Semplificazione ed incentivi: le misure del Governo per la transizione ecologica
Transizione ecologica e Governo
Anche ambiente ed energia trovano spazio nella Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) dello scorso 29 settembre. Dopo lo Sciopero globale per il clima e mentre a Milano è in corso la PreCop26: l’ultima riunione ministeriale ufficiale prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Glasgow (Cop26[MF1] ), anche il Governo lavora su un paradigma economico rivolto alla c.d. transizione verde. Lo scenario della transizione ecologica si sposa con le direttive del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), dedicate alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica", a cui sono destinati complessivamente 69,8 miliardi di euro, pari al 31 per cento delle risorse totali.
Transizione ecologica: i rifiuti al centro della strategia per un’economia circolare
Tra i principali tasselli per la transizione verde, in cantiere una strategia nazionale per l’economia circolare, volta ad aumentare il riciclaggio, il riutilizzo e la riparazione dei materiali. Il modello che punta a preservare il più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse e a ridurre al minimo la produzione di rifiuti è attualmente in fase di elaborazione presso il Ministero della transizione ecologica (MiTE), di concerto con il Ministero dello sviluppo economico (MiSE).
Per raggiungere l’obiettivo il Piano prevede:
- un nuovo sistema di tracciabilità digitale dei rifiuti, strategico per la conoscenza delle quantità e della qualità dei rifiuti prodotti e avviati a trattamento;
- incentivi fiscali a sostegno delle attività di riciclo e utilizzo di materie prime secondarie, ossia gli scarti di lavorazione delle materie prime e dei materiali derivati dal recupero e dal riciclaggio dei rifiuti;
- la revisione del sistema di tassazione ambientale sui rifiuti volta ad internalizzare i danni ambientali.
Gli obiettivi della transizione ecologica
La nuova proposta di Piano per la transizione ecologica, si legge nella Nota, è in corso di approvazione presso il Comitato Interministeriale per la transizione ecologica (CITA) e si articola su cinque macro-obiettivi condivisi a livello europeo:
- neutralità climatica;
- azzeramento dell’inquinamento;
- adattamento ai cambiamenti climatici;
- ripristino della biodiversità e degli ecosistemi;
- transizione verso l’economia circolare e la bioeconomia
Transizione ecologica: gli ambiti di intervento
La nota individua 8 ambiti di intervento, che toccano molti aspetti del quotidiano e per i quali verranno costituiti appositi gruppi di lavoro: 1) decarbonizzazione; 2) mobilità sostenibile; 3) miglioramento della qualità dell’aria; 4) contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico; 5) miglioramento delle risorse idriche e delle relative infrastrutture; 6) ripristino e rafforzamento della biodiversità; 7) tutela del mare; 8) promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e dell’agricoltura sostenibile. L’orizzonte temporale di realizzazione si estende al 2050.
Semplificazione: la via per la transizione ecologica
Sempre sul versante energetico il Governo sta dando attuazione alla direttiva UE 2001/2018 sulla promozione dell’uso dell'energia da fonti rinnovabili, con uno schema di decreto (Atto del Governo n. 292) attualmente al parere del Parlamento, finalizzato ad accelerare la transizione dai combustibili tradizionali alle fonti rinnovabili e facilitare l’autonomia energetica. Semplificazione per le autorizzazioni e per l’accesso agli incentivi i due punti chiave del provvedimento. L’approccio è quello di una partecipazione positiva degli enti preposti alle operazioni che possa velocizzare le decisioni. Centrale, inoltre, la realizzazione delle infrastrutture necessarie per la gestione delle produzioni degli impianti a fonti rinnovabili: prevista un'accelerazione nello sviluppo della rete elettrica e della rete gas e semplificazioni per la realizzazione degli elettrolizzatori alimentati da fonti rinnovabili. Recepita anche la direttiva UE 833/2019 sugli impianti portuali di raccolta: che prevede impianti adeguati a rispondere alle esigenze delle navi che vi fanno abitualmente scalo.
L’equità: la vera sfida della transizione ecologica
Con gli ultimi provvedimenti il Governo ha palesato il proprio obiettivo di fornire una maggiore stabilità delle scelte per la transizione, tramite l’introduzione di una programmazione che possa favorire gli investimenti nel settore.Incentivi, digitalizzazione e ammodernamento delle infrastrutture funzionali al cambiamento sono le fondamenta per sostenere la nuova impalcatura verde. Anche il settore pubblico si attrezza. Tra le misure dedicate: il programma da 2 miliardi “Sicuro, verde e sociale riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica” volto a migliorare l’efficienza energetica e la sicurezza sismica nonché la condizione sociale nei tessuti residenziali pubblici. La macchina della transizione ecologica è quindi oramai in funzione, e si propone di accelerare con il nuovo Piano del Governo. La sfida più urgente riamane ora quella di evitare che i costi iniziali della transizione ricadano sulle fasce deboli della popolazione. Per scongiurare questo scenario la politica dovrà darsi da fare.