale nella RFT in un ventennio?

 

La stragrande maggioranza delle indagini non inizia su iniziativa della PG

Nella RFT la PG inizia – di iniziativa propria – indagini soltanto nel 10% circa dei casi, in cui vi è sospetto, che sia stato commesso reato. Nel 90% circa, si attiva a seguito di querela o di denuncia da parte di privati, in particolare della p. l.

Tra i casi di sospettata commissione di reato, a seguito della quale, la PG si attiva senza “intervento” di privati, vanno annoverati i cosiddetti Kontrolldelikte (in ispecie, violazioni della legge sugli stupefacenti e del Cod. d. Str.).

Se un privato si decide di sporgere querela o fare denuncia, dipende da tutta una serie di “fattori” e circostanze.

Vi sono, anzitutto, la gravità del reato e la probabilita, che l’attività di indagine della PG – una volta informata del fatto – possa essere coronata da successo.

Altro motivo, per cui il privato è “geneigt” di “rivolgersi” alla PG (o al PM), è l’entità del danno cagionato dal reato. Questo vale in particolare per i reati contro il patrimonio, per cui, in caso di danno di carattere bagattellare, l’“Anzeigebereitschaft” è “gering”.

I principali motivi, che inducono i privati a “rivolgersi” alla PG – secondo sondaggi condotti di recente – sono i seguenti:

  1. la p.l. vuole evitare, che il fatto si ripeta (93%)
  2. tutti i reati (per una questione di principio) devono essere portati a conoscenza della PG (91%)
  3. l’autore del reato va punito (84%)
  4. il fatto è troppo grave, per non essere punito (60%)
  5. la p.l. intende ottenere il risarcimento dei danni causati dall’autore del reato (32%)
  6. la denuncia deve essere fatta, in quanto l’assicuratore esige la stessa quale presupposto per il risarcimento dei danni (11%).

I privati sono invece indotti a non proporre né querela nè denuncia, per i seguenti motivi:

  1. il fatto è lieve (63,7%)
  2. le indagini non condurrebbero ad alcun risultato concreto (47,5%)
  3. paura di subire atti di ritorsione (6,7%)
  4. il danneggiato è privo di copertura assicurativa, per cui la denuncia non è necessaria (1,5%).

La propensione di rivolgersi alla polizia, dipende anche (e in modo non indifferente) dalla specie di reato, che è stato commesso.

Nei casi di violenza sessuale (o comunque di reati contro la sfera sessuale), nonostante la gravità dei fatti, la vittima (spesso traumatizzata) decide di non rivolgersi alla polizia per non dover subire nuovamente il patema d’animo già sofferto in occasione della perpetrazione del reato. Altri motivi, che inducono la vittima a desistere da un’“Anzeigenerstattung”, rispettivamente dal proporre querela, possono essere costituiti da relazioni personali (specie di parentela o di affinità) con il colpevole.

 

Le cosiddette Anzeigequoten negli anni 2012 e 2017

Vediamo ora alcuni dati statistici relativi alle cosiddette Anzeigequoten (percentuali dei casi, in cui è stata proposta denuncia o querela) nel 2012 e nel 2017.

Qualora venga rubato un’auto o un motoveicolo, nel 2012, il 98% dei proprietari ha fatto denuncia di furto; nel 2017, il 99%.

Ciò dipende anche dal fatto, che le coperture assicurative per il furto ormai sono frequentissime e il risarcimento dei danni, da parte dell’assicuratore, è condizionato dall’avvenuta denuncia.

Invece è risultato, che soltanto nel 50% dei furti di biciclette, nel 2012, vi è stata denuncia; nel 2017, la percentuale è salita al 57%.

Piuttosto bassa, è la percentuale di denuncia di furti in genere: 38% nel 2012 e 42% nel 2017.

Ancora più bassa, è l’“Anzeigequote” in materia di truffa: 9% nel 2012 e 11% nel 2017.

Per quanto concerne le rapine, nel 2012, il 32% dei rapinati ha presentato denuncia; nel 2017, il 31%.

Lesioni personali:  32% nel 2012 e 38% nel 2017.

 

Principio di legalità e “Verfolgungswürdigkeit”

Il “Legalitätsprinzip” postula, che la polizia sarebbe obbligata a redigere ogni denuncia (o querela), che le viene presentata verbalmente o per iscritto. Di fatto, però, questo principio è stato “soppiantato” da quello della “Verfolgungswürdigkeit”, il quale fa sí che, in caso di reati lievi, non infrequentemente, la polizia non procede neppure alla verbalizzazione.

Oggigiorno l’attività di indagine della polizia si concentra su reati gravi, che vengono denunciati, sui reati di facile accertamento e su quelli, che richiedono un basso “Ermittungsaufwand”. Ciò è dovuto anche al fatto, che gli organici sono tutt’altro che al completo. Questo stato di cose favorisce un aumento, non trascurabile, dei reati cosiddetti bagattellari, destinati a restare…impuniti.

Per quanto concerne i reati di criminalità organizzata, contro l’economia e contro l’ambiente, la complessità, che spesso caratterizza questi reati e soprattutto il loro accertamento, richiede un “hohen Ermittlungsaufwand” e la disponibilità di strumenti di indagine (si pensi alle “Straftaten” contro l’ambiente), di cui la polizia, spesso, non dispone.

È avvenuto – e avviene – nella RFT, che, in barba al “Legalitätsprinzip”, di cui sopra abbiamo parlato, l’attività di indagine viene concentrata su determinate specie di reati, in pratica su quei reati, che suscitano il maggior allarme sociale (e che, non di rado, vengono “amplificati” da certa stampa).

 

Persone processate e condannate nel 2019

E passiamo alle persone processate e condannate.

Nel 2019, nella RFT, sono state processate (“abgeurteilt”) complessivamente 891.795 persone. Per “Aburteilungen” s’intendono, oltre alle condanne (ivi compresi decreti penali di condanna), anche altre decisioni, che, dopo il rinvio a giudizio, si concludono con un provvedimento definitivo (assoluzione e archiviazione).

Delle persone processate – nel 2019 – 728.868 sono state condannate, per cui la percentuale dei condannati è pari all’81,7%. Questa percentuale, dopo una diminuzione negli anni Ottanta, ultimamente si è mantenuta costante (tra l’80% e l’82%).

Va notato, che la “Verurteiltenquote” (percentuale dei condannati), non è uniforme nei vari Länder della RFT, ma sono riscontrabili differenze di rilievo, anche superiori al 10%. Cosí, per esempio – sempre nel 2019 – nell’“Hansestadt Hamburg”, la percentuale dei condannati – rispetto agli “Abgeurteilten”, è stata pari al 73,8% (nel Brandenburg, del 76,5%), mentre nel Land Hessen, è stata dell’87,5% (nel Baden-Würtemberg dell’85%).

Per quanto concerne le “Verfahrenseinstellungen” (archiviazioni) disposte dal giudice, le stesse sono state 136.66024.941 processati sono stati assolti, per cui la “Freispruchsquote” (percentuale degli assolti) è stata pari al 2,8%.

È da notare, che, ai fini delle “Aburteilungen”, non sono state calcolate le “Verwarnungen mit Strafvorbehalt” (§ 59 StGB), le “Aussetzungen der Entscheidung über Jugendstrafe” (§ 27 JGG) e l’“Absehen von Strafe” ai sensi del § 45, comma 3, JGG in favore delle persone tra i 14 e i 21 anni di età.

 

Processati e condannati dal 1976 al 2017

Vediamo ora – in retrospettiva – alcuni dati statistici per quanto concerne i processati e i condannati dal 1976 al 2017 nella RFT:

Adulti processati:1976: 839.679 - condannati: 699.339

1980: 928.906 - 732.481

1990: 878.305 - 692.363

1995: 937.385 - 759.989

2000: 908.261 - 732.733

2005: 964.754 - 780.659

2017: 857.194 - 716.044.

Minorenni processati: 1976: 87.345 - condannati: 64.511

1980: 123.390 - 80. 424

1990: 60.823 - 34.684

1995: 66.198 - 37.668

2000: 81.959 - 49.510

2005: 89.105 - 57.687

2017: 51.043 - 28.476

“Heranwachsende” processati: 1976: 112.364 - condannati: 91.769

1980: 129.222 - 98.845

1990: 95.644 - 66.972

1995: 91.801 - 77.229

2000: 87.310 - 75.304

2005: 79.871 - 54.820

2017: 71.954 - 49.715.

Vi sono poi persone, “bei denen anders entschieden wurde”, vale a dire non vi è stata né processo né condanna.

La “Verurteiltenquote” (percentuale dei processati poi condannati), tra il 1976 e il 2017, è stata la seguente:

Adulti: 1976: 83,3%

1980: 78,9%

1990: 78,8%

1995: 81,1%

2000: 80,7%

2005: 80,9%

 2017: 81,8%.

Uomini: 1976: 83,6%

1980: 79,3%

1990: 79,0%  

1995: 81,4%

2000: 80,8%

2005: 81,0%

2017: 92,0%.

Donne: 1976: 81,6%

1980: 76,5%

1990: 77,7%

1995: 79,5%

2000: 79,9%

2005: 80,4%

2017: 81,1%

“Jugendliche” (14-18 anni): 1976: 73,9%

1980: 65,2%

1990: 57,0%

1995: 56,9%

2000: 60, 4%

2005: 64,7%

2017: 81,8%.

Maschi: 1976: 75,0%

1980: 79,3%

1990: 79,0%

1995: 81,4%

2000: 62,2%

2005: 66,2%

2017: 57,5%

Femmine:

1976: 67,0%

1980: 55,8%

1990: 45, 8%

1995: 45,5%

2000: 51,4%

2005: 57,4%

2017: 51,1%.

Condannati ogni 100.000 abitanti nella RFT:

1976: 1.342

1980: 1.352

1990: 1.141

1995: 1.070

2000: 1.055

2005: 1.125

2017: 754.